Nel corso di Verona-Juventus, in tanti sono rimasti colpiti dal gioco volitivo, aggressivo, si può dire anche asfissiante, praticato dall’Hellas. Niente che non si sia già visto, dalle parti del Bentegodi è da anni che le cose vanno così. Anzi, per dirla meglio: è da anni che le cose funzionano così, grazie alle idee di allenatori con un’identità chiara – Juric, Baroni, Zanetti – e alle intuizioni di Sean Sogliano, un direttore sportivo che sembra fatto apposta per costruire squadre che giocano a mille all’ora, magari non elegantissime ma decisamente toste. Il business del Verona è essenzialmente questo: comprare giocatori in grado di interpretare il calcio con questo stile ipercinetico, quindi giovani e affamati, per poi rivenderli e fare plusvalenza. Il punto è che a volte, come dire, diventa difficile seguire davvero tutti i movimenti di mercato di Sogliano e quindi dell’Hellas. Nel senso che i giocatori che arrivano sono talmente tanti, e a volte sono così poco conosciuti, che a un certo punto uno si ritrova perduto. Tanto per capire: in quanti si sono accorti che il Verona ha firmato Roberto Gagliardini nell’ultima sessione di mercato?
Ecco, Gagliardini è uno dei 18 (!) nuovi arrivi che hanno integrato l’organico di Paolo Zanetti. Un organico che, come da modello appena illustrato, ha perso alcuni elementi fondamentali: Tchatchoua finito al Wolverhampton, Coppola finito al Brighton, Ghilardi finito alla Roma. E poi tutta una serie di calciatori (Tengstedt, Dawidowicz, Daniliuc, ecc.) meno imprtanti che hanno concluso la loro esperienza in gialloblu. Per sostituirli, come detto, sono arrivati tantissimi nomi nuovi. Quasi tutti in stile-Sogliano, un maestro nell’individuare giocatori giovani – o comunque non anziani – che devono lanciare o anche rilanciare la propria carriera. Per orientarci, partiamo dai giocatori per cui è stato esercitato il riscatto dopo il prestito dello scorso anno: si tratta di Bradaric (dalla Salernitana), Kastanos (sempre dalla Salernitana), Bernede (dal Losanna), Niasse (dallo Young Boys), Sarr (dal Lione). Passiamo poi agli svincolati: oltre al già citato Gagliardini, anche Akpa-Akpro si è unito al Verona dopo l’esperienza al Monza.
Ed eccoci arrivati ai colpi “veri”, ovvero ai giocatori scovati in giro per l’Europa e per il mondo. Seguendo l’ordine del valore di mercato di Transfermarkt, dalla cifra più bassa a quella più alta, il primo della lista è Fallou Cham, 19enne terzino prelevato dalla Scafatese. Il secondo è Yellu Santiago, centrocampista ex Getafe arrivato a parametro zero. Poi c’è Enzo Ebosse, uno dei tanti difensori-corazzieri che hanno giocato gli ultimi campionati con l’Udinese. E ancora, risalendo verso l’alto, troviamo il 23enne terzino Rafik Belghali (proveniente dal Malines), il 21enne attaccante Giovane (preso dal Corinthians) e Unai Núnez, 28enne difensore ex Celta Vigo. Siamo arrivati quasl al vertice di questa classifica: il difensore Nicolás Valentini (preso in prestito dalla Fiorentina) ha un valore di mercato appena ineriore a quello dei grandi colpi a effetto di Sogliano, ovvero Al-Musrati (dal Besiktas), Bolla-Kotchap (dal Southampton), Gift Orban (dall’Hoffenheim) e Nelsson (dal Galatasaray). Queste ultime sono tutte operazioni concluse in prestito con diritto di riscatto, e alcune sono veramente inattese: chi mai poteva aspettarsi che l’Hellas riuscisse a mettere le mani su giocatori come Gift Orban e Bolla-Kotchap? Certo, entrambi sono reduci da un evidente calo nelle prestazioni e quindi le attese intorno a loro sono meno calde rispetto a qualche stagione fa. Ma restano dei nomi importanti, riconoscibili, non solo esotici.
Tutte queste operazioni andranno verificate col tempo, nel tempo, partita dopo partita. Finora i segnali migliori sono quelli arrivati da Giovane, da Belghali, da Unai Núnez, giocatori che si stanno candidando a essere i nuovi Tchatchoua, i nuovi Ngonge, i nuovi Noslin e Cabal e Belahyane. Anche il primo gol di Gift Orban in maglia gialloblu, benché realizzato su rigore, ha iniziato ad accendere la fantasia per un nuovo, possibile capolavoro di mercato firmato Sogliano. In ogni caso, al di là delle letture superficiali e delle facili ironie, il Verona resta un esperimento di business calcistico davvero interessante, sia per strategia che per efficienza. Le sei salvezze conquistate negli ultimi sei campionati sono lì a dimostrarlo, la buonissima prestazione con la Juve è già una prima conferma valida anche per la stagione appena iniziata. Anche se alla fine i tre punti non sono arrivati, anche se in realtà l’Hellas non ha ancora vinto in questa primissima parte di campionato, ci sono un bel po’ di segnali positivi. Non era affatto scontato.