La Francia potrebbe davvero allontanarsi da Saint-Denis. Il tempio del calcio Bleu, l’ormai storica casa della Nazionale francese da quasi un trentennio, potrebbe non essere più tale. Il rapporto complicato tra la FFF (acronimo di Fédération Française de Football) e lo stadio della finale mondiale del 1998 è una questione che si trascina da diversi mesi. Lo Stade de France è infatti di proprietà statale, ma il contratto di concessione è scaduto ad agosto e le trattative sono ancora in stallo.
Per le tre partite casalinghe di qualificazione ai Mondiali 2026 contro Islanda, Azerbaigian e Ucraina, intanto, la Francia ha scelto l’altro grande stadio calcistico di Parigi, il Parco dei Principi. Che Aurélien Tchouaméni ha definito «uno stadio fantastico, ma lo Stade de France è un livello superiore». Ecco, questa è la sensazione condivisa in tutta la Francia. Eppure la Nazionale di Deschamps non potrà utilizzare il suo impianto casalingo, e la stessa cosa riguarderà le altre due partite casalinghe per la qualificazione ai Mondiali 2026, quella contro l’Azerbaigian del 10 ottobre e quella contro l’Ucraina del 13 novembre.
Ma come mai la situazione non si è ancora sbloccata? Perché GL Events, nuovo concessionario dello Stade de France da alcune settimane, non ha ancora ripreso i negoziati con la FFF per l’organizzazione delle partite della Nazionale francese e di altri eventi nello stadio di Saint-Denis. Durante i primi colloqui, è stato l’aspetto economico a creare frizioni tra le due parti: «Voglio tornare allo Stade de France, ma a condizioni più equilibrate», aveva spiegato il presidente della Federazione, Philippe Diallo, in un’intervista a RMC rilasciata ad aprile scorso. «Dal punto di vista economico, ma anche in termini di rapporto con il nostro pubblico, andare in provincia è stata una scelta molto positiva. Non ho fretta, non rifiuto lo Stade de France, ma ci torneremo solo a certe condizioni. Cosa che finora non è successa».
Nel dettaglio, la FFF vuole pagare un affitto più basso rispetto ai sette milioni di euro anui richiesti in passato. Questa idea si basa sulla tariffa concessa alla Federazione francese di rugby, che per ospitare per la Nazionale spende maggiore investe circa 900mila euro a partita. La questione è spinosa, ma sarà necessario trovare un accordo rapidamente, poiché UEFA e FIFA chiedono alle Federazioni di indicare le sedi delle prossime partite con largo anticipo. Un ritorno allo Stade de France nella seconda metà del 2026 potrebbe quindi essere difficile. Fino ad allora, le partite ufficiali verranno disputate al Parco dei Principi, che è stato lo stadio della nazionale francese fino al 1997. Un impianto che comunque richiama delle buone vibrazioni, dato che lì la Francia ci ha vinto l’Europeo del 1984.