Adattarsi, per rimanere grande quanto le altre. Un tempo l’Arsenal era la squadra londinese per antonomasia: molto british, tifata – per quanto l’etichetta di Corte possa permetterlo – dalla Regina Elisabetta e dal Principe Harry, tradizionalmente costruita a partire dal bacino di giocatori prodotti in casa. Ecco. Il calcio moderno impone nuove strategie di crescita, altri approcci allo sviluppo dei talenti. E non tutti possono nascere forti e precoci come Max Dowman – che indubbiamente, milita nelle giovanili dei Gunners da quando aveva 6 anni. Dunque la dirigenza del club, pur senza smentirsi, da qualche anno sta lavorando all’espansione del suo serbatoio tradizionale. E lo fa a caccia dei migliori prospetti in giro per il mondo. Un po’ sulla falsariga dei cugini del Chelsea, che a furia di pescare i profili giusti stanno facendo le loro fortune.
Gli ultimi osservati speciali in casa Arsenal, già blindati per il futuro, spaziano dall’Irlanda all’Ecuador: Victor Ozhianvuna, promettente attaccante degli Shamrock Rovers, si unirà ai Gunners nel 2027, al compimento della maggiore età; con le stesse modalità, pochi mesi più tardi, dovrebbero sbarcare a Londra anche i gemelli Edwin e Holger Quintero, di cui in Sudamerica si parla un gran bene. Non solo. Oggi i due ragazzi giocano nell’Indipendiente del Valle: lo stesso club da cui partirono Piero Hincapié – ora all’Arsenal in prestito dal Bayer Leverkusen – Moisés Caicedo – cioè la stella del Paese, arrivata al Chelsea via Brighton e Kendry Páez – oggi a farsi le ossa allo Strasburgo in attesa di debuttare a Stamford Bridge. Non è un caso, e dimostra come il club di proprietà di Stan Kroenke stia ormai sfidando sistematicamente i Blues a ogni latitudine del calciomercato (lo spiega bene The Telegraph in questo approfondimento).
Un vero e proprio derby nel derby, anche se le due londinese non sono certamente sole in questa corsa alla firma più rapida col miglior talento del futuro. Il Manchester City, oltre ai grandi nomi, dietro le quinte ha intrapreso un percorso simile che già nel 2022, via Troyes, permise di soffiare le prestazioni di Savinho – oggi un punto fermo nell’undici di Guardiola e del Brasile – proprio alla concorrenza dell’Arsenal. Forse anche quell’episodio contribuì ad aumentare la consapevolezza fra i dirigenti dei Gunners che era necessario investire più tempo e risorse in questa direzione. Senza ridimensionare l’Academy, ma aprendo un nuovo filone che ne integri il valore complessivo sin dai giovanissimi.
In questo senso, rispetto alle avversarie, l’Arsenal deve fare i conti con un pesante svantaggio competitivo: non può appoggiarsi sul Troyes o sullo Strasburgo di turno, cioè quei club-satellite all’interno delle multiproprietà che contribuiscono a fare le fortune dei big. Per non essere da meno, è dunque necessaria una maggior presenza diretta alle più svariate latitudini del pallone. Ambasciatori, data analyst, talent scout continuamente in loco. Sfruttando una promessa di calcio più diretta di quella che possono offrire il City e il Chelsea: se firmate per l’Arsenal e siete da Arsenal, finirete a giocare per l’Arsenal. Senza alcun trasferimento intermedio. Se le storie di Ozhianvuna o dei gemelli Quintero avranno lieto fine, saranno anche il miglior biglietto da visita per i loro coetanei. I Gunners ci scommettono sul serio.