In Portogallo con la Juve

Abbiamo assistito agli spettacolari ottavi di andata tra Porto e Juventus, ad Oporto, ospiti di Jeep.
di Redazione Undici 02 Marzo 2017 alle 11:38

Qualche giorno fa siamo stati a Oporto, ospiti di Jeep, per assistere all’andata degli ottavi di finale fra Porto e Juventus. Un’esperienza che ci ha permesso di viverla trasferta europea da un punto di vista privilegiato, volo col charter  della squadra compreso. Ecco cinque cose che abbiamo scoperto e osservato con la Juve e con Jeep in Portogallo.

1.  I giocatori della Juve non giocano solo a calcio

L’abbiamo scoperto in aereo: un  gruppo di juventini, capitanati da Higuaìn e Dybala  e dai brasiliani, danno vita durante i viaggi a lunghi e combattuti tornei di Parchis, gioco in scatola spagnolo che, a quanto pare, spopola in Sud America nella sua versione per tablet.

2.  Oporto è una città stupenda

Non lo scopriamo certo oggi, ma Oporto, la seconda città del Portogallo nonché la sua capitale economica, è una città unica per storia, posizione geografica, tradizione. Nel 2015 e nel 2016 è stata eletta miglior destinazione europea, titolo meritato. Da sottolineare lo spirito aperto con il quale siamo stati accolti nei giorni della nostra visita.

Juventus' Bosnian midfielder Miralem Pjanic (L) vies with Porto's forward Andre Silva during the UEFA Champions League round of 16 second leg football match FC Porto vs Juventus at the Dragao stadium in Porto on February 22, 2017. / AFP / MIGUEL RIOPA (Photo credit should read MIGUEL RIOPA/AFP/Getty Images)

3. Una trasferta è una macchina complessa

La partita, certo, il cuore di tutto. Ma non solo. Muovere per due giorni e due notti un club come la Juventus, con i prestigiosi sponsor al seguito, significa molto di più: i tecnici, i medici, la dirigenza, l’ufficio stampa, le persone del club che si occupano degli ospiti, dei dettagli di un viaggio breve ma complesso. Viverlo dal di dentro ti da la dimensione di cosa sia diventato il calcio oggi: sport, ma anche spettacolo, evento, esperienza.

4. La magia dell’Estadio do Dragao

Costruito per i campionati europei del 2004, l’Estadio do Dragao ha una capienza di 52.000 posti. È uno dei pochi stadi europei che ha ottenuto le cinque stelle dell’Uefa per i criteri di sostenibilità ambientale, collegamento con la città e l’aeroporto, flussi di ingresso e di uscita. Siamo effettivamente entrati e usciti in un attimo. Architettonicamente è notevole; l’atmosfera caldissima, ma mai pericolosa. Un vero teatro per il gioco del calcio.

Juventus' goalkeeper Gianluigi Buffon gestures during the UEFA Champions League round of 16 second leg football match FC Porto vs Juventus at the Dragao stadium in Porto on February 22, 2017. / AFP / MIGUEL RIOPA (Photo credit should read MIGUEL RIOPA/AFP/Getty Images)

5. La Champions League è il massimo

È tutto diverso quando si tratta di Champions League. Lo capisci rubando due battute a un giocatore esperto come Chiellini in aereo, o incrociando il sorriso largo di un ragazzo come Pjaca il giorno dopo una gara a suo modo storica con tanto di goal decisivo. Lo respiri in città nelle ore precedenti il match, nei ristoranti di baccalà, nei tavolini dei bar dove si serve il Porto, sui taxi: una città con in testa solo la partita di quella sera. E poi la celebre musichetta allo stadio. Il calcio nella sua massima espressione.

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