Il trend degli ultimi anni è decisamente preoccupante. Da qualche stagione a questa parte, infatti, il Wolverhampton sta flirtando in maniera insistente con la retrocessione, le ultime salvezze sono arrivate solo a maggio. Lo spartiacque, di fatto, è stato l’addio di Nuno Espírito Santo. Da quando l’allenatore portoghese ha lasciato le Midlands, nell’estate del 2021, i Wolves hanno cominciato un lento ma graduale declino. Dai quartieri medio alti della Premier alla relegation zone, divenuta costante dal 2023. Finora il club ha scampato la discesa in Championship grazie al divario tecnico con le neopromosse, ma fin dallo scorso agosto la situazione sembra davvero complicata, in campo e fuori.
Così come la squadra, infatti, anche il Molineux Stadium avrebbe bisogno di un profondo restyling. Ristrutturazione promessa da anni, ma che ora sembra sempre meno probabile. La proprietà del club – che fa capo a Fosun, gruppo d’investimento cinese – non ha dato priorità alla manutenzione di questo storico stadio, casa dei Wolves dal 1889. I tifosi hanno dovuto spingere parecchio anche solo per ottenere una mano di vernice all’esterno. «Il Molineux è una delle tante questioni su cui i tifosi dei Wolves sono disillusi nei confronti del presidente Jeff Shi e di Fosun, perché sembriamo un club i cui proprietari hanno perso interesse» ha raccontato Ryan Leister, cretore e autore del podcast The Wolves Report al giornale inglese The i Paper. «Dicono che stanno spendendo altrove e che stiamo pagando le conseguenze del modello auto sostenibile. In ogni caso, tra le principali responsabilità di chi ha l’onore di essere custode di questo club c’è quella di prendersi cura dello stadio».
Coprire i problemi con una mano di vernice non fa che accentuare la sensazione per cui i Wolves siano club in difficoltà. «Abbiamo quasi dovuto implorare la società per ridipingere, i dissuasori fuori dallo stadio, i cancelli, qualsiasi cosa nei colori dei Wolves, appariva completamente trascurata» aggiunge Leister. «Era davvero un brutto spettacolo. Hanno iniziato a mettere a posto lo stadio solo due stagioni fa, e non sono nemmeno sicuro che abbiano finito. Per quanto riguarda la Steve Bull Stand, intitolata al nostro miglior marcatore di sempre, beh, la consideriamo una vergogna. Sul retro ci sono pannelli metallici appena pitturati. È una tribuna vecchia e “stanca”. Ci sono tifosi che siedono in prima fila del livello superiore che a malapena riescono a entrare nel loro posto».
Va riconosciuto a Fosun che alcune rassicurazioni erano state date ancora prima del loro arrivo, datato 2016. Nel 2010 l’ex presidente Steve Morgan aveva presentato un progetto di sviluppo in quattro fasi che avrebbe interessato ogni settore dello stadio e portato quasi al raddoppio della capienza. La fase uno è stata completata nel 2012, con la ristrutturazione della Stan Cullis Stand, la parte nord, che ha aumentato la capienza complessiva da 29.303 a 31.700 posti. Ma, nonostante le proposte che prevedevano un Molineux da 50mila posti, una volta rinnovate le altre tre tribune, tutto si è fermato.
Nel 2019 Fosun, nel pieno dell’era Espírito Santo, il club aveva annunciato nuovi piani di espansione. Ma evidentemente i dirigenti hanno cambiato idea, tanto che hanno fatto filtrare l’idea che l’estensione fino a 46mila posti non sia più necessaria. «Ora abbiamo 32.000 posti, e credo siano sufficienti». hanno dichiarato i proprietari del club al podcast Business of Sport lo scorso luglio. «Forse 40mila è il massimo per questa città, ma non è una priorità urgente. La cosa urgente è aumentare le aree hospitality, simile a ciò che ha fatto il Fulham con la sua nuova tribuna. L’obiettivo non è ricostruire lo stadio, si tratta piuttosto di ritoccarlo, modificarlo, ottimizzarlo». Un modo per metterci una toppa, insomma. L’hospitality, naturalmente, non è l’aspetto che i tifosi storici e gli abbonati vedono come priorità, ma è il segno dei tempi ed è una tendenza che non riguarda soltanto il Wolverhampton. Eppure, nel calcio di altissimo livello contano i dettagli. Uno stadio trasandato può essere il simbolo perfetto di un club in difficoltà.