Dietro al sorprendente sesto posto del Sunderland in questa prima parte di Premier League, c’è un presidente che magari sarà anche un figlio di papà, ma è organizzato, lungimirante e decisamente preciso. Si chiama Kyril Louis-Dreyfus, e fa parte di una delle dinastie più influenti di Francia. La “ditta” di famiglia va avanti dal 1851 e tocca tutti i più importanti settori economici: trasformazione alimentare, spedizioni internazionali e finanza. Il Louis-Dreyfus Group gestisce hedge funds, sviluppa infrastrutture legate alle telecomunicazioni ed è coinvolto nel mercato immobiliare. Il budget non è mai stato un problema, tanto che i genitori di Kyril per anni sono stati proprietari dell’Olympique Marsiglia. Lui, a soli 25 anni, nel 2022, è diventato il primo azionista del Sunderland. Un traguardo festeggiato, poco dopo, con la promozione dalla League One alla Championship.
Cinque anni fa, più o meno in questi giorni, Louis-Dreyfus ha cominciato ad investire nel club. Il Sunderland arrancava in League One, la terza divisione della piramide calcistica britannica, ed era reduce da una sconfitta casalinga contro l’ultima in classifica, il Wigan. Quella stagione, la terza delle quattro consecutive in League One per i Black Cats, rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per comprendere il lungo cammino che ha riportato il Sunderland in Premier. Tecnicamente, il primo giorno di Louis-Dreyfus alla guida del club sarebbe il 21 febbraio 2021, nonostante l’ingresso nella proprietà fosse avvenuto settimane prima. La sua prima partita vista dal vivo è stata una sconfitta a Shrewsbury, in piena pandemia: niente tifosi, un calcio fisico e diretto, ben lontano dalle aspettative di un club dalla storia ingombrante. Solo «che a maglia e lo stemma non ti fanno vincere le partite», ha spiegato lo stesso Louis-Dreyfus a The Athletic.
Il giovane proprietario non ha mai dimenticato quei momenti. Anzi, ritiene preziosa l’esperienza maturata attraversando tre diversi campionati inglesi. Quando è arrivato, il Sunderland era allo sbando: dopo due retrocessioni consecutive, i Black Cats erano vittima di una profonda crisi finanziaria e l’ambiente risultava svuotato dalla pandemia. «Non credo che dall’esterno si potesse cogliere fino in fondo la gravità della situazione», ha ammesso Louis-Dreyfus. Da allora, il Sunderland ha vissuto una risalita del tutto particolare, una progressione caratterizzata di cadute e ripartenze, più che da un andamento costante: una semifinale playoff persa contro il Lincoln nel 2021, la storica vittoria di Wembley l’anno successivo che ha chiuso il capitolo League One, un’altra sconfitta ai playoff di Championship nel 2022, un 16esimo posto nel 2023/24. E, infine, la promozione dello scorso maggio, che ha ridato entusiasmo alla città.
Oggi, come detto, il Sunderland è sorprendentemente sesto in Premier League. Ma Louis-Dreyfus ha invitato tutti alla prudenza: «Non abbiamo ancora fatto nulla, all’inizio dell’anno tutti ci davano per spacciati». Fondamentale, nella costruzione della rosa, è stato l’arrivo di Granit Xhaka, che il presidente ha personalmente convinto grazie a contatti comuni in Svizzera: «Ha fatto un salto nel vuoto, veniva da una squadra che lottava per il titolo», ha riconosciuto il presidente. La realtà, però, è leggermente diversa: negli cinque anni, infatti, le infrastrutture del Sunderland sono state rinnovate, oggi i Black Cats hanno un nuovo campo di allenamento, nuove aree tecniche, inoltre proseguono i lavori di ampliamento nello stadio e l’arrivo di un head of performance – Shad Forsythe, ex Arsenal e Dortmund – ha dato maggiore profondità allo staff tecnico, perché adesso i giocatori e il manager Le Bris possono contare su una figura che lavora nello sviluppo delle prestazioni individuali coordinandosi con preparatori atletici, nutrizionisti e medici.
Il progresso, però, non dipende da una singola svolta. «Non esistono tocchi magici», ha spiegato Kristjaan Speakman, direttore sportivo del Sunderland, altro personaggio-chiave nella rinascita dei Black Cats. «A questi livelli, per fare bene, serve prendere una serie infinita di piccole decisioni giuste». Questo approccio ha guidato il club anche in un mercato aggressivo: 125 milioni di sterline investiti dopo la promozione. Un investimento che però non ha snaturato la filosofia del Sunderland: squadra giovane, acquisti mirati, capacità di rivendere e sostenibilità finanziaria. Il grande protagonista della campagna acquisti dei Black Cats è stato il direttore sportivo Florent Ghisolfi. Che a Roma non avrà scaldato i cuori dei tifosi giallorossi, ma a Sunderland ha trovato il suo posto nel mondo. Dopo una lunga chiacchierata notturna con Louis-Dreyfus, ha deciso di accettare l’incarico, convinto dalle meravigliose immagini dei tifosi biancorossi a Wembley. Ha analizzato la rosa e ha pensato che, per competere in Premier League, sarebbe servita una ricostruzione profonda. Così è stato. Ghisolfi ha sottolineato la centralità di Xhaka, l’impatto dei giovani e la necessità di valorizzare giocatori come Dan Ballard, simbolo dell’identità operaia del club.
Con l’ultima vittoria, ottenuta sul Bournemouth, il Sunderland ha raggiunto la zona Europa League. Ma nessuno nel club si illude: la memoria del crollo del biennio 2017-2018, quello raccontato nella serie Sunderland ‘Til I Die serve da antidoto contro i voli pindarici. Per il resto ci pensano dei dirigenti che lavorano bene, e che sembrano sul pezzo, e un presidente giovanissimo ma anche ambizioso. Che ha delle idee molto chiare sul futuro, sia quello della squadra che quello personale: «Se dovessi fare una stima, mi vedo qui tra cinque anni», ha detoo Louis-Dreyfus. «Ci sono così tante cose che possono succedere, ma ogni decisione che prendiamo è sempre orientata al lungo termine. Per esempio, alcuni dei nuovi addetti al reclutamento hanno seguito con attenzione la Coppa del Mondo Under 17, quindi giocatori di 15, 16, 17 anni. Si chiedevano se fosse il caso di impegnarsi in questo tipo di scouting, perché avrebbe prodotto risultati positivi solo tra sei o sette anni. Ho risposto: “Assolutamente sì”. Finché sarò qui, e spero che sarà per molto tempo, ci concentreremo sullo sviluppo del club a lungo termine».