Più che magia, equilibrio fino all’ultimo tackle. Perché per 90 minuti, quando si gioca in Copa del Rey, tutte le differenze di blasone, tasso tecnico ed economico sembrano svanire nel nulla. Al punto da non capire più – o quasi – quali sono le Cenerentole e quali invece gli squadroni. Questi trentaduesimi di finale sono stati in questo senso emblematici. Chiedere al Villarreal, che in Liga versa in zona Champions, eliminato dal Racing Santander (capolista in Segunda División). Oppure al Celta Vigo, in odor di Conference, buttato fuori ai rigori dall’Albacete (14esimo in Segunda). Stessa sorte per il Mallorca, battuto dal Deportivo (14esima in Liga contro seconda in Segunda). Per il Levante, per mano del Cultural Leonesa (ultima in Liga contro 13esima in Segunda). E per il Getafe, che ha subito un tris dal Burgos (decima in Liga contro sesta in Segunda). Un autentico carnevale calcistico in salsa spagnola.
Se cinque indizi non bastano, l’altro aspetto notevole è come invece sono passate ai sedicesimi tutte le altre big. Real Madrid, Real Sociedad, Athletic Bilbao e Atlético hanno tutte prevalso di misura. E di fronte ad avversarie di ben altro rango: le prime tre hanno faticato contro squadre di terza serie (rispettivamente Talavera de la Reina, Eldense e Ourense). “Gli uomini di Xabi Alonso rischiano il ridicolo”, titola la stampa spagnola, dopo che soltanto un gol di Mbappé all’88’ aveva messo al sicuro la qualificazione (3-2 il risultato finale). Non se la passano meglio i Colchoneros: stesso punteggio – in gol anche Giacomo Raspadori, finalmente – per superare la stoica resistenza dell’Atlético Baleares, piccola formazione di Segunda Federación, l’ultimo gradino del calcio professionistico spagnolo.
E ancora, tutte la altre, dal Barcellona al Valencia passando per Betis e Osasuna, l’hanno spuntata al massimo con due gol di scarto. Sintomo di una competizione che entra nel vivo sin dalle prime battute, dove nessuna partita è scontata anche schierando i migliori in campo: dei blaugrana, con Yamal in campo, accolti a Guadalajara come mitici avversari di una serata da ricordare avevamo già scritto. È vero, poi alla fine la Copa del Rey viene regolarmente vinta dalle solite big di Liga: Barça, Real, tuttalpiù Athletic o Betis. Ma qualche eliminazione a sorpresa arriva sempre: la scorsa stagione l’Unionistas, altro club di Primera Federación, è arrivato fino agli ottavi eliminando Gijon e Villarreal, prima di cedere al Barça vendendo cara la pelle.
Così in là, nella nostra Coppa Italia, nel 2025 è arrivato soltanto il Venezia – tra le migliori formazioni di Serie B – prendendo però una brusca manita dall’Inter. E lo storico quarto di finale tra Alessandria e Spezia – anno 2016, con i piemontesi sbarcati in semifinale dalla Serie C – resta ormai più unico che raro. Per gli standard recenti del calcio, insomma, chi andasse in cerca di sorprese ed emozioni forti farebbe bene a sintonizzarsi con le tv spagnole. Lì di sicuro non ci si annoia, a prescindere dal risultato.