Per vincere a Parigi, Sinner ha dovuto tirare fuori il meglio del suo repertorio

La prima vittoria al Masters 1000 parigino, contro un ottimo Ager-Aliassime, non è stata agevole. Ma ha riportato Jannik in testa al Ranking ATP, pure con un certo merito.
di Redazione Undici 02 Novembre 2025 alle 18:37

Le braccia alzate e la testa che cade stanca dopo aver fissato per qualche secondo il tetto del palazzo della Defense Arena: è questa l’immagine che fissano bene lo stato d’animo di Jannik Sinner, il suo quinto titolo stagionale, il quinto Masters 1000 in assoluto, il primo a Parigi. Quella di Jannik è stata una vittoria sudata, il campo lento e un Ager-Aliassime con un braccio formato-Transformers lo hanno costretto a tirare fuori lo smoking, il vestito migliore possibile in una città così glamour. Il numero due del mondo, che da domani tornerà in vetta al ranking ATP, ha giocato un tennis straordinario, fatto di colpi potenti da fondocampo come di smorzate raffinate. «Lui ha servito fortissimo», ha confessato Sinner, «non è stato semplice nonostante il break nel primo set». Il tennista canadese non ha fatto sconti al suo avversario, Sinner a sua volta è stato bravo a capitalizzare i brevi momenti di défaillance e a sfruttare il suo grande punto debole: lo scambio prolungato.

L’approccio di Sinner è stato feroce. Come sempre succede quando vince il sorteggio, ha scelto di rispondere per imporre il proprio ritmo fin dal primo game. E, come capitato anche ieri nella semifinale contro Zverev, il numero due del mondo ha breakato in avvio, indirizzando già il set. La strategia di Sinner è stata semplice quanto efficace: far correre più possibile Auger-Aliassime, aprire il campo, colpire forte da fondocampo lungo e in generale non lasciare il tempo di pensiero al canadese. Il numero 10 del ranking, infatti, è uno che può letteralmente metterla dove vuole, ma deve avere la possibilità di ragionare. Quando la partita sale di intensità, al livello che piace a Sinner, invece soffre. Lo dimostrano i soli tre punti in risposta nel primo parziale, in cui tendeva a sbagliare quant più si allungava lo scambio. Soprattutto quando la prima di servizio non entrava. Dodici gli errori non forzati, segno di una difficoltà nata fin dai primi scambi e mai realmente risolta. In battuta, per Sinner, invece ha funzionato tutto alla grande. Due ace e tre game a zero per l’altoatesino, che ha usato splendidamente il cross di dritto per cambiare il corso degli scambi. In un set controllato senza affanni, 6-4 in 44 minuti, Jannik ha dato spettacolo con un rovescio stretto meraviglioso ad aprire il quarto game e una palla corta dolcissima per concedersi tre palle del 5-3.

Per qualche minuto il secondo set è sembrato il copia e incolla del primo. Sinner a spingere e a conquistare due palle break. Poi però Auger-Aliassime si è sciolto e ha rimediato due volte con il servizio. Ecco la chiave della partita; quando il canadese ha cominciato bene lo scambio, è riuscito a condurre i punti e a trovare diverse soluzioni alle risposte lunghe di Sinner, specie con il dritto da trequarti campo. Nei game partiti con la seconda di servizio, però, il canadese ha fatto una fatica enorme, costretto a inseguire l’avversario e finito sotto pressione, tanto da forzare qualche colpo di troppo dal centro. Con l’andare del set,  Auger-Aliassime ha preso sempre più fiducia, liberando il braccio e anche qualche urlo nel palazzo della Defense. Il primo momento un po’ complicato per Sinner è arrivato nel sesto gioco, quando sul 30-15 ha commesso un sanguinoso doppio fallo. In questi istanti, però, è uscita tutta la potenza mentale del campione. Con un palla corta, ha riportato il game dalla sua parte, riequilibrando il match sul 3-3.

Sinner non si è scomposto neanche quando non è riuscito a sfruttare tre palle break del 4-3, annullate da Auger-Aliassime con tre servizi devastanti. Più convinto di potersela giocare, Felix ha forzato anche sulla diagonale sinistra che tanti problemi gli aveva dato nel primo set. Risultati alterni, sì, ma nel complesso una scelta positiva, dato che ha obbligato Sinner a servire per rimanere nel set. Una pressione da cui Sinner pareva uscito splendidamente, con due ace consecutivi, il quarto e il quinto in totale, salvo poi trovare due dritti un po’ troppo lunghi che hanno mandato il gioco ai vantaggi. Uno sbaglio dell’avversario e un nastro tesissimo hanno aiutato l’italiano a venir via dai minuti più complessi del suo pomeriggio. Due turni di servizio di ordinaria amministrazione, da una parte e dall’altro hanno rimandato il discorso al tie-break, girato con Sinner sul 4-2. Da lì Jannik ha messo in galera l’avversario, con la naturalezza di chi, prima di tutto non voleva prendersi rischi folli, conscio del mini-break di vantaggio. Quando ce n’era più bisogno, il servizio non ha tradito. Con un passante lungolinea dei suoi ha messo il lucchetto alla partita, in un’ora e 47 minuti. Un “grazieeeee” con mille “e” la firma del nuovo numero uno del mondo. Un ringraziamento speciale, poi, glielo manderà da Atene anche Lorenzo Musetti che proprio “grazie” al ko di Auger-Aliassime resta in corsa per le ATP Finals di Torino.

>

Leggi anche

Tennis
Jannik Sinner è tornato a essere una macchina infernale
Il tennista numero due del mondo si è preso la finale di Parigi con una partita autoritaria, anche se Zverev era in condizioni precarie.
di Redazione Undici
Tennis
La sconfitta contro Norrie ha fatto tornare Alcaraz alla sua versione intermittente, e così Sinner può riprendersi il primo posto nel Ranking
La sconfitta dello spagnolo potrebbe riportare Jannik in testa al Ranking. E apre anche un nuovo fronte in vista delle ATP Finals di Torino.
di Redazione Undici
Tennis
Jannik Sinner ha criticato i tornei del Grande Slam per i montepremi e lo scarso welfare, scrive il Guardian
Il tennista numero due al mondo ha chiesto di aumentare i premi di partecipazione e la solidarietà nei confronti dei giocatori.
di Redazione Undici
Tennis
La vittoria di Sinner a Vienna è la miglior notizia possibile, per lui, in vista delle ATP Finals
La finale contro Zverev è stata durissima, anche per merito del tedesco. Ma Jannik ha saputo tirare fuori tutta la sua enorme forza, psicologica prima ancora che tecnica.
di Redazione Undici