Con l’accensione della Fiamma Olimpica a Olimpia, in Grecia, è cominciato ufficialmente il lungo viaggio che terminerà il prossimo 6 febbraio allo stadio San Siro, quando si svolgerà la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026. Un evento un po’ diverso dal solito, svoltosi (parzialmente) al chiuso, ma pur sempre il primo tassello di un percorso, quello della fiaccola, la cui tradizione nasce nell’antica Grecia ed è stata portata avanti per quasi cent’anni nelle Olimpiadi moderne. Da Amsterdam 1928, infatti, è stata reintrodotta l’accensione del fuoco, mentre dai Giochi estivi di Berlino 1936 è nata la staffetta che porta la torcia dalla sua città di origine al luogo della manifestazione.
Quella staffetta che, dopo l’arrivo del 4 dicembre al Quirinale, comincerà il suo viaggio in Italia due giorni dopo per toccare oltre 300 comuni del nostro Paese, sorretta da 10.001 tedofori. Prima, però, altri 450 la accompagneranno per circa 2.200 chilometri in territorio greco, toccando diverse località montane del paese, prima di terminare il percorso allo stadio Panathinaiko di Atene. In passato, la staffetta seguiva un percorso che interessava anche Paesi non direttamente coinvolti nei Giochi. Una tradizione accantonata dopo Pechino 2008, quando era previsto il passaggio in tutti i cinque Continenti. Dopo alcune nutrite proteste durante il viaggio, si è però presa la decisione di passare al format “ristretto” che vige attualmente.
Dopo che le previsioni avevano annunciato forti rovesci su Olimpia, sembrava che l’intera cerimonia avrebbe dovuto tenersi all’interno del Museo Archeologico della città. Un tempo inaspettatamente generoso ha permesso invece di svolgere il tradizionale rito nel bosco sacro dell’antica Olimpia, non lontano dal museo, precisamente davanti al Tempio di Hera, dove i Giochi Olimpici hanno avuto origine. Qui, la Grande Sacerdotessa Estiada, interpretata dall’attrice Mary Mina, ha fatto convergere i raggi del sole grazie a uno specchio parabolico, che come da copione permette di accendere la fiamma. Successivamente, all’interno del Museo Archeologico dove attendevano le autorità, la torcia è stata accesa in mano al primo tedoforo del percorso sul territorio greco, il bronzo nel canottaggio a Parigi 2024 Petros Gaidatzis, che ha cominciato la sua corsa reggendo nell’altra mano un ramo di ulivo, e raggiungendo all’esterno l’italiana Stefania Belmondo, dieci volte a medaglia nello sci di fondo. I due, dopo aver percorso il tratto di competenza, hanno raggiunto la leggenda dello slittino Armin Zoeggler, secondo campione olimpico azzurro presente in quel di Olimpia. Alla partenza avrebbe dovuto esserci lo sciatore greco AJ Ginnis, che ha dovuto alzare bandiera bianca per proseguire il suo recupero da un infortunio.
Milano Cortina 2026 sarà la prima Olimpiade di Kirsty Coventry come presidente del CIO, dopo l’elezione del 2024. «La cerimonia di oggi», ha detto Coventry nel suo discorso d’apertura, «ricorda in cosa consiste l’anima dei Giochi: competizioni pacifiche, fratellanza, amicizia. Porteremo questa luce dal passato al presente, per continuare in un futuro condiviso. Crediamo fermamente nella tregua olimpica, e nel mettere da parte le nostre differenze per futuro luminoso. Saremo a Milano e a Cortina tra qualche settimana e saranno i primi giochi in qualità di presidente. L’Italia è un Paese dove è viva la passione, passione che ispirerà tutto il resto del Paese e del mondo. I Giochi brilleranno in ogni momento».
Per l’Italia ha parlato l’ex numero uno del Coni, Giovanni Malagò, in veste di presidente della Fondazione Milano Cortina 2026. «È impossibile», ha detto Malagò, «non essere ispirati dalla storia e dalla tradizione in questa location particolare dove gli atleti già 3.000 anni fa venivano a combattere e dove già si accendeva la fiamma come atto sacro». Quando il countdown segna -71 giorni all’apertura dei Giochi, è cominciato un lunghissimo viaggio che si concluderà solo al giorno zero. Con la stagione degli sport invernali ormai avviata, l’attesa per la festa di Milano Cortina si fa sentire sempre di più.