Per capire quanto hype ci sia in Canada intorno a Victoria Mboko, bisogna ascoltare il rumore che fa, anche involontariamente. Durante la finale del Masters 100o maschile di Toronto, infatti, il match tra l’americano Ben Shelton e il russo Karen Khachanov, è stato interrotto da un boato. I due sono stati costretti a fermarsi senza capire ciò che stava accadendo. La causa dell’esultanza del pubblico va ricercata oltre 500 chilometri più a Est, a Montreal, dove Mboko aveva appena vinto il 1000 di Montreal. Eccolo l’esempio concreto per comprendere quanta attenzione ci sia nel Paese della foglia d’acero per un talento locale che compirà 19 anni il prossimo 26 agosto.
Nel torneo di casa Victoria ha condotto un cammino perfetto, eliminando avversarie ben più quotate come nell’ordine Sofia Kenin, la vincitrice dell’ultimo Roland Garros Coco Gauff ed Elena Rybakina che ha nel palmares Wimbledon 2022. Da lunedì Mboko, nata a Charlotte (North Carolina) da una famiglia di origine congolesi ma trasferitasi da piccola a Toronto, sarà la nuova numero 24 del mondo. Un’ascesa rapidissima, considerando che a inizio anno era al 333esimo posto del Ranking Atp. Eppure dopo quel terzo turno a Parigi non si è più fermata. «È capitato tutto molto in fretta, vincere è stato surreale – ha rivelato nella classica intervista post partita in campo – sono felice, ma continuerò ad avere una vita normale». Una decisione saggia non così scontata e banale per una teenager che avrebbe potuto viaggiare sulla nuvoletta, a volte fragile, dell’entusiasmo. E invece è perfettamente consapevole di come dopo le sorelle Williams il tennis made in USA e Canada abbia bruciato tante sue giovani colleghe, su tutte Coco Gauff che dopo la vittoria allo US Open 2023 ha vissuto un lungo periodo di difficoltà fisica e psicologica, riprendendosi solo negli ultimi mesi.
La canadese è la seconda più giovane tennista di sempre a trionfare in un torneo in patria. Prima di lei soltanto leggenda come Serena Williams, agli US Open 1999. Mboko ha tre fratelli, Gracia, Kevin e David, tutti malati di tennis e con una carriera a libello di college. Victoria si è ispirata a loro, rincorrendo le palline che lanciava papà Cyprien. A quattro anni la prima volta in campo alla ACE Tennis Academy. I suoi punti di riferimento non possono che essere i simboli del tennis in biancorosso, Auger Aliassime, Shapovalov, ma anche Andreescu e Bouchard.
Dopo aver dominato una serie di tornei ITF in giro per il mondo, da Manchester a Porto, raccogliendo centinaia di migliaia di dollari (non male per una appena diventata maggiorenne) si è presentata al Roland-Garros ed è arrivata fino al terzo turno, perdendo in due set (3-6, 4-6) dalla Zheng, numero sette del mondo. A Wimbledon ha passato il primo turno, venendo poi eliminata da Hailey Baptiste, molto più potente di lei a livello fisico. Rybakina l’ha sbattuta fuori a Washington, ma lei si è presa la rivincita con gli interessi, scrivendo il suo nome tra le vincitrici del WTA Masters 1000 di Montreal.
Come analizzato da Tennis.com, uno dei portali di riferimento per i fan della racchetta, Mboko ha mostrato un tennis potente, maturo e solido. Ha guidato il torneo per numero di ace, ha tenuto testa a due delle colpitrici più forti del circuito come Rybakina e Osaka, e ha recuperato per tre volte uno svantaggio di un set, senza mai cadere nel nervosismo. Se cercate un momento chiave della finale, lo troverete nel terzo set, quando Victoria ha salvato quattro palle break sul 2-1, con servizi vincenti e un drop shot perfetto che ha tagliato le gambe a Osaka. Da lì, la giapponese non ha più vinto un game. Con questo successo, Mboko si candida a un posto nella top 10 entro fine anno e soprattutto, guardando un po’ più là, punta a diventare una delle giocatrici di riferimento in un circuito dove c’è storicamente molto ricambio. Sempre portando avanti quella «vita normale» fatta di allenamenti e famiglia. Il segreto, neanche così nascosto, di una ragazza che si diverte giocando a tennis.