L’Union Saint-Gilloise è diventata la squadra per cui tifano molti degli impiegati negli uffici dell’Unione Europea

Il club belga si presta perfettamente a essere sostenuto dagli expat, per i suoi risultati e per le sue radici in un quartiere molto particolare.
di Redazione Undici 04 Novembre 2025 alle 13:25

Per quanto riguarda il calcio, Bruxelles è un po’ come Londra: di fatto ogni zona della metropoli ha il suo club, quindi i suoi valori di riferimento. Poi ci sono anche tantissimi expat, per i quali è difficile identificarsi con una squadra in particolare. A meno che non si tratti dell’Union Saint-Gilloise, che da quando è rientrato nell’élite della Jupiler Pro League – il ritorno nel massimo campionato risale al 2021, un anno fa è arrivato il titolo nazionale – è diventato il club più amato dai cittadini stranieri. Soprattutto se guardiamo alle tante persone che lavorano presso le istituzioni europee, oppure che gravitano intorno al Consiglio Europeo, al Consiglio dell’Unione, alla Commissione e al Parlamento Europeo (che si riunisce nella capitale belga oppure a Strasburgo), le sedi UE che hanno sede a Bruxelles.

Ma perché questa categoria di persone/tifosi è così attratta da un club come l’USG? Ne ha parlato il quotidiano spagnolo El Confidencial in un articolo pubblicato alla vigilia della partita contro l’Atlético Madrid, la quarta che il Saint-Gilloise gioca in questa edizione della Champions League, e la risposta è abbastanza composita: la differenza l’hanno fatta la crescita recente del club, ma poi sono subentrati altri aspetti. Aspetto che si possono definire “culturali”, o anche “identitari”.

Si comincia da uno stadio – il “Joseph Marien”, soprannominato affettuosamente “La Butte” – dall’architettura singolare, con una bellissima facciata Art Déco, che può ospitare solo 9400 tifosi e che quindi in Champions viene “sostituito” dall’impianto dell’Anderlecht, ma che rende ancora forte il legame dell’USG con la sua comunità. E quindi i funzionari europei – e gli expat in generale – rivedono nel Saint-Gilloise un club radicato con il piccolo comune che rappresenta, Saint-Gilles, con la gente che vive intorno allo stadio. Gente che da qualche anno, a sua volta, ha ricostruito un certo orgoglio calcistico e quindi locale, e nel frattempo ha anche “subito” una gentrificazione immobiliare e quindi culturale piuttosto significativa.

Insomma, l’USG è un mix esplosivo di tradizione, modernità e risultati. Non a caso, scrive El Confidencial, è stato fondato anche un club ufficiale che coinvolge i funzionari delle istituzioni europee, bEUnion, che aiuta i nuovi arrivati ​​a Bruxelles a entrare in contatto con la città passando attraverso la squadra e il suo quartiere di riferimento. Quartiere che, come detto, ha ancora un’anima di periferia, diciamo pure operaia, e che adesso si sta mescolando con una nuova generazione di abitanti. Più integrata, grazie agli expat, più ricca. E non solo a livello calcistico.

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