Milan-Cremonese ha messo in mostra tutti i limiti della squadra di Allegri, ma anche alcune buone prospettive

La squadra rossonera ha creato tanto in fase offensiva, ma dei gravi errori individuali hanno compromesso la loro partita.
di Redazione Undici 24 Agosto 2025 alle 10:06

Il boato con cui San Siro lo ha accolto all’annuncio dello speaker aveva fatto immaginare a Massimiliano Allegri una serata diversa. Una di quelle con cui uscire col suo tipico sorriso da meme, sfoggiato anche sabato all’arrivo in conferenza stampa. E invece la faccia di Max dopo la vittoria della Cremonese, al termine della sua prima partita con il Milan dopo undici anni, è di quelle un po’ crucciate, tipiche delle serate di fine estate. L’allenatore rossonero non può essere naturalmente soddisfatto, per l’1-2 dei grigiorossi – la Cremonese non aveva mai vinto a San Siro, non aveva mai vinto contro il Milan e non aveva mai vinto alla prima giornata di Serie A – e per il modo in cui è maturato. Eppure, allo stesso tempo, il suo Milan ha fatto vedere tante situazioni di gioco interessanti, situazioni che si erano già viste nel corso del precampionato e che si sono ripetute.

La parola chiave che Allegri ha utilizzato per spiegare lo strano match del Meazza è stata percezione. Percezione del pericolo, per l’esattezza. Percezione da aumentare altrimenti «si diventa una squadra in grado sì di vincere con tutti, ma anche di perdere con tutti, e si distrugge una solidità fondamentale per mantenere il passo», ha detto l’allenatore del Milan nel post gara. E la sensazione che emerge dalla prestazione dei suoi ragazzi è un po’ quella. Ordinati, disciplinati, con un’idea chiara di come condurre il flusso del gioco, ma anche terribilmente distratti e imprecisi nei momenti importanti. Il Milan ha creato tante palle gol, con Giménez, Modric, Pulisic e Loftus-Cheek – quattro interpreti diversi, segno che le insidie per la Cremonese sono arrivate da destra, da sinistra e dal centro. I tifosi di San Siro hanno visto un Pulisic già tirato a lucido, capace di lavorare molto bene nello spazio tra i centrali di centrocampo e la difesa avversaria, un Loftus-Cheek in costante proiezione offensiva, elemento mancato contro il Bari in Coppa Italia, e un Modric, schierato titolare a sorpresa, già vestito con lo smoking.

Nonostante un controllo pressoché totale dei ritmi, però, i rossoneri hanno sbagliato troppi gesti tecnici. Di fatto, le migliori occasioni del primo tempo della Cremo sono nate tutte da errori non forzati da parte dei giocatori di Allegri. Un appoggio sbagliato di Pavlovic che ha liberato Bonazzoli al tiro, chiuso sul primo palo da Maignan, e una mancata uscita su Zerbin che ha potuto mettere una palla morbida in area per Baschirotto, bravo sì a metterla all’angolo di testa per sbloccare il risultato, ma anche completamente solo in una situazione di inferiorità numerica – in area c’erano tre giocatori grigiorossi contro cinque milanisti. Nell’unico minuto di recupero della prima frazione, Estupiñán – apparso spesso in difficoltà in fase palleggio – e Pavlovic, in ritardo in occasione dello 0-1, si sono fatti perdonare confezionando il pareggio con la testata del serbo.

Uno scossone che ha ridato vigore all’azione del Milan, che si è messo ad assediare la squadra di Nicola nella sua trequarti difensiva. Audero è stato super sul destro potente sotto la traversa di Modric, reattivo sul sinistro di Pulisic sugli sviluppi del corner successivo e infine veloce a coprire il palo sul piattone a botta sicura di Fofana. Proprio nel periodo di maggiore pressione, ecco che il Milan ha ricominciato a deconcentrarsi: Giménez si è fatto soffiare da Baschirotto un pallone che poteva gestire molto meglio, Saelemaekers si è allontanato troppo da Pezzella, che quindi ha potuto guardare prima di mettere in area di rigore un cross. Lì poi si è manifestato l’attacco d’arte di Bonazzoli, che certamente si è inventato una rovesciata da paura ma ha pure avuto anche il tempo di pensarla ed effettuarla, quella super giocata. Significa che non lo marcava nessuno, perché (ancora) Pavlovic e Jiménez non hanno scalato bene e Fofana, l’uomo di copertura, si è proprio dimenticato del 90 grigiorosso. «Bisogna focalizzarsi su queste situazioni, come dico sempre non possiamo prendere due gol a partita», ha confessato Allegri a microfoni di DAZN. Una constatazione abbastanza ovvia, ma che in fondo spiega una partita così, una notte così.

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