Il Belgio, la fabbrica degli attaccanti

Zirkzee, Osimhen, Boniface e tanti altri: la Jupiler Pro League è un contesto perfetto in cui crescere e mettersi in mostra senza troppe pressioni.

Il primo giocatore brasiliano a toccare quota 20 reti nella stagione 2023/24 non è stato Gabriel Jesus o Vinícius Júnior, né tantomeno Neymar o Endrick, piuttosto un centravanti con meno allure: Igor Thiago. L’attaccante del Club Brugge, arrivato in estate dai bulgari del Ludogorets con appiccicata addosso l’etichetta di cessione più remunerativa della storia del campionato bulgaro, non ha per nulla sofferto il salto nella più competitiva Jupiler Pro League belga. La stessa cosa era avvenuta due anni fa, quando Igor Thiago arrivò a Razgrad dal Cruzeiro: in Bulgaria, si è guadagnato le attenzioni di mezza Europa realizzando 20 reti in 53 presenze. Un bottino rilevante, anche se non eccezionale, già eguagliato nell’avventura belga, anche se ha disputato poco più della metà delle gare giocate con la maglia del Ludogorets. Dopo qualche fisiologico affanno iniziale, quantomeno sotto il punto di vista dei numeri, Igor Thiago è letteralmente esploso, imponendosi come uno dei centravanti emergenti più promettenti non solo del campionato belga, ma dell’intero panorama europeo. Il decollo è stato verticale: nelle ultime otto partite, infatti, il centravanti del Club Brugge è andato a segno addirittura 13 volte, diventando con 40 reti realizzate il secondo miglior marcatore brasiliano dell’anno solare 2023. «Ogni giocatore ha bisogno di un po’ di tempo per adattarsi. Sia per l’atmosfera degli stadi che per il ritmo della partita», ha spiegato Igor Thiago in un’intervista rilasciata al portale ufficiale del Club Brugge. «Ci vuole un po’ di pazienza, ma tutti nel club mi hanno concesso il tempo per ambientarmi».

Quello di Igor Thiago, però, non è un caso isolato. Sono tanti i gioielli offensivi esplosi dopo essersi messi in mostra nella vetrina della Jupiler Pro League. Ancora meglio di lui, perlomeno in campionato, ha fatto Mohamed Amoura: il versatile e sgusciante attaccante algerino della Royale Union-Saint Gilloise, infatti, ha già accumulato 13 reti. Plasmatosi in patria, tra Djijel e Sétif, Amoura è approdato quest’estate in Belgio via Lugano, dopo aver sfiorato la doppia cifra nella passata stagione in Svizzera. «In passato sono stato molto vicino all’Anderlecht», ha detto qualche tempo fa. «Poi quest’anno ho avuto offerte anche dalla Francia, ma il mio agente mi ha consigliato di approdare in Belgio. Non potevo fare scelta migliore».
Les Unionistes, del resto, hanno un discreto fiuto per i centravanti: negli ultimi anni, ad esempio, al Joseph Marien Stadium sono transitati dei giocatori come Deniz Undav (21 gol e 13 assist nel 2012/22), attualmente vicino alla doppia cifra in Bundesliga con lo Stoccarda, ma soprattutto come Victor Boniface, che dopo essere detonato in Belgio, 17 gol e 12 assist in 51 gare, nella prima parte di questa stagione ha terrorizzato le difese della Bundesliga con la maglia del Bayer Leverkusen. Dopo aver realizzato 16 reti in 23 gare di tutte le competizioni, l’attaccante nigeriano, pagato circa 20 milioni di euro (bonus compresi) dalla squadra tedesca, ora vale almeno 40 milioni – almeno secondo Transfermarkt. Ed è un dato che sembra destinato a crescere.

Esattamente come la valutazione di Gift Orban e Tolu Arokodare. Il primo, pescato dal Gent in Norvegia, sta vivendo un fisiologico effetto rebound dopo aver impattato come un asteroide sul pianeta Jupiler Pro League. Attaccante rapido, potente e dalla forte tensione verticale, Orban ha messo insieme 20 gol nelle prime 22 partite con la maglia dei “Buffalos”, togliendosi lo sfizio di realizzare pure un paio di triplette, tra cui quella più veloce nella storia delle coppe europee contro l’Istanbul Basaksehir, e addirittura un poker al malcapitato Zulte Waregem. Meno agile, ma decisamente più potente e strutturato, anche Tolu Arokodare vede piuttosto bene la porta: il gigante nigeriano (è alto 1.97 m) è stato scovato dal Genk nella Ligue 2 francese, più precisamente nell’Amiens, ha segnato sei reti e servito tre assist in 19 gare di campionato.

Negli ultimi anni, insomma, la Jupiler League ha rappresentato il trampolino di lancio di alcuni dei più promettenti attaccanti del panorama europeo. Il contesto, del resto, è favorevole. Il campionato belga, all’ottavo posto nel ranking UEFA riservato alle leghe nazionali, è la palestra ideale per un giovane calciatore con buone prospettive: non troppo opprimente dal punto di vista delle pressioni, ma abbastanza competitivo per considerarlo una valida tappa, iniziale o intermedia, in un graduale percorso di crescita. Non è un caso, infatti, se la Jupiler Pro League è il secondo campionato con l’età media più bassa (24.8 anni, fonte Transfermarkt) tra i top 10 campionati europei, preceduto solamente dall’Eredivisie olandese. La necessità dei club di sopravvivere grazie al player trading, come testimonia anche il saldo attivo di circa 30 milioni di euro con il quale la lega ha chiuso l’ultimo mercato estivo, poi, fa il resto. Una voce corposa, che ha contribuito in maniera sostanziale all’utile, è stato indubbiamente il passaggio di Boniface dalla RUSG al Bayer Leverkusen – di cui abbiamo già detto prima.

Negli anni passati, invece, lo stesso effetto positivo sulle casse del Charleroi lo aveva apportato la cessione di Victor Osimhen ai francesi del Lille per circa 22 milioni e mezzo di euro, bonus compresi. Il passaggio di Osimhen in Belgio, però, non è stato facile: nell’estate del 2018, l’attuale centravanti del Napoli era stato scartato da Zulte Waregem e Club Brugge; Osimhen, tra l’altro, era anche debilitato dalla malaria, contratta nel corso di un viaggio in Africa. Per fortuna a dargli fiducia ci ha pensato, come detto, lo Charleroi: il calvario dell’attaccante nigeriano è ufficialmente terminato il 22 settembre 2018, quando è andato subito in gol al debutto con i bianconeri, liberandosi di un grosso fardello psicologico. «In quel momento ho ritrovato la felicità dopo tanto tempo», ha raccontato Osimhen alla BBC. E da allora non l’ha più smarrita: ha segnato 20 gol in 34 partite in Belgio, tra cui quello più veloce nella storia del calcio belga (contro lAntwerp, dopo 8.15 secondi di gioco), guadagnandosi così le attenzioni di molti osservatori europei.

Osimhen in Belgio era fuori controllo

Un altro nigeriano, Terem Moffi, ha utilizzato il campionato belga come catapulta verso un torneo dei Big Five, passando nel 2020 dal Kortrijk al Lorient per 8 milioni di euro, bonus compresi. In Bretagna, poi, ha definitivamente spiccato il volo, mettendo a segno 35 reti in 3 stagioni con la maglia arancio-nera dei “merlus”. Nello stesso anno ha lasciato il nido belga anche Jonathan David: l’attaccante canadese è partito in direzione Lille dopo una stagione da 23 gol e dieci assist in 40 presenze, garantendo al Gent un incasso di 27 milioni di euro – ovviamente si tratta del trasferimento più costoso della storia del club. «La gente potrebbe dire che il campionato belga non è molto famoso e competitivo», ha detto David poco prima di lasciare Gent. «Ma è un ottimo trampolino di lancio per i giovani che vogliono avere una possibilità ai massimi livelli. Qui siamo costantemente in vetrina. Molti club stranieri, anche d’èlite, vengono a fare scouting e reclutamento nei club di Jupiler Pro League».

Nel 2022, invece, al Lens è servito un assegno da sette milioni e mezzo di euro (il doppio considerando i bonus) per strappare Loïs Openda al Club Brugge, dopo una parentesi in prestito piuttosto soddisfacente con il Vitesse, in Olanda, segnata da 13 gol e cinque assist in 38 partite. Infine, come se non bastasse, una stagione esaltante con la maglia dell’Anderlecht ha rilanciato la carriera di Joshua Zirkzee, uomo-chiave del lanciatissimo Bologna di Thiago Motta, uno dei giocatori più moderni ed esaltanti dell’intera Serie A. Dopo la sfortunata parentesi a Parma, l’elegantissimo attaccante olandese è rinato in Belgio – in prestito dal Bayern Monaco – sfoderando un’annata da 15 gol e otto assist in Jupiler Pro League. L’exploit di Zirkzee non è bastato per riportare il titolo all’Anderlecht, ma ha calamitato le attenzioni di un grande esperto di mercati periferici come Giovanni Sartori. «È un calciatore che conoscevamo. Lo abbiamo seguito durante la stagione all’Anderlecht in Belgio», ha confessato il responsabile dell’area tecnica del Bologna in un’intervista al portale Cronache di Spogliatoio. «È bello vederlo in campo perché ha il coraggio di fare giocate visionarie. Si completerà, diventando forte anche nelle cose normali, ma ha tantissimi margini di miglioramento». Evidentemente gli ha fatto bene passare per la Jupiler Pro League, la fabbrica dei grandi attaccanti del calcio europeo.