Un esperimento assoluto, che a Vigo e dintorni apprezzeranno di certo. Per la prima volta nella storia, Televisión Española (TVE, l’azienda pubblica televisiva del Paese, analogo della nostra Rai), trasmetterà una partita della Nazionale in galiziano. Un’iniziativa nata nell’impegno per la diversità linguistica, tematica sempre delicata e sfaccettatissima nella penisola iberica, che negli ultimi anni ha riscontrato crescente attenzione da parte degli enti locali e centrali. L’occasione sarà il doppio impegno per le qualificazioni ai Mondiali 2026 in programma il 10 e il 14 ottobre, con la Spagna che avrà l’occasione di blindare il pass per l’America contro Georgia e Bulgaria, giocando a Elche e Valladolid.
TVE offrirà dunque la telecronaca dei due match in lingua galiziana – o gallega, o ancora galega – fatta salva naturalmente l’opzione di seguire Pedri e compagni con il consueto commento in spagnolo. Scorreranno le stesse immagini, per le quali la tv di Stato permetterà agli spettatori di scegliere fra due tracce audio. Chi saranno i professionisti incaricati di questa première? Carlos Jiménez, veterano radiocronista dell’emittente pubblica – l’alter ego del nostro Francesco Repice, sempre per intenderci – ed Enrique Morales, caporedattore di TVE a Vigo, mentre il commento tecnico sarà affidato a Manel Fernández Anidos, ex centrocampista di Celta ed Elche, nativo della provincia di A Coruña.
Si tratta di una pietra miliare all’interno dell’annoso capitolo delle lingue co-ufficiali del Paese: quella di Stato è soltanto lo spagnolo, mentre le altre – catalano, galiziano, basco, ma anche dialetti come il valenciano – restano “ufficiali nell’ambito delle rispettive comunità autonome conformemente ai propri statuti”, dichiara la Costituzione. Se però il catalano, considerata anche la potenza economica, politica e demografica di Barcellona, viene regolarmente impiegato per le telecronache della Nazionale – sul canale 2Cat – e di recente anche il basco sta trovando i suoi spazi fra EITB e DAZN, il galiziano, per quanto sia parlato quotidianamente da oltre 3 milioni di persone nel nordovest della penisola, finora non aveva sperimentato altrettanta dignità sportiva. Suona come un idioma ibrido, tra lo spagnolo e il portoghese, abbastanza intuibile alla pronuncia. Giusto un paio due esempi: gol, calciatore, coppa del mondo si traducono in gol, futbolista, copa do mundo. Per un castigliano curioso, forse non serve neanche cambiare l’audio.