Le contaminazioni a livello di set offensivi tra il calcio e gli sport americani sono ormai sdoganate. Gli allenatori europei, infatti, guardano sempre più alla NBA e soprattutto alla NFL nella costruzione dei loro schemi, non solo per il grado di analisi raggiunto nelle statistiche avanzate dall’altra parte dell’oceano, ma anche perché ogni tanto si trovano delle idee geniali. Come approfondito dalla BBC, soprattutto nelle situazioni di palla inattiva, ad esempio calcio e football americano presentano scenari molto simili.
Corner, punizioni e rimesse laterali vengono studiati e preparati con più attenzione rispetto al passato. In questa stagione, il 28,4% dei gol segnati in Premier League proviene da situazioni da palla inattiva, la percentuale più alta degli ultimi dieci anni. Il 3,2% delle reti deriva da rimesse laterali, il valore più alto del 2015 in avanti. Da questo punto di vista l’Arsenal ha fatto scuola, diventando una macchina da gol da calcio piazzato. Dall’inizio della stagione 2023-24, i Gunners hanno segnato 36 gol su calcio d’angolo in Premier League, ben 15 in più di qualsiasi altra squadra nello stesso periodo. È plausibile che Arteta e il suo staff guidato da un genio del male come Nicolas Jover, abbiano preso ispirazione proprio da squadre NFL.
Ai giocatori vengono chiesti movimenti predefiniti, analizzati per liberare un compagno e creare spazio per un tiro o un colpo di testa. Un’evoluzione rispetto agli schemi più semplici del passato, quando si puntava solo a metterla in area confidando nella forza fisica o nel tempismo dei propri migliori saltatori. Osservando questi giochi da vicino, si notano somiglianze con i movimenti dei giocatori nel football americano. Nella NFL esistono le cosiddette rub routes, movimenti che bloccano indirettamente la corsa di un avversario, liberando spazio. Contro il Newcastle Gabriel ha segnato il gol decisivo grazie a un blocco di Saliba su Pope. Il francese ha seguito una traiettoria predefinita che ha occupato la zona del portiere, impedendogli di uscire: un’azione quasi identica alle rub routes della NFL.
Anche blocchi più deliberati stanno diventando comuni in Premier League. Le squadre posizionano giocatori davanti ai portieri per limitarne i movimenti e la visuale. Il Chelsea ha segnato tre gol su corner contro il West Ham a inizio stagione: il ruolo di Liam Delap, che ha ostacolato il portiere Mads Hermansen, è stato fondamentale. Il nove dei Blues ha cercato di replicare i blocchi visti nel football americano. Un altro esempio arriva dal Crystal Palace, sempre contro il West Ham: Adam Wharton si è posizionato fermo davanti al suo marcatore, fermandone il movimento e liberando Guehi che ha potuto colpire indisturbato. Questo schema ricorda un’altra disciplina americana: il basket, dove il movimento è chiamato screening.
Il calcio, a differenza di molti altri sport, presenta un numero altissimo di variabili in campo: 22 giocatori che si muovono liberamente su un campo grande con un pallone tra i piedi rendono difficile pianificare tutto. Sport come tennis o football americano, invece, sono composti da una serie di pause che isolano azioni codificate e ripetibili. Per questo nel calcio esiste sempre un elemento di improvvisazione: i giocatori devono reagire alle situazioni in tempo reale. La missione dei grandi allenatori moderni, Arteta e Maresca più di tutti, è provare a ridurre questo elemento di varianza. Lo stile di Arteta, in particolare, è fondato sul controllo e su poche jam session in fase offensiva. Abbassando i rischi nel gioco aperto, le squadre possono concentrarsi sulle situazioni più prevedibili, come i calci piazzati, dove la preparazione e lo studio fanno la differenza. Un modo forse di influire di più sul gioco, togliendo qualche responsabilità ai calcatori. Quello che avviene anche negli sport USA, soprattutto in NFL, dove guarda caso i coach sono delle star, anche più degli atleti.