Da qualche settimana, ormai, il Chelsea è entrato nella fase 2.0 della sua sessione estiva di calciomercato. E la fase 2.0 significa cessioni, matte e disperatissime. Tra giocatori già partiti come Joao Felix, volato all’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo in Arabia o Madueke e Kepa, finiti all’Arsenal e quelli perennemente in uscita come Nkunku o Nicholas Jackson, ecco che quel progetto di costruzione di una solido gruppo di squadra che sembrava impossibile solo qualche mese fa per via di una rosa extra large, ora con Maresca sta prendendo vita. In quest’ottica sono fondamentali i ragazzi cresciuti nell’academy. Coloro che non trovano spazio in prima squadra vengono rivenduti a peso d’oro, tra Premier League, Championship e League One.
Come analizzato dalla BBC, infatti, con il trasferimento di Armando Broja al Burnley, il Chelsea ha superato i 250 milioni di sterline guadagnati dalla vendita di giocatori cresciuti nel proprio settore giovanile negli ultimi tre anni. Un traguardo significativo, dettato anche dalla necessità di rispettare le rigide norme sul fair play finanziario imposte dalla Premier League. La trattativa di Broja con il neopromosso Burnley si aggira intorno ai 20 milioni di sterline bonus inclusi e porta il totale delle cessioni estive di prodotti del vivaio a 41,2 milioni. Tra queste operazioni figurano anche il difensore Humphreys, venduto sempre al Burnley per 14,7 milioni, e Samuels-Smith, approdato allo Strasburgo per 6,5 milioni. Ma potrebbero non essere gli ultimi. Sono sul mercato anche George e Chalobah, mentre il giovane Acheampong ha attirato l’interesse del Bournemouth. Il club, però, non intende privarsene a meno di un’offerta sostanziosa.
Nel solo mercato estivo 2025, il Chelsea ha raccolto 225,5 milioni da cessioni. Una cifra che ha finanziato l’acquisto di nuovi giocatori per oltre 250 milioni, ammortizzati su contratti a lungo termine. Le uscite dei ragazzi formati in casa, poi, hanno un peso ancora maggiore, poiché sono contabilizzate come pure plusvalenze, offrendo così maggiore margine di manovra nei bilanci. Se si aggiungono anche i quasi 50 milioni di pounds sborsati dall’Arsenal per Madueke e i 25 riscossi dal Bournemouth per Petrovic, il conto totale sale a oltre 300 milioni. Un bel gruzzoletto, pronto per essere rispeso sui due grandi obiettivi per l’attacco dei blues, Garnacho e Xavi Simons.
Se si considerano le ultime tre stagioni, affari come Mount al Manchester United per 55 milioni, Maatsen all’Aston Villa per 37,5, Gallagher all’Atletico Madrid per 34 e Lewis Hall al Newcastle per 28 hanno rappresentato delle grandissime plusvalenze. Eppure anche questi numeri non sono bastati da soli a mantenere il club nei parametri: la vendita di due hotel e della squadra femminile alla società madre per 276,6 milioni è stata necessaria per ottenere l’approvazione della Premier League. L’Uefa, invece, ha rifiutato questa operazione e ha inflitto una multa di 26,7 milioni, che potrebbe salire a 51,2 milioni in caso di ulteriori infrazioni.
Una tradizione, quella del settore giovanile, che arriva da lontano. Anche prima dell’arrivo di Boehly e Clearlake Capital nel 2022, il Chelsea era il club inglese con l’academy più redditizia: tra il 2017 e il 2022 ha incassato 163,5 milioni da giocatori come Abraham, Guehi, Tomori e Livramento. Il vivaio del club ha vissuto un periodo di transizione, con l’avvicendamento tra dirigenti storici come Neil Bath e Jim Fraser e i nuovi, Joe Shields e Glenn van der Kraan, mentre Jack Francis ha mantenuto il ruolo di academy football operations director. Anche Maresca è parte attiva di questo processo. Sotto la sua gestione hanno esordito in otto nella scorsa annata, tuttavia l’aspetto più interessante resta il minutaggio in campionato di coloro che hanno vestito sempre in blu. Levi Colwill ha raccolto 3.149 minuti, Reece James, il capitano, 1.063, Chalobah 911, George 178 Acheampong 169 e Mheuka appena uno. Una somma di 5.471 minuti giocati, più di Manchester City, Tottenham e Arsenal, ma meno di Manchester United e Liverpool. È come se nell’ovest di Londra formassero giocatori sì da Premier, ma non da Chelsea. Intanto, però, la richiesta non manca e, considerata la velocità con cui viaggia il calcio moderno, c’è da scommettere che da quelle parti preferiscano monetizzare subito piuttosto che aspettare di capire se un teenager diventi degno di Stamford Bridge.