Il signore del gol. Se ancora non fosse chiaro a qualcuno, Erling Haaland l’ha voluto ribadire per l’ennesima volta, trascinando il Manchester City contro il malcapitato United nella stracittadina di domenica. Doppietta, pallone portato a casa, soprattutto un secondo tempo da dominatore assoluto e da giocatore totale. Non solo per le sue irreali percentuali realizzative: quando siamo appena a metà settembre, il norvegese ha sfondato la doppia cifra: già 11 reti stagionali tra club e Nazionale – inflazionate dalla manita rifilata alla Moldavia, d’accordo, ma resta il segno di uno stato di forma straripante. Che dura da più di tre mesi: il bottino sale a quota 15 in 10 partite, considerate tutte le gare disputate – anche amichevoli e Mondiale per Club – a cavallo di quest’estate. E nelle ultime 14, Haaland non ha trovato la via del gol solamente in due occasioni, nelle quali i Citizens sono rimasti a secco. Un’imprescindibile tassa da pagare.
Dicevamo, non è soltanto lo strapotere sotto porta a renderlo l’attaccante migliore al mondo in questo momento. Perché Haaland, anche grazie alla sapiente regia tattica di Guardiola, è sempre più coinvolto nella manovra: contro i Red Devils ha messo a referto 31 tocchi (9 nell’area avversaria), 5 tiri (3 nello specchio), 3 duelli vinti, due dribbling riusciti, un’altra palla gol creata oltre alla doppietta e 6 interventi difensivi determinanti (forse il dato più notevole). Statistiche di un giocatore totale, che appena alza il ritmo trascina con sé l’intero Manchester City.
E poi il marchio di fabbrica. Il 2-0 siglato sgusciando sul filo del fuorigioco, tra le maglie dei centrali dello United, per poi battere Bayindir in uscita. Il tris calato con disarmante facilità, galoppando in solitaria e chiudendo col piattone sinistro. Roba da Haaland, che proprio domenica ha tagliato il traguardo delle 300 gare coi club da quando ha lasciato la Norvegia nel gennaio 2019: a corredo fanno 264 reti in totale. Un media fantascientifica, perfino in miglioramento in questo inizio di 2025/26 che per squadra e giocatore sanno tanto di riscatto.
“Da quando è arrivato qui, Erling non ci ha mai deluso”, ha dichiarato Pep nel postpartita di Manchester, tessendo le lodi di un fuoriclasse che soltanto in apparenza – potenza e profondità del nove puro – sembra estraneo al suo gioco. “Ci mette sempre l’anima, per questo ha firmato un contratto per restare con noi a lungo. Parliamo di un calciatore speciale. E questa è la miglior versione di sé: anche oltre la stagione del treble. Non lo valuto per l’apporto in difesa, vogliamo che segni tanto e ci dia una mano col suo dinamismo”. Detto fatto, testa alla prossima. Difese avversarie già in preghiera.