Esteticamente un gol può essere molte cose. Il più delle volte è apprezzabile e transitorio, giusto il tempo di un fugace replay. Altre è brutto, sporco, ma non meno importante. Altre ancora è splendido quanto inutile. Sono invece rarissimi quei casi in cui si allineano tutti i pianeti dell’istante perfetto: eccelsa sensibilità tecnica, palcoscenico di peso mondiale, capacità espressiva tale da travolgere la sfera emotiva di chi osserva. Ed ecco allora che il gol – la prodezza, il capolavoro – assurge ad opera d’arte vera e propria. È una provocazione, ma fino a un certo punto, quella andata in scena alla Scottish National Portrait Gallery – una rinomata pinacoteca nel cuore di Edimburgo che contiene circa 3mila dipinti dedicati alla ritrattistica europea dal Rinascimento in poi. Lì, fra infinite pennellate d’autore, fra i volti di Maria Stuarda e Robert Burns, da qualche giorno ha trovato spazio anche Scott McTominay: eurogol su tela, la rovesciata che un mese fa ha regalato al suo Paese il ritorno ai Mondiali.
Quel 4-2 sulla Danimarca, in patria è diventato subito “l’impresa di Hampden Park”. E il centrocampista del Napoli è stato il condottiero che ha suonato la carica, squarciando la partita e la difesa avversaria col gesto tecnico più spettacolare del calcio. Palla nel sacco, pubblico in estasi, Scozia che dopo mille peripezie alla fine farà sua la contesa. E dunque l’agognata qualificazione: impossibile, senza la magia di McTominay immortalata da tutte le angolazioni. Quella prescelta, oggi, è la fotografia scattata da Ross MacDonald: bilanciatissima, verticale, sospesa a mezz’aria. Di comune accordo fra istituzioni calcistiche e museali, l’immagine è stata così incorniciata ed esposta in via temporanea alla National Gallery. Non in una sala qualunque: sarà possibile vederla, fino a fine gennaio, nella prestigiosa Great Hall. Cioè la più importante dell’intera collezione.
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Un omaggio voluto al momento che ha cambiato la storia sportiva recente della Scozia. E anche una risposta in grande stile a tutti quei fuoriclasse del pallone – in termini assoluti, obiettivamente, anche più straordinari di Scott – che dai loro iconici gol avevano tratto fotografie, sculture o murales. Di recente Cristiano Ronaldo ha alimentato il proprio mito comprando il gigantesco collage composto dall’artista italo-albanese Agron Hoti – con raffigurati tutti i momenti clou della carriera del portoghese. Lionel Messi invece, la scorsa estate, ha rivelato la sua rete preferita fra le quasi mille messe a segno: l’insospettabile colpo di testa contro il Manchester United, nella finale di Champions League del 2009. È bastata la sua parola per ispirare l’opera d’arte digitale, astratta e stilizzata, che il turco Refik Anadol ha realizzato a partire da quell’esultanza. Il pezzo è stato poi venduto all’asta per 1,8 milioni di dollari e il ricavato devoluto in beneficenza. Il ritratto di McTominay, per adesso, non ha prezzo. Perlomeno in Scozia.