La vittoria di Sinner è stata più sofferta di quanto dica il punteggio, ma lui e Alcaraz sono ormai irraggiungibili

Il 27esimo successo consecutivo sul cemento ha permesso a Sinner di diventare il quinto giocatore dell'era Open a conquistare cinque finali Slam di fila
di Redazione Undici 06 Settembre 2025 alle 09:51

Per capire al meglio come Jannik Sinner abbia sconfitto Félix Auger-Aliassime nella semifinale degli US Open, diventando il quarto giocatore dell’era Open a centrare cinque finali consecutive in tornei dello Slam dopo Rod Laver, Roger Federer, Novak Djokovic e Rafa Nadal, bisogna fare un flashback di 400 minuti rispetto alla fine della partita. Il match tra il numero uno del mondo e il canadese, al 27esimo posto del ranking, deve ancora cominciare, ma nella pancia dell’Arthur Ashe Stadium, il campo principale di Flushing Meadows, si sta svolgendo la conferenza stampa di Novak Djokovic, appena sconfitto da Carlos Alcaraz nell’altra semifinale.

«Ho perso contro Sinner o Alcaraz in tre Slam su quattro quest’anno. Loro sono troppo bravi e giocano a un livello davvero molto alto. Nel terzo set io non ne avevo più, mentre lui aveva ancora tante energie» ha raccontato il serbo, vincitore di 24 tornei dello Slam. «Questa è la stessa sensazione che ho provato anche con Sinner quest’anno. Nelle partite al meglio dei cinque set fatico a giocare contro di loro. In futuro sarà difficile superarli negli Slam». Il più vincente tennista in attività e di sempre, uno dei più grandi di tutti i tempi, ha letteralmente dovuto celebrare due ragazzi nati dopo il 2000, dicendo, senza mezzi termini. che entrambi sono nettamente superiori a tutti gli altri colleghi, lui compreso.

Parole quasi profetiche quelle di Nole. Perché tre ore e 19 minuti dopo, la sensazione che si prova alla fine del match tra Sinner e Auger-Aliassime è esattamente quella. Ovvero, quella per cui bisogna abituarsi a vedere il primo e il secondo della classifica mondiale uno contro l’altro in ogni finale di un torneo in cui partecipano, indipendentemente dal valore e dallo stato di forma degli avversari. Ci sono loro, nell’Olimpo del tennis mondiale che si divertono a guardare i mortali che si affannano per sfidarli, per poi perdere puntualmente.

Prendiamo proprio la partita di Auger-Aliassime: è stata a tratti commovente, probabilmente la migliore dell’anno del tennista canadese, per variazione di colpi e soluzioni in relazione al contesto in cui si trovava. Félix è stato nel vivo del gioco molto di più di quello che dica l’1-6, 6-4, 3-6, 4-6 con cui ha perso il match. Il trend del primo set gira sul break del secondo gioco, piazzato subito da Sinner. L’italiano trova fiducia fin dall’inizio, imprimendo il suo ritmo 10x che sul cemento logora costantemente il rivale, lavorandolo ai fianchi nel corso dello scambio. Sinner non perde il servizio, infilando un buon numero di prime, per poi trovare il break decisivo grazie a una grande rapidità in risposta, la vera arma in più di Jannik su questa superficie. In 47 minuti si chiude il primo set, in 40 minuti il secondo, ma con un esito totalmente diverso. Ancora un game a zero per Auger-Aliassime che chiude il secondo set con un solo punto perso al servizio. Un parziale indirizzato dal break nell’ottavo gioco, ottenuto dal canadese alla quinta palla break del set. Sinner non è riuscito a essere incisivo nello scambio da fondo, ma per lui c’è l’ombra di un problema fisico: l’azzurro è uscito dal campo per un medical time-out, lamentando un dolore all’addome.

Giusto il tempo di far intervenire il dottore per un fastidio che Jannik, nel postpartita, ha definito «nulla di grave», ed ecco che Sinner torna a fare Sinner, come se non fosse accaduto nulla. Neanche una leggera ripercussione, un’incertezza, una sbavatura. Un pc riavviato e ora pronto a performare al meglio. Eccolo il fattore psicologico che distrugge l’avversario, costretto a un moderno supplizio di Tantalo. Magari si arriva a scalfire quell’ineluttabile masso italiano, ma poi in qualche modo non lo si sposta mai. Al rientro, infatti, Sinner manca una palla break ma il suo gioco torna a viaggiare a ritmi insostenibili. Ci vogliono cinque giochi per un nuovo break, aiutato anche da un colpo fortunato ma voluto: su una prima rischiosa, il numero uno colpisce in risposta allungandosi, creando un lob un po’ casuale che sorprende Auger-Aliassime. Il canadese cancella un set point al servizio sul 2-5, ma nel game successivo Sinner chiude un parziale in cui mette insieme 11 vincenti e soli quattro errori contro i dieci di Auger-Aliassime.

Il quarto set si apre con quattro giochi molto combattuti, tutti conclusi ai vantaggi. Sinner nel secondo game salva due palle break di fila e altre tre nel quarto game. La prima con un rovescio incrociato in arretramento vicino alla linea di fondo campo e le altre grazie a due non forzati del numero 27 al mondo, che sbaglia un dritto lungolinea, poi una risposta a una seconda palla di servizio di Sinner non troppo complicata. Il break allora se lo prende Sinner alla prima occasione disponibile nel set, nel quinto game: il dritto out di Auger-Aliassime gli consegna di fatto il successo, il numero 300 in carriera, il 27esimo consecutivo sul cemento. E la finale, ovviamente.

Jannik ha vinto soffrendo e facendo ricorso a tutta la sua qualità tecnica e soprattutto fisica, così più ampia di quella di tutti gli altri tennisti del circuito tranne uno, Carlos Alcaraz. Lo spagnolo ha avuto la meglio di Djokovic nello stesso modo, mostrando la versione prime. Un modello che entrambi dovranno riproporre anche domani, dalle 20 ore italiane, quando si contenderanno l’ultimo Slam della stagione. Ma anche la vetta della classifica ATP e il titolo momentaneo di re del tennis. Perché presto, prestissimo, ci saranno un altre grande torneo e poi uno Slam in cui si ritroveranno in finale, uno contro l’altro, ancora loro, sempre loro.

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