Concentrare sforzi e attenzioni per farsi largo in Coppa del Mondo nell’anno delle Olimpiadi potrebbe apparire paradossale. Chi conosce la mentalità di Tommaso Giacomel, però, comprende perché il biatleta più forte d’Italia abbia a cuore un piazzamento sul podio nella lunga maratona stagionale. Che non significa sottovalutare l’edizione casalinga dei Giochi. «Sono più propenso alla battaglia per conquistare la classifica generale della Coppa del Mondo, spero di esserci vicino già quest’anno. E se così non fosse, ci riproverò più avanti». Parole che derivano dal percorso di crescita seguito dal nativo di Vipiteno, capace di emergere tra tanti candidati per la qualità della sua sciata combinata con la freddezza e l’abilità con la carabina. Grande promessa negli anni giovanili, dove ha primeggiato conquistando una Coppa del Mondo Under 25, Giacomel adesso vuole l’acuto più prestigioso. «Ho avuto una progressione molto lineare: in classifica generale sono arrivato dodicesimo nel 2023, ottavo l’anno dopo e sesto la scorsa stagione. Dato che i miei obiettivi sono sempre più ambiziosi, spero che il prossimo passo sia arrivare tra i primi. Magari tra i primi tre, per poi puntare al primo posto».
Ambizioni e prestazioni, al momento, collimano perfettamente con l’auspicio di inizio stagione, perché con due successi e tre podi Giacomel occupa la terza posizione in classifica generale, a quota 431 punti. E guarda con estremo interesse i 16 punti che lo distanziano dal francese Perrot, mentre in testa c’è il norvegese Johan-Olav Botn, con 560 punti. Giacomel, però, sopravanza tutti nella specialità mass start (che gli vale il pettorale rosso), ed è terzo nella graduatoria generale di Coppa del Mondo. La modalità di gara con partenza in linea è la sua prediletta, visto che nei 15 km di fondo e quattro poligoni di tiro riesce a concentrare il meglio della sua azione.
Che più di qualcosa sia cambiato nella testa di Giacomel – che per altro è figlio d’arte: il papà Fabio è stato per anni un fondista della Nazionale – lo dimostrano i risultati. Dopo la clamorosa vittoria dell’anno scorso a Ruhpolding, davanti a un eccellente interprete della disciplina come il norvegese Sturla Laegreid e il connazionale, mostro sacro, Johannes Thingnes Bø, Giacomel quest’anno è partito col piede sull’acceleratore. Per chiarire agli avversari che non possono più sottovalutarlo. «Dopo aver vinto in Baviera a inizio 2025», ha raccontato, «mi sono sentito sollevato, tutto mi è riuscito in maniera semplice. Da allora ho gareggiato senza pensare a nulla se non a divertirmi. Ho capito cosa serve per vincere e fare belle gare. Sono perciò molto tranquillo, perché sono consapevole di essere molto bravo e quindi guardo con tanta fiducia al futuro». Una sensazione di leggerezza e forte convinzione, determinata anche dall’essere il riferimento del biathlon italiano maschile, perché suoi sono stati i cinque podi della squadra nella scorsa Coppa del Mondo. Grazie alla sua tecnica di tiro e all’intelligenza tattica nel condurre le gare, inoltre, sempre nel 2025 è arrivata la medaglia d’argento ai Campionati Mondiali di Lenzerheide (Svizzera) nella 20 km individuale.
L’abitudine a voler migliorare e prendere confidenza con il successo è un altro fattore che sta contribuendo alla crescita di Giacomel. Sorprendono fino a un certo punto, dunque, le due vittorie ottenute in questa prima parte di stagione. Prima si è imposto nella Sprint di Hochfilzen (Austria), con uno score perfetto al tiro (dieci su dieci), registrando il quinto tempo di shooting time e il nono sugli sci. Poi ha concesso il bis nella mass start di Annecy-Le Grand Bornand (Francia), con una fuga solitaria nel penultimo giro e l’arrivo in solitaria che ha consacrato le abilità del 25enne cresciuto nel piccolo comune trentino di Imer. «Vincere qui era il mio sogno più grande. Mi sentivo abbastanza imbattibile e sono orgoglioso di come ho gestito la gara e i poligoni in piedi. Ho voluto prendermi un vantaggio e sentivo la folla che tifava per gli altri e non per me. È stato qualcosa di davvero incredibile», ha dichiarato Giacomel nel post gara che gli ha regalato il gradino più basso del podio in classifica generale.
La progressione delle prestazioni rende quasi obbligatorio centrare il podio anche ad Anterselva, il santuario del biathlon italiano. Che quest’anno rappresenta la tappa più attesa e importante dell’anno, perché in palio ci saranno le medaglie con i cinque cerchi. «È una pista abbastanza ritmica perché è un continuo saliscendi, con uno dei poligoni più difficili del circo bianco, poiché si corre in quota. La pista non è tra le più dure, ma neppure tra le più semplici. Quello che la rende particolarmente complessa è il poligono e poi c’è anche il vento di Anterselva che non può essere sottovalutato».
La capacità di superare le difficoltà è uno dei punti di forza di Giacomel, che proprio sul tracciato bolzanino l’anno scorso ha ottenuto due terzi posti nella sprint e nell’inseguimento, durante il fine settimana valido come test di prova in previsione olimpica. A suggellare il feeling con la pista, inoltre, c’è il supporto dei tifosi, che sempre di più si stringono intorno al nuovo beniamino del biathlon nostrano. «È molto bello correre ad Anterselva, perché i tifosi si fanno sentire e regalano tanta energia. Anche perché negli ultimi anni gli appassionati stanno aumentando». Giusto per sottolineare che saranno in tantissimi, sugli spalti e da casa, a sperare in un’altra prestazione da ricordare di Tommaso Giacomel.