La Guerra Fredda tra Stati Uniti e Russia che ha segnato la seconda metà del Novecento potrebbe essersi accesa di nuovo, quantomeno nel calcio. Mentre gli Stati Uniti (insieme a Canada e Messico) si preparano a ospitare il Mondiale di calcio, la Russia starebbe pensa di rispondere con una mossa sfacciata, estremamente politica: ospitare un suo torneo internazionale, una sorta di Coppa del Mondo parallela. Esclusa dal 2022 da qualsiasi competizione FIFA e UEFA, a causa del conflitto in Ucraina, Mosca vuole rilanciarsi nel calcio. L’idea sarebbe quella costruire un “Mondiale alternativo” che raduni le migliori Nazionali del mondo tra quelle che non sono riuscite a qualificarsi per l’evno FIFA. Un torneo che non è solo sport, ma una rivendicazione, un tentativo di creare una piattaforma parallela e competitiva a quella americana, portando con sé le squadre che altrimenti resterebbero ai margini.
A svelare i dettagli di questo progetto sono stati diversi media europei e americani, tra cui World Soccer Talk e l’emittente radio cilena ADN Radio – il Cile ha appena terminato una tournée in Russia ed è una delle Nazionali più prestigiose a non essersi qualificata ai prossimi Mondiali. Nonostante la Federazione Calcistica Russa (RFU) non abbia ancora rilasciato un annuncio ufficiale, la presunta lista degli invitati trapelata dal Cremlino è già di per sé rivelatoria: oltre al Cile, infatti, ci sarebbero anche Serbia, Grecia, Perù, Venezuela, Nigeria, Camerun e Cina. Gli inviti a queste rappresentative sono chiaramente strategici strategici: pur non avendo strappato il pass per gli USA, rimangono o competitive o con un grande seguito, capaci di conferire credibilità all’evento. Ma la vera chiave di lettura è diplomatica: la maggior parte di questi Paesi intrattiene legami politici diretti con la Russia. Il campo da gioco, in questo modo, si trasformerebbe in una velata coalizione internazionale che unisce gli alleati di Mosca, dal Venezuela di Maduro alla Cina di Xi Jinping.
Ma la visione strategica di Mosca non si ferma alle potenze globali non allineate. A rafforzare ulteriormente il peso politico del torneo, alcune fonti suggeriscono che la Russia voglia portare a questo torneo anche ex repubbliche sovietiche: si fanno i nomi di Bielorussia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Moldavia, Kazakistan, Lettonia, Lituania, Estonia, Tagikistan, Turkmenistan e Kirghizistan. La loro partecipazione, se confermata, non aggiungerebbe necessariamente prestigio sportivo, ma avrebbe un valore simbolico: darebbe un segnale concreto sull’unità di una vera e propria “coalizione russa”.
Tuttavia, mettere in piedi un torneo simile non è assolutamente semplice. Al momento, l’intera iniziativa rimane un’indiscrezione, con una fattibilità organizzativa che appare, a dir poco, complicata. Eppure, aldilà di ogni incertezza, l’idea stessa rappresenta un chiaro manifesto d’intenti. Che si concretizzi o meno, questa mossa ribadisce la volontà della Russia di non accettare l’isolamento e di dare un segnale politico forte. Inoltre ci sarebbero anche gli stadi utilizzati nel 2018, quando fu proprio la Russia a ospitare i Mondiali FIFA. Sono passati solo sette anni, ma sembra davvero un secolo fa.