Jessica Diggins, per tutti Jessie, è una leggenda dello sci di fondo. Soprattutto se guardiamo alla sua strepitosa carriera dal punto di vista del suo Paese: Diggins, infatti, è stata la prima donna (insieme a Kikkan Randall) americana a vincere una medaglia d’oro ai Giochi Olimpici (nel 2018), poi è stata la prima donna americana a vincere (nel 2020/21) e a rivincere (nel 2023/24 e nel 2024/25) la Coppa del Mondo generale. Nel suo palmarés, come se non bastasse, c’è anche l’oro mondiale conquistato nel 2023. Insomma, Diggins ha vinto tutto quello che c’era da vincere. Eppure è ancora profondamente innamorata del suo sport, dell’essenza di ciò che fa: le dinamiche fisiche ed emotive che stanno dietro ogni gara, i ricordi di quando ha iniziato, anche la fatica che si fa per ogni allenamento. Lo si capisce quando parla di sé, dello sci di fondo in senso assoluto, anche del suo rapporto con Kappa, che dal 2022 è diventato partner ufficiale della Nazionale USA degli sport invernali.
Come e quando è iniziata la tua passione per lo sci di fondo? Ricordi un momento specifico in cui ti sei resa conto di amare questo sport?
Sono cresciuta sciando con la mia famiglia sui percorsi intorno ad Afton, in Minnesota, soprattutto per divertimento. I miei genitori riuscivano a farlo sembrare un’avventura. Preparavamo gli snack, giocavamo e ci rincorrevamo nei boschi. Il momento in cui mi sono davvero innamorata dello sci è arrivato quando ero una giovane adolescente e gareggiavo con gli amici iscritti al mio club. Ricordo di aver concluso una gara completamente esausta, ma allo stesso tempo ero anche entusiasta. Amavo spingermi fino al limite e adoravo l’energia della squadra, tutti ci tifavamo a vicenda in ogni situazione. Quel mix di gioia, senso di comunità e sfida mi ha conquistata subito.
Qual è la cosa che ami di più del tuo sport? E c’è qualcosa che odi?
La cosa che amo di più dello sci di fondo è la sua onestà. È uno sport che premia il duro lavoro, l’allenamento fatto in modo intelligente e la grinta. Puoi sentire il tuo corpo diventare più forte nel tempo. Essere performante all’aperto, al freddo, nei boschi è una cosa che ti fa sentire vivo in un modo difficile da descrivere. Se dovessi scegliere qualcosa che non mi piace, direi probabilmente i giorni in cui ci sono 20 gradi sotto zero, il vento soffia forte e le ciglia ti si congelano. Oppure quelli in cui le condizioni della sciolina sono così complicate che i tecnici devono testare decine di combinazioni diverse. Ma anche queste parti frustranti mi tengono con i piedi per terra e mi ricordano perché questo sport è così speciale.
Qual è il talento più importante per uno sciatore di fondo?
La resistenza è fondamentale e la tecnica conta moltissimo. Ma il talento più importante è la capacità di soffrire con il sorriso. La resilienza mentale. La volontà di andare a fondo anche quando il corpo ti dice di fermarti. In una squadra come la nostra, anche essere un grande compagno di squadra è un superpotere. Ci spingiamo a vicenda, ci sosteniamo e celebriamo i successi degli altri. È questo che rende tutto possibile.
Qual è il momento più importante della tua carriera?
Vincere l’oro olimpico nella sprint a squadre con Kikkan Randall nel 2018 è stato il momento che ha cambiato tutto. Non si trattava solo della medaglia, ma di dimostrare ai giovani sciatori negli Stati Uniti che possiamo competere con i migliori al mondo. Un altro momento fondamentale è stata la vittoria della Coppa del Mondo generale nel 2021. È servita un’intera stagione di costanza e resilienza, ed era qualcosa che nessuna donna americana aveva mai fatto prima. Entrambi questi momenti sono un premio ad anni di perseveranza, lavoro di squadra e fiducia.
Se dovessi scegliere il tuo momento sportivo preferito in assoluto, di qualsiasi sport, quale sarebbe?
Provo ancora i brividi guardando la squadra di hockey del “Miracle on Ice” del 1980 (la vittoria della Nazionale maschile di hockey su ghiaccio alle Olimpiadi di Lake Placid 1980, contro i favoritissimi sovietici, ndr). Lo spirito e la capacità di crederci contro ogni pronostico mi colpisce profondamente. Amo anche i momenti in cui gli atleti mostrano vulnerabilità e forza allo stesso tempo, come Simone Biles che ha scelto di dare priorità alla propria salute mentale alle Olimpiadi di Tokyo. Ci è voluto un coraggio incredibile, è stato un esempio potentissimo.
Lo sci di fondo riguarda resistenza fisica e tecnica, quindi anche i materiali. Puoi parlarci della tua attrezzatura e delle caratteristiche speciali che deve avere durante le competizioni?
La nostra attrezzatura è incredibilmente avanzata. I miei sci vengono scelti in base alla temperatura esatta della neve, al tipo di cristalli e alle condizioni del giorno di gara. La flessibilità dello sci è importante, così come i materiali della soletta, e la sciolina applicata dai tecnici può determinare il successo o il fallimento di una gara. I bastoncini devono essere leggeri ma resistenti. Gli scarponi devono essere abbastanza rigidi da garantire un buon trasferimento di potenza, ma anche abbastanza comodi da permettere di gareggiare per più di mezz’ora senza perdere la circolazione. Ogni dettaglio può diventare un vantaggio competitivo. Per via di tutto questo, sono estremamente grata ai nostri tecnici: lavorano per molte ore, spesso in condizioni meteo durissime, per assicurarci gli sci più veloci possibili.
Cosa pensi delle soluzioni create da Kappa per il Team USA?
Apprezzo molto la possibilità di dare feedback a Kappa basati su centinaia di ore di sci con i loro materiali. Amo il loro entusiasmo e la loro determinazione nel fornirci esattamente ciò di cui abbiamo bisogno per esprimerci al meglio.
La campagna “Winning Starts Within” con Kappa è stata un inno alla resilienza e alla forza interiore. Puoi raccontarci qualche aneddoto e le tue sensazioni su questa iniziativa?
Quella campagna ha significato moltissimo per me, perché la resilienza è un tema centrale nella mia vita, non solo nelle gare ma anche nel recupero, nell’impegno per la salute mentale e nell’imparare a fidarmi di me stessa. Ricordo una scena girata in cui parlavo dei momenti in gara in cui tutto fa male e devi decidere se rallentare o andare ancora più a fondo. Quel dialogo interiore avviene ogni giorno, in allenamento e nella vita. Mostrarlo in modo onesto era importante. La risposta dei giovani atleti, soprattutto delle ragazze, è stata incredibilmente toccante. Molti mi hanno scritto dicendo che il messaggio li aveva aiutati a superare momenti difficili. È il tipo di impatto che spero di avere.
Hai in programma altre esperienze simili con Kappa, altre occasioni in cui comunicare i valori in cui credi?
Stiamo continuando a esplorare modi per mettere in luce il lavoro di squadra, la resilienza mentale e la gioia: le cose che rendono lo sport significativo al di là delle medaglie. Kappa si è dimostrata entusiasta nel sostenere messaggi che promuovono il benessere degli atleti e che possono ispirare la prossima generazione.