Il land del Nordreno-Vestfalia è il più popoloso della Germania, ed è situato più o meno al centro di un corridoio urbano ribattezzato “Banana blu”, la fascia di maggior sviluppo economico e demografico dell’Europa occidentale, che ha i suoi vertici estremi in Milano e Londra. Dortmund, Mönchengladbach, Gelsenkirchen, Leverkusen e Köln sono le grandi città a vocazione industriale che possono vantare anche una squadra con una storia di buon livello in Bundesliga. Il Revierderby, tra Schalke 04 e Borussia Dortmund, si nutre della rivalità più accesa dell’intero campionato, ma la retrocessione dei blu lo ha cancellato dal calendario. Lo scettro è passato a Bayer Leverkusen-Colonia, quest’anno rispettivamente prima e ultima in classifica, ma contro le “Aspirine” guidate da Xabi Alonso sembra non essercene per nessuno: il 3-0 finale dello scorso 8 ottobre sarebbe potuto essere anche più largo.
L’allenatore spagnolo, subentrato in corsa un anno fa, sta imprimendo un’impronta fortissima su una squadra giovane costruita intorno a diversi talenti, anche a costo di fare scelte impopolari: in estate, infatti, il Bayer ha lasciato partire alcuni elementi importanti come l’ala destra Moussa Diaby, ceduto per 55 milioni all’Aston Villa, il terzino sinistro Mitchel Bakker, finora una meteora all’Atalanta, e il mediano Kerem Demibray, ma i soldi incassati dalle cessioni sono stati reinvestiti in modo eccellente. In regia è arrivato dall’Arsenal il metronomo svizzero Granit Xhaka; al posto di Diaby è stato preso dal Borussia Mönchengladbach il trentunenne Joans Hofmann, una delle grandi sorprese di questo avvio; Bakker è stato rimpiazzato dallo spagnolo ex Benfica Grimaldo, parametro zero di lusso che sta facendo benissimo. Già l’anno scorso il Bayer aveva fatto una splendida impressione, e forse questi tre innesti sarebbero bastati per spiegare il miglioramento della squadra di Xabi Alonso. La verità, però, è che il salto di qualità più clamoroso è quello compiuto dall’attacco: il deludente Sardar Azmoun, pagato 25 milioni ma quasi mai in condizioni fisiche accettabili, si è trasferito alla Roma; al suo posto, è arrivato, dai belgi dell’Union Saint-Gilloise, il capocannoniere dell’ultima Europa League: Victor Boniface, centravanti nigeriano che è un concentrato di tecnica, esplosività e dribbling compressi in un metro e novanta di muscoli.
Accostato la scorsa primavera al Napoli, quando si parlava di una possibile partenza di Osimhen, Boniface ha caratteristiche per certi versi simili a quelle del suo compagno di Nazionale: abbina grande velocità e prepotenza fisica, dimostrandosi addirittura migliore di lui nell’arte del dribbling. Osimhen è più forte nel colpo di testa e ha dimostrato di possedere una ferocia agonistica che a Boniface fa ancora difetto in alcuni frangenti, ma il potenziale del nuovo bomber del Bayer è enorme. Soprattutto se pensiamo alla crescita incredibile che ha vissuto negli ultimi due anni: fino alla primavera del 2022, infatti, Boniface faceva la spola tra campo e panchina con i norvegesi del Bodo/Glimt, la sua prima squadra in Europa, tanto che nelle quattro sfide di Conference League contro la Roma si era visto in campo giusto qualche decina di minuti. Per lui la stagione in Norvegia era iniziata ad handicap, causa rottura del legamento crociato, ma il fatto che Botheim – oggi centravanti di riserva della Salernitana – fosse il titolare nel ruolo di prima punta è un buon metro per capire quanto si sia sviluppato il suo talento.
I gol segnati da Boniface nel corso della sua unica stagione nel campionato belga
L’anno scorso, passato per appena sei milioni ai belgi dell’Union Saint-Gilloise, Boniface ha dato il meglio di sé in Europa: nell’unico campionato belga che ha disputato, infatti, Boniface ha realizzato soltanto sette reti. In Europa League, e più precisamente nelle due sfide giocate in Germania tra i sedicesimi e i quarti di finale, il suo impatto è stato devastante. Quasi come se fosse già scritto che la Bundesliga era il campionato perfetto per una punta con le sue caratteristiche. Nel 3-3 contro l’Union Berlino, Boniface ha realizzato una doppietta d’autore: il primo gol è arrivato in modo fortunoso, perché un suo tiro dai venticinque metri è stato deviato da un avversario ed è andato a infilarsi all’incrocio con una traiettoria a campanile; il secondo gol, solo all’apparenza più semplice, può essere considerato come il manifesto di una sensibilità tecnica davvero notevole: raccolto il suggerimento centrale di un compagno lanciato in contropiede sulla destra, Boniface è riuscito a battere il portiere avversario con un delicato tocco di prima di esterno sinistro, colpendo la palla dopo una semi-rotazione del busto che poteva far pensare al tentativo di sorprendere tutti una rabona. In piena accelerazione, su un campo umido e sotto un nevischio incessante, sbracciando e dimenandosi per ottenere il passaggio, Boniface era rimasto abbastanza lucido da colpire il pallone in modo da prendere il portiere in controtempo, con un mezzo saltello che ha ricordato il rigore decisivo di Jorginho nella semifinale dell’Europeo 2021 contro la Spagna.
Boniface ha fatto ancora meglio ai quarti di andata contro la sua futura squadra, il Bayer Leverkusen. Con il risultato ancora fermo sullo 0-0, al 50esimo minuto ha ricevuto un passaggio a una decina di metri dal vertice destro dell’area. Con il primo controllo, di sinistro, è avanzato di qualche metro e quindi, dopo essersi aggiustato il pallone sull’interno destro con due rapidi tocchi d’esterno, ha trovato l’angolino basso sul palo opposto con un tiro preciso al millimetro. Gli sono serviti due secondi per trasformare un controllo in surplace in una fiammata, e con ogni probabilità è stato quello l’istante in cui a Leverkusen si sono convinti che investire proprio su di lui non sarebbe stata una cattiva idea.
Prima che si concretizzasse il suo passaggio in Germania, si diceva che il Milan avesse messo gli occhi su Boniface per occupare la casella di vice-Giroud. Il Leverkusen, però, gli ha offerto un ruolo da protagonista, e così per Victor non deve essere stato troppo difficile preferire la BayArena a San Siro. Anche l’addio di Maldini e Massara, suoi grandi estimatori, potrebbe avere inciso sulla scelta. In ogni caso, le promesse sono diventate realtà: nelle prime undici gare di Bundes, Xabi Alonso l’ha schierato sempre da titolare; solo una volta in Europa League, per la sfida in casa del Molde e alla vigilia del derby contro il Colonia, Boniface è partito in panchina. Il risultato? Siamo già a undici gol e sei assist in 1263 minuti di gioco. In pratica, Boniface è decisivo per una rete del Bayer ogni 74 minuti.
Le prime (grandi) partite di Boniface al Beyer Leverkusen
Come si vede nei video appena dopra, Boniface sa segnare in tutti i modi: sfruttando il suo fisico, come in occasione dell’1-0 contro l’Heidenheim, quando ha ricevuto spalle alla porta e ha usato il difensore come perno, inerme come un conetto, per girarsi e insaccare un rigore in movimento; bevendosi due difensori in dribbling prima di superare il portiere con un lob delizioso, come accaduto contro il Darmstadt; scaraventando in porta una terrificante botta da fuori, come avvenuto in casa del Qarabag. Ad agosto è stato nominato Rookie del mese e quindi, pochi giorni dopo, Giocatore del mese. Ha rivinto di nuovo il secondo premio a settembre e ottobre. Prima di Boniface, l’unico capace di conquistare il premio di miglior esordiente e di miglior calciatore in assoluto nello stesso mese era stato un altro attaccante che ebbe un grande impatto al suo arrivo in Bundesliga: Erling Braut Haaland.
Ovviamente quella su Haaland è una provocazione, naturalmente è ancora troppo presto per immaginare che Boniface possa raggiungere le vette toccate dal centravanti norvegese. Quel che è certo, però, è che stiamo parlando di una delle gemme preziose prodotte dalla Nigeria negli ultimi anni, di un attaccante che nessuno si aspettava potesse esplodere in modo così fragoroso. Certo, nessuno tranne il Bayer Leverkusen, che per prenderlo ha investito 20 milioni di euro. Oggi, a distanza di pochi mesi da quell’affare, 20 milioni sembrano una cifra assurda. Però al ribasso. E siamo solo all’inizio.