A saperlo che sarebbe finita così, poteva presentarsi direttamente così: “Hola, amici, sono Franco Mastantuono e diventerò il giocatore più clippabile del 2025”. E invece sette anni fa, quando ha deciso di di aprire un canale Youtube chiamato Franco YTB, ha optato per un approccio un po’ soft: «Ciao a tutti, vi parlo di quello che tratterà il mio canale: sarà un canale di calcio».
Nome, intro e canzone di sottofondo, – Faded di Alan Walker, uno dei pezzi più streammati del 2016 – sono un po’ basic. Ma ci sta, in fondo aveva solo dieci anni e da una cameretta di Azul, circa 300 km da Buenos Aires, voleva condividere quella che era la sua grande passione: il fútbol. Non se lo aspettava nemmeno lui di diventare, solo sette anni dopo, uno dei due 2007, insieme con Yamal, più famosi del pallone.
Sí, è proprio lui
Certo, i suoi allenatori delle inferioras, così chiamano il vivaio in Argentina, lo raccontavano. «Quello che mi ha attratto di lui è che a otto anni era in grado di prendere un gran numero di decisioni sul campo e di farlo molto velocemente», ha sempre spiegato Daniel Brizuela, ex capo degli scout giovanili del River Plate. Che, nel dubbio, se lo è preso un paio d’anni dopo: «Aveva e ha una testa superlativa, è un giocatore molto intelligente», ha spiegato Brizurla. «Gallardo, l’allenatore della prima squadra, ci chiedeva di rintracciare questo come priorità nei ragazzi». Ed è proprio con Gallardo in panchina, alla seconda avventura al River dopo la parentesi in Arabia, che Mastantuono è diventato un titolare dei Millonarios. Coincidenze? Difficile crederlo.
Visualizza questo post su Instagram
A parte i nerd del calcio sudamericano, la maggior parte degli appassionati europei e italiani collegano Mastantuono al reel che trovate sopra, condiviso davvero in tutte le salse: la sua punizione, oggettivamente perfetta, nel Superclásico contro il Boca Juniors al Monumental. Come ogni talento gen Z sa perfettamente come e quando mostrarsi al mondo: nell’evento più televisivo e social a cui possa partecipare. Una strada già tracciata da Lamine Yamal alla semifinale di Euro 2024. La loro carriera sembra procedere come se fosse un video per TikTok o per Instagram, quello in cui nei primi secondi c’è la frase o l’immagine più forte. E forte, con i piedi e con la testa, Mastantuono lo è per davvero. Come ogni centrocampista uscito dal settore giovanile del River, sa fare praticamente tutto. Tecnicamente, a livello di raffinatezza di tocco, sarebbe un 10. Un enganche.
Ma Mastantuono può giocare però anche da mezz’ala, come seconda punta dietro a un attaccante più fisico, partendo dall’esterno o come terminale offensivo che non dà riferimenti, come sta accadendo nelle ultime settimane, dove forma un tridente mobile con altri due trequartisti come Colidio (sì, quello dell’Inter) e l’ex Zenit Driussi. Sarà per il trionfo contro il Boca Juniors, per il primo posto nel girone di Libertadores o perché in qualche modo – con le dovute proporzioni, naturalmente – quei tre lì davanti ricordano la famosa Máquina del River invincibile degli anni Quaranta, ma i tifosi sono impazziti. Si sprecano cartelli, commenti e dato che siamo nel 2025, ovviamente i meme e le gif.
Mastantuono è un predestinato. Sì, spesso si abusa di questo termine, è vero, ma mettiamo lì giusto due numeri per chiarire meglio il concetto. È il marcatore più giovane nella storia del River (16 anni, cinque mesi e 24 giorni) l’8 febbraio 2024 in Copa Argentina contro l’Excursionistas. È il più precoce nella storia del River anche ad aver segnato in Copa Libertadores (a 16 anni e 254 giorni) nella terza giornata dell’edizione 2024, contro il Libertad. È il più giovane teenager del River ad aver segnato al Boca, lo scorso 27 aprile, quando ha aggiornato il record di Onega che durava dal 1958. Ma al di là di questi dati, è il suo trend a impressionare: in 15 partite quest’anno ha già raggiunto per xGol, xAssist e azioni da tiro le medie della passata stagione. Sicuramente adesso sta in campo di più, ma proprio per questo sarebbero dovute subentrare delle complicazioni oggettive, come la marcatura più stretta degli avversari e la stanchezza. E invece niente: le giocate sono sempre creative e decisive, il dribbling quasi da fermo, il tiro che fa quel rumore sordo di quando calci proprio al centro della palla.
Lo que acaba de hacer Mastantuono es un escándalo. Caño de taco, para romper al defensor de Talleres.
Todo el futbol de River pasa por los pies del pibe de 17 años, que juega bárbaro pic.twitter.com/s50MKQ76ZD
— SpiderCARP 🤟🏻🕷️ (@SpiderCarp23) April 14, 2025
Di colpi di questo genere in Sudamerica è pieno, solo che Mastantuono è diverso. Perché ha una testa diversa e lo ricorda sempre, ogni volta che esulta, puntando l’indice alla tempia, come a dire: «È questa che conta, più di tutto il resto». Una mentalità che si porta dietro da uno degli sport dove la tenacia e la concentrazione contano di più: il tennis. Infatti, prima di essere tesserato dal River Plate all’età di 12 anni, Mastantuono era considerato tra le dieci migliori promesse argentine di questo sport. Tradotto: l’obiettivo era arrivare a disputare le Olimpiadi di Parigi, ma da professionista della racchetta. E la prima volta che il River ha provato a offrirgli un posto nella propria pensione aveva rifiutato proprio per concentrarsi sul tennis. Solo che poi alla fine ha vinto il calcio, la passione di famiglia.
Come riportato da Olé, Mastantuono era andato anche a casa del concittadino Delbonis, uno dei vincitori della Coppa Davis con la Nazionale argentina: «Abbiamo giocato a pallone insieme», ha raccontato il tennista «ad Azul con il nostro club, il De Remo e ci siamo fatti una foto con l’Insalatiera. Anche a tennis se la cava bene, mi ha sorpreso come colpiva sulla destra del campo». Augustín Mancini, suo maestro tra gli 11 e i 12 anni, nel momento in cui Mastantuono ha partecipato ai tornei più importanti, ha spiegato come «fosse uno dei ragazzi più competitivi che avesse mai visto, uno dei migliori della sua classe specialmente a livello motorio e coordinativo». «Aveva un buon dritto e un buon rovescio a due mani» ha ammesso Valentín Garay, uno dei suoi avversari a livello giovanile. Tra i 2007, Mastantuono era uno dei top 4 della sua categoria.
Prima del River la vita di Franco era fatta di campetto, terra rossa e video su Youtube, in cui lo si vedeva palleggiare, giocare a Fut (Fifa Ultimate Team) e Crash Royal. Insomma, classiconi di un ragazzo degli anni Dieci che però, nel frattempo, ha fatto innamorare una nazione e un paio di continenti: il Sud America e l’Europa. Milan, Inter, Juve, Manchester City e Bayern Monaco hanno già bussato alla sede di Nuñez, nord di Buenos Aires. Quando gli ha fatto firmare il primo contratto da professionista il River ha inserito una clausola da 30 milioni di euro. Una cifra per cui sarebbero servite circa 15 miliardi di views.