Non c’è più soltanto il PSG. Se tre indizi – e altrettante vittorie – sono una prova, la Ligue 1 scopre l’altra Parigi: colori biancoblù, il marchio di Louis Vuitton sul progetto sportivo e il nome Paris Football Club ormai ben chiaro a tutti gli stadi di Francia. Nel weekend la squadra di Stephane Gilli ha trovato i tre punti piegando 2-0 il Lorient. Prima ancora aveva battuto il Brest in trasferta e il fanalino di coda Metz in casa. Un buon pareggio sul campo del Nizza. Un solo ko, per 2-3 contro lo Strasburgo, dopo le prime due giornate di campionato – “scottarsi” con la categoria, dopo 46 anni di digiuno, era da mettere in preventivo. Oggi però Maxime Lopez e compagni sembrano aver preso le misure alla Ligue. Senza fare il passo più lungo della gamba.
La rosa del Paris non è molto giovane – 28,5 anni di media –, ma per il momento serve soprattutto l’esperienza necessaria a competere e mettere radici in Ligue 1. Oltre al centrocampista ex Sassuolo, i pezzi pregiati sono Otávio, difensore arrivato dal Porto, l’ala 30enne Moses Simon e l’attaccante scuola Lione Willem Geubbels. Anche se per adesso la copertina se la prende il trequartista algerino Ilan Kebbal, ormai fedelissimo del Paris sin dal 2022: già sei (4+2) fra gol e assist in campionato, più di qualunque altro giocatore – compresi i fenomeni del PSG. E a proposito di derby: calendario alla mano bisognerà attendere il 2026, il divario sarà in ogni caso abissale ma la sensazione è che il PFC possa instaurare una rivalità sportiva dall’esito sempre meno scontato. Soprattutto nel lungo periodo.
Perché questo è l’orizzonte temporale dell’ambizioso progetto societario, costruito su risorse economiche pressoché illimitate – come possono esserlo quelle della famiglia Arnault. A differenza dell’arrembante ingresso nel calcio da parte dei magnati mediorientali, i vertici del Paris FC hanno sempre dimostrato particolare oculatezza. “Dobbiamo essere attenti soprattutto in questi prossimi anni”, ha dichiarato il presidente Pierre Ferracci. “Per noi resta fondamentale stabilirci in Ligue 1 ed evitare passi falsi: per questo abbiamo bisogno di calciatori avvezzi a questo tipo di sfide”. Poi però c’è la visione proiettata verso il futuro, con tanto di academy ispirata alla cantera del Barcellona. Il difficile insomma è adesso. Eppure i tifosi sono già in preda all’euforia e cantano più forte dei rivali designati: “Paris est magique, ici c’est Paris”. Almeno sugli spalti, si può mettere da parte la prudenza.