Agli US Open si gioca tantissimo di sera, eppure l’impianto di illuminazione è fatto apposta per limitare l’inquinamento del cielo di New York

Gli organizzatori della USTA da tempo volevano diminuire l'impatto delle luci di Flushing Meadows che si aggiungevano a quelle dei grattacieli di Manatthan
di Redazione Undici 28 Agosto 2025 alle 18:31

La città che non dorme mai non poteva che rimanere sveglia per il suo appuntamento sportivo più importante della stagione autunnale. New York e le sue luci hanno accolto le decine di migliaia di spettatori che stanno affollando l’Arthur Ashe Stadium e le strutture di Flushing Meadows, nel Queens. Il tabellone spalmato su due settimane e i cinque set per ogni match hanno inevitabilmente allungato il programma delle giornate di partite e anche l’illuminazione degli impianti si è dovuta adeguare. Eppure gli organizzatori della US Tennis si sono fatti trovare preparati.

Come riportato da Tennis.com, infatti, il complesso è l’unico impianto sportivo professionale certificato da un’organizzazione che cerca di preservare l’inquinamento luminoso. Negli Stati Uniti e in in Canada, anche scuole e parchi locali hanno sostituito le loro luci nei campi da baseball, piste di atletica e altri impianti ricreativi per mantenere visibile il cielo stellato e proteggere la fauna locale. Le luci notturne infatti possono interferire con le migrazioni degli uccelli e confondere animali notturni come rane e lucciole. Le luci dei campi sportivi sono particolarmente fredde e spesso il loro bagliore si diffonde nei quartieri vicini.

Negli ultimi dieci anni, la USTA ha sostituito le lampade alogenuri metallici con luci LED schermate. I 17 campi da torneo del complesso – incluso l’Arthur Ashe Stadium – e cinque campi di allenamento sono stati approvati come “dark sky-friendly” lo scorso anno. I dirigenti della USTA volevano la miglior illuminazione possibile per i loro campi, che fosse anche rispettosa dell’ambiente. L’azienda incaricata ha suggerito di trovare un equilibrio che soddisfacesse pubblico e troupe televisive, riducendo però la dispersione luminosa nell’ambiente circostante. «Questo è un evento internazionale che ha un impatto sulla comunità. Riduciamolo al minimo e facciamo in modo che tutti siano soddisfatti» ha spiegato al portale Chuck Jettmar, direttore dei progetti e ingegneria della USTA.

Le file di luci sono dotate di visiere piatte che indirizzano il bagliore verso l’azione in campo. Durante l’anno, quando i campi vengono affittati per il gioco amatoriale, le luci brillano al 25% della loro luminosità e sono approvate da DarkSky International, un’organizzazione no profit che assegna certificazioni simili anche a città e parchi nazionali. Recentemente ha esteso il proprio impegno anche agli stadi sportivi, certificando oltre 30 impianti dal 2019, compresi campi di football delle scuole superiori e campi da calcio a livello giovanile. L’organizzazione solitamente approva i progetti prima che vengano installate o sostituite le luci. Una volta completata l’installazione, un rappresentante misura bagliore e dispersione in base a linee guida che tutelano il cielo notturno.

Rinnovare un campo pensando all’aspetto ambientale può costare dal 5% al 10% in più rispetto a un impianto d’illuminazione sportiva tradizionale. I campi possono richiedere più luci, poiché la luce emessa è più mirata. La maggior parte degli stadi fa questi cambiamenti durante le normali manutenzioni o ristrutturazioni, collaborando con l’azienda di illuminazione sportiva Musco, che ogni anno si occupa di oltre 3.000 impianti tra stadi universitari, campi da tennis e scali ferroviari. Le luci notturne danneggiano l’ambiente circostante anche se schermate con cura. I campi certificati da DarkSky permettono comunque che una piccola parte della luce sia diretta verso l’alto, dato che è necessario seguire la traiettoria della palla. I campi degli US Open si trovano fianco a fianco con le luci particolarmente abbaglianti di Manhattan e del Queens, quindi possono oscurare solo una piccola parte del cielo, ma DarkSky ha spiegato che ogni lampadina fa la differenza e un’arena professionale può influenzarne molte altre.

>

Leggi anche

Tennis
Nicola Pietrangeli è stato il primo Sinner che abbiamo avuto
Il tennis e lo sport italiano hanno perso uno dei loro volti-simbolo, una leggenda che ha cambiato il modo di giocare e di essere atleti. E che è stato influente fino all'ultimo giorno.
di Redazione Undici
Tennis
Sinner è un’emozione incredibile, ma vorrei abbracciare Alcaraz dopo i suoi punti più belli: intervista a Paolo Bertolucci
L'ex giocatore italiano, ora apprezzata seconda voce del tennis su Sky, parla del suo lavoro, del tennis di ieri e di oggi, della Coppa Davis.
di Margherita Sciaulino
Tennis
La terza Coppa Davis consecutiva vinta dall’Italia è la più epica, la più di sistema, quella che ricorda di più la Davis del passato
Il match decisivo tra Cobolli e Munar ha suggellato il grande lavoro della Federtennis. E ha avuto un'eco che rimanda a epoche diverse.
di Alfonso Fasano
Tennis
Un’altra grande partita in Davis per Matteo Berrettini, che ha ricordato il Berrettini prime del 2021
La vittoria contro Carreño Busta, nel primo singolare della finale contro la Spagna, è un segnale forte sulle condizioni del tennista romano.
di Redazione Undici