Paul Pogba non ha eguali. È inutile cercare una sua copia carbone e o un suo epigono: non esistono. Esistono altri giocatori ed altri modi di interpretare il ruolo, diversi ma non per questo meno efficaci. Chi potrebbe essere il nome giusto per rimpiazzare il francese e a cui affidare le chiavi del centrocampo juventino?
Moussa Sissoko ☺️
Se un alieno fosse atterrato sulla terra la sera della finale degli Europei e avesse visto la partita non avrebbe avuto dubbi: tra Paul Pogba e Moussa Sissoko, quello a valere 120 e passa milioni sarebbe il franco-maliano del Newcastle. Purtroppo per Sissoko ovviamente non è così, al netto di qualità indiscutibili che lo renderebbero felicemente collocabile nello scacchiere tattico di Allegri: fisicità debordante che gli permette strappi ficcanti e continui, ottime capacità di inserimento senza palla, facilità di calcio dalla media e lunga distanza, grande intuitività in quei momenti della partita in cui è richiesta la capacità di “read and react” che esuli dalle tattiche preparate a tavolino. 3-5-2 o 4-3-1-2 cambia poco: il livornese avrebbe pochissime difficoltà a impiegare Sissoko nel ruolo che fu di Pogba, mezz’ala sinistra con licenza di svariare ovunque l’istinto lo porti. A patto, però, di entrare nell’ordine di idee di un approccio alla doppia fase più quantitativo che qualitativo: finale a parte, infatti, il mix di tecnica e potenza di Pogba resta irreplicabile a qualsiasi livello. Dovessimo basarci su quanto visto agli Europei, sarebbe un colpo sensazionale, anche se non di quelli che accendono la fantasia dei tifosi. Dal punto di vista della dimensione fisica e della concretezza l’upgrade sarebbe evidente: ma ha senso inserire ulteriori muscoli in un contesto che ha dimostrato di averne già a sufficienza?
Moussa Sissoko durante la finale di Euro 2016 contro il Portogallo
Lucas Biglia ?
Con Marchisio che rappresenta un grosso punto interrogativo a causa del recupero dal grave infortunio e con Lemina che sta ancora studiando da apprendista stregone del ruolo, non sarebbe strano vedere una Juventus puntare sul classico pivote davanti alla difesa. Dando per assodato, infatti, che l’impiego di Pjanic da regista classico sia improbabile, i bianconeri si stanno dimostrando piuttosto porosi in quella posizione. Il nome ideale potrebbe essere quello di Lucas Biglia della Lazio. L’interpretazione del ruolo dell’argentino è ciò che farebbe al caso della Juve anno secondo dopo Pirlo. Regia ordinata, precisa, magari poco incline all’accelerazione improvvisa (uno dei dogmi del modus allenandi allegriano), ma terribilmente efficace (88% di pass accuracy e 50 key passes nell’ultima stagione). Soprattutto per una squadra che, nell’ultima stagione, ha sofferto non poco le avversarie che l’hanno costretta a giocare a un ritmo diverso da quello cui era abituata. Oltre ad essere un’autentica garanzia sui calci piazzati. Rispetto a Pogba meno verticalità ed immediatezza nella giocata, ma più fosforo e capacità di gestione del possesso palla. Un dettaglio che, per dire, avrebbe fatto comodo in quel di Monaco. Con lui Allegri potrebbe sperimentare tutte le soluzioni tattiche che vuole, compreso il ritorno alle origini di Marchisio che, sgravato dai compiti di impostazione, potrebbe essere facilitato sulla via del recupero. Trovare un altro Pirlo è ancor più complicato che trovare un altro Pogba. Biglia sarebbe il meglio disponibile sul mercato se si decidesse di tornare a una visione di calcio “registocentrica”. Qualcosa di non scontatissimo con Allegri che ha più volte dimostrato come il gioco possa avere più di una fonte e non sgorgare necessariamente dalla zona centrale del campo.
Tutte le abilità del centrocampista della Lazio
Ross Barkley ?
La prima volta che vidi Ross Barkley fu nella partita d’esordio dell’Italia contro l’Inghilterra ai Mondiali del 2014. E fu amore a prima vista, tanto più per un orfano di Steven Gerrard come il sottoscritto. E se vi sembra un controsenso che l’erede di StevieG possa essere nato sull’altra sponda del Mersey, rassegnatevi: non troverete niente di più vicino all’attuale stella dei Galaxy. Per fisico (183 cm per 89 kg) e capacità tecniche è il più simile a Pogba del lotto e, senza qualche infortunio di troppo a limitarne la crescita altrimenti esponenziale, staremmo già parlando dell’optimum mondiale tra i centrocampisti box to box. Mezz’ala, trequartista, perfino regista davanti alla difesa: potenzialmente avrebbe le qualità per giocatore ovunque e diventare uno degli imprescindibili di Allegri. Lo penalizzano l’eccessiva indolenza (maturata in un contesto tecnicamente valido ma psicologicamente complesso come l’Everton attuale), la fragilità fisica e un cartellino non propriamente accessibile. Lo score dell’ultima stagione parla di 8 gol in 38 partite in Premier (con il 50% delle conclusioni nello specchio della porta) e di ben 55 occasioni da rete create, al primo campionato giocato con continuità. Per età, futuribilità, caratteristiche tecniche e fisiche e modo di interpretare il ruolo, Barkley sarebbe l’ideale controfigura di Pogba nonché quello che lo farebbe rimpiangere meno nel medio-lungo termine. Tuttavia la scarsa esperienza internazionale e un’anarchia tattica accentuata dal calcio veloce e muscolare della Premier, ne fanno una scommessa che potrebbe non giustificare appieno l’investimento richiesto per strapparlo all’Everton. Le qualità sono, però, indiscutibili e la sensazione è che un cambiamento sia ciò che serva al giocatore per riuscire ad esprimere appieno il proprio spaventoso potenziale.
Niente male il 2015/16 di Barkley
Aaron Ramsey ?
Dal tremendismo e dalla ferocia agonistica di Conte al palleggio ragionato e al risultato da raggiungere attraverso la superiore cifra tecnica di Allegri, il passo è stato molto più breve di quanto si potesse immaginare. Non contano i moduli, conta l’interpretazione che gli uomini in campo riescono a dare agli stessi. Ed ecco come anche un 3-5-2 tendenzialmente monocorde (in quanto costruito su 4 movimenti di squadra da mandare a memoria) può diventare sinonimo di imprevedibilità. A patto di avere giocatori qualitativamente intercambiabili tra loro, in grado di ricoprire più ruoli anche all’interno della stessa partita senza calare di rendimento. E, in tal senso, Aaron Ramsey è uno dei migliori profili in circolazione. Classe 1990, nato interno di centrocampo e rapidamente adattatosi a tuttocampista polivalente, il gallese può contare sul suo innato istinto di saper far bene tutto: 5 gol nell’ultima Premier (46% di shot accuracy, pari a 21 tiri nello specchio su 46 tentati in 31 presenze), 86% di precisione nei passaggi, un totale di 37 occasioni da gol create (4 assiste 33 key passes) e una media di tre recuperi difensivi per partita, con appena 5 occasioni da gol derivanti da sue errate interpretazioni in fase di non possesso. Pochi in Europa sono così completi, pochissimi riescono a giocare così tanto e così bene in tutti i ruoli della mediana. E un centrocampo con Pjanic, Marchsio e Khedira sarebbe quanto di più vicino possibile al desiderata di Allegri. Anche se non soprattutto in Champions. Meno craque di Pogba negli ultimi 30 metri di campo, rispetto al francese può vantare una polivalenza che lo rende il jolly di qualità che qualunque allenatore vorrebbe avere a disposizione.
Una collezione delle migliori giocate del centrocampista dell’Arsenal
Axel Witsel ?
Prendendo a prestito le parole di Wikipedia: «Il suo ruolo naturale è quello di centrocampista centrale ma, essendo molto duttile, è in grado di ricoprire anche il ruolo di mediano, esterno offensivo di fascia destra e trequartista». Quindi tutto e niente. E, in effetti, quando si parla di Axel Witsel, si fa riferimento ad uno dei più grandi equivoci degli ultimi anni. Con i 40 milioni spesi a suo tempo dallo Zenit che non hanno certo contribuito a sbrogliare la matassa. Difficile dire dove Witsel renda meglio: ad oggi il suo stesso ruolo ideale risulta essere un mistero. Da mediano recupera molti meno palloni dei pari ruolo (appena 12 tackle portati nelle 5 partite degli Europei, con una percentuale di duelli vinti del 44%), da trequartista risulta troppo scolastico e monocorde nella giocata (nessun assist e appena 7 key passes nelle sue apparizioni a Euro 2016), anonimo quando agisce da centrale di destra di un centrocampo a tre quando, a fronte del 92% di precisione nei passaggi fa da contraltare l’eccessiva orizzontalità degli stessi. Non c’è un solo ambito in cui possa dire anche solo di tenere testa a Pogba (risultato, nel silenzio generale, il primo recuperatore di palloni nella propria metà campo difensiva degli Europei), così come risulta difficile immaginare un suo impiego nei due moduli bianconeri. Di base potrebbe fare ciò che faceva a suo tempo Arturo Vidal: che riesca a farlo avendo lo stesso impatto del cileno è tutto da dimostrare.
Il meglio del Witsel 2015/16
Blaise Matuidi ?
A un certo punto degli Europei (precisamente nel l’intervallo della partita contro l’Irlanda agli ottavi), Deschamps si è trovato di fronte a una decisione: rinunciare al suo sbilenco 4-3-3, allargando il campo di 20 metri per lato inserendo Coman e richiamando in panchina uno tra Kanté e Matuidi. La scelta e naturalmente ricaduta sul primo. Perché il secondo è il prototipo del centrocampista moderno cui non si può rinunciare mai. Potremmo descriverlo come un Sissoko meno imponente ma più dotato tecnicamente, con un ottimo tiro e una capacità impareggiabile di interpretare la doppia fase e, quindi, di ricoprire qualsiasi ruolo a centrocampo. Rispetto a Pogba è naturalmente meno portato a portare palla negli ultimi 20-30 metri, ma non è raro vederlo concludere un’azione da lui stesso avviata con il recupero palla (32 tackle portati nelle 9 partite disputate nell’ultima Champions a fronte di 24 falli commessi). Precisione nel passaggio (sempre in riferimento alla Champions 2016, 91% di accuracy, 2 assist e altrettanti key passes) e grandi doti di inserimento dal lato debole rispetto a quello dove si sta sviluppando il gioco, ne fanno uno dei migliori candidati a sostituire in bianconero il connazionale. Perché cambiando i fattori non cambia il risultato: soprattutto con un Matuidi in più nel motore. Mancino naturale, Matuidi non avrebbe problemi a prendere il posto di Pogba come mezzala sinistra. Anzi, rispetto alla Pioche, potrebbe consentire ad Allegri di sperimentare quel 4-3-3 che l’anno scorso fu sacrificato sull’altare dell’equilibrio di squadra che Blaise potrebbe, invece, garantire senza problemi: nessuno più di lui può dirsi già esperto di posizioni e movimenti di quel sistema di gioco. Il centrale del Psg rappresenta, infatti, la sintesi ideale di tutte le caratteristiche che la Juventus sta cercando per rimpiazzare il suo uomo immagine.