I documentari sportivi sono probabilmente il prodotto televisivo più amato – e quindi più replicato– degli ultimi due anni, complice il boom delle piattaforme streaming. Su Netflix, Amazon Prime, Disney Plus e Paramout ce ne sono di tutti i tipi. Da Federer a Simon Biles, dalla serie All or Nothing a quelli dedicati ai club minori, come Sunderland Till I die oppure Welcome To Wrexham, la squadra di proprietà di Ryan Reynolds che in pochi anni è passata dai dilettanti alla Championship, la seconda divisione inglese. L’ultima produzione di Netflix, però, ha fatto davvero molto discutere, e non per il suo successo: di chiama Baila, Vini, ed è facilmente intuibile dal titolo che sia dedicata dedicata alla stella del Real Madrid, Vinícius Júnior. La casa americana è stata messa sotto accusa dal Valencia, che avrebbe chiesto di correggere una parte del doc, ritenuta «non corrispondente alla realtà».
Ma di cosa stiamo parlando, precisamente? Tutto risale al 23 maggio 2023. Al Mestalla di Valencia si gioca il match tra i padroni di casa e il Real Madrid. Per quella giornata la Liga ha fissato il tradizionale evento “La Liga Experience”, con cui il campionato spagnolo si apre ai principali media partner da tutto il mondo. Con il senno di poi, avrebbe dovuto scegliere un altro turno. Intorno al 73esimo minuto, infatti, Vinícius richiama l’attenzione dell’arbitro Ricardo de Burgos Bengoetxea, indicando un gruppo di tifosi dietro una delle porte che gli avrebbero rivolto degli insulti razzisti. Il direttore di gara dà subito il via alla procedura prevista dal protocollo anti-razzismo della Liga. Lo speaker annuncia che, in caso di nuovi cori razzisti, la gara sarebbe stata sospesa. Visibilmente turbato, Vinícius viene sepolto dai fischi dei tifosi di casa, specialmente dopo essere stato espulso nei minuti di recupero a causa di un alterco con l’attaccante avversario Hugo Duro.
Nel post-partita, il tecnico del Madrid Carlo Ancelotti ha parlato di insulti razzisti provenienti da «tutto lo stadio». La reazione del Real è stata durissima nel condannare il gesto e nel proteggere il suo giocatore, tanto da dedicargli una coreografia di sostegno nella successiva partita al Bernabéu contro il Rayo Vallecano. Come spesso accade per le vicende che riguardano i blancos, poi, il tema ha valicato i confini del calcio, entrando nel dibattito pubblico.
The Real Madrid team and crowd showed their support for Vinicius Jr ahead of tonight’s game against Rayo Vallecano 👏
The Brazilian was subject to racial abuse during their La Liga match with Valencia on Sunday.
In the 20th minute of tonight’s game, the Real Madrid fans… pic.twitter.com/YjfLTtYxhG
— SPORTbible (@sportbible) May 24, 2023
Un’immediata relazione della Federcalcio spagnola ha documentato diversi insulti razzisti rivolti al calciatore, anche se non è stato specificato quanti tifosi fossero coinvolti, né da quale zona dello stadio provenissero. La commissione disciplinare ha multato il Valencia con un’ammenda di 45.000 euro, la più alta mai imposta per insulti razzisti in Spagna e ha ordinato la chiusura della curva “Mario Kempes” per cinque giornate, poi ridotte a tre dopo il ricorso. Nelle settimane successive un tribunale di Madrid ha incriminato tre tifosi. Il club ha collaborato per identificarli e oer bandirli dal Mestalla. Nel giugno 2024, infine, i tre sono stati condannati a otto mesi di carcere. Si è trattato della prima condanna penale in Spagna per cori razzisti in uno stadio.
Ora, intendiamoci, i cori e le offese razziste ci sono stati. Lo dimostrano l’inchiesta e diversi video. Il Valencia ha dichiarato guerra a Netflix, però, per uno in particolare. Come riportato da The Athletic, in un passaggio del documentario, infatti, si vede un filmato pubblicato su TikTok in cui alcuni tifosi insultano Vinícius dagli spalti. I sottotitoli riportano la parola “mono” (“scimmia”), mentre la società sostiene che le grida fossero in realtà “tonto” (“stupido”), definendo quella trascrizione una «falsità» e riservandosi il diritto di agire legalmente qualora non venga corretta. Netflix, dal canto suo, ha replicato sottolineando come il contenuto sia un ritratto fedele degli ultimi anni del brasiliano, caratterizzati anche dalla lotta al razzismo.
🦇 Ante la injusticia y falsedades cometidas con la afición del Valencia CF, desde el Club hemos exigido por escrito una rectificación inmediata a la productora del documental por lo ocurrido en Mestalla y que no se corresponde con la realidad. La verdad y el respeto a nuestra… https://t.co/3Xy66YnL3b
— Valencia CF (@valenciacf) May 19, 2025
«In risposta alle ingiustizie e falsità rivolte alla tifoseria», ha scritto il Valencia in un comunicato ufficiale, «come club abbiamo formalmente chiesto ai produttori del documentario una rettifica riguardo agli eventi narrati al Mestalla, che non corrispondono alla realtà. La verità e il rispetto per i nostri tifosi devono prevalere». Un messaggio pubblicato anche sui social e accompagnato dal hashtag #RESPECT. Contattati dalla testata americana, la casa produttrice del documentario, la brasiliana Conspiração, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Qualche parola, invece, l’ha voluta spendere Hugo Duro. Sì, proprio colui che quel giorno aveva litigato con Vinícius. «Non ho visto il documentario», ha rivelato nel week-end il giocatore del Valencia. «Ma chiunque sia stato quel giorno al Mestalla o abbia visto il video, sa bene che è stato detto tonto». Al di là di ogni possibile commento, c’è una sola certezza: il Valencia ha deciso di fare la guerra a Netflix. Non è una cosa da poco.
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