Under 15: crescere campioni

Come si formano nel modo giusto i giocatori dell’Under 15? 
Lo abbiamo chiesto a Valter Di Salvo, che dirige l’Area Performance e Ricerca della Figc.

L’entusiasmo è una delle sensazioni umane più riconoscibili. È uno stato d’animo che coinvolge, attira, è un invito, un vero e proprio passaggio di energia positiva. È un sentimento che non si può evitare, soprattutto quando un entusiasta si impegna per trasmetterlo anche a chi gli sta intorno. Il Prof. Valter Di Salvo, ad esempio, è uno così. Un entusiasta. È stato facile capirlo, questo è un giudizio nato durante e dopo una lunga chiacchierata sul suo lavoro all’interno di Club Italia. Di Salvo è arrivato all’azzurro dopo una carriera luccicante: Lazio, Real Madrid, Manchester United, di nuovo Real Madrid. Oggi dirige l’Area Performance e Ricerca della Figc, un osservatorio privilegiato sul lavoro di preparazione di tutte le selezioni nazionali. Una conoscenza del tutto, una prospettiva che abbiamo voluto sfruttare, chiedendogli come funziona il processo di formazione dei calciatori del domani, come si crescono i giocatori della Under 15 allenata da Antonio Rocca, la più giovane delle squadre nazionali.

La frase più significativa di Valter Di Salvo è bellissima nella sua semplicità, che però è solo apparente: «Parliamo di un’età davvero importante, delicata: è il momento in cui avviene la costruzione dell’atleta». Durante tutta l’intervista, il termine più ridondante nelle parole di Valter Di Salvo è “tempo”. Tutto si declina e si esprime in base al tempo, alla capacità di comprenderlo, di interpretarlo, di utilizzarlo bene. Quando parla dei giovani dell’Under 15, ad esempio, spiega che capire il tempo biologico di ogni ragazzo diventa indispensabile: «Parliamo di atleti che, nonostante un’età praticamente uguale, possono avere strutture fisiche molto diverse tra loro. Dai 13 ai 15 anni, un ragazzo sta diventando uomo, e ogni ragazzo ha uno sviluppo fisiologico diverso. La chiave del nostro lavoro è capire quali sono le cose da fare. Prima in senso assoluto, poi in senso individuale, personalizzato e personalizzabile».

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Il senso assoluto è una dimensione onnicomprensiva, vicina all’idea di una scuola calcio generalista: «In questo particolare periodo, ci sono vari step. Nella prima fase, ci occupiamo del miglioramento delle qualità tecniche attraverso uno sviluppo della capacità coordinative e motorie. Per esempio lavoriamo molto sulla velocità, una caratteristica importante durante questa fase di crescita. Successivamente, passiamo allo sviluppo della forza, alla costruzione muscolare. È un percorso articolato, che con il passare del tempo modifica le quantità di tempo dedicate ai vari tipi di lavoro per ogni singola seduta».

L’obiettivo finale di questa macchina formativa, ovviamente, è la creazione di atleti pronti per la prima squadra. Oggi, soprattutto oggi, che viviamo un’era calcistica in cui l’età minima per giocare in club importanti, anche di primissima fascia, si è spostata verso il basso. Soprattutto oggi, che nel frattempo l’Italia del pallone pare si stia facendo contagiare da questa tendenza. Finalmente, verrebbe da dire. Forse, anche per questo Valter Di Salvo riesce a essere entusiasta. Forse percepisce che il suo progetto, il progetto di Club Italia, opera in un contesto ricettivo nei confronti dei talenti del domani, anche se siamo ancora a oggi. Forse perché la costruzione dei ragazzi dell’Under 15, e delle selezioni giovanili in generale, può dare un supporto importante al calcio italiano.

Nonostante il concetto di tempo, quando si parla di Nazionale, abbia una dimensione estremamente breve: «Una selezione giovanile partecipa a delle competizioni da cinque, sei match in dieci giorni. Come per tutte le squadre nazionali, il nostro obiettivo è capire come distribuire il carico di lavoro integrando lo sviluppo delle qualità tecniche e fisiche, il recupero tra una partita e l’altra e le esigenze tattiche dell’allenatore. È un passaggio fondamentale quando il tempo a disposizione è davvero limitato». Dopo il tempo, l’altro concetto su cui Di Salvo insiste di più è quello della personalizzazione dei programmi di allenamento.

In una dicitura, il senso dell’Area Performance e Ricerca. Quindi del lavoro di Valter Di Salvo, il gestore di un’equipe specializzata nella costruzione individualizzata dell’atleta: «Il nostro metodo prevede l’individuazione del miglior percorso formativo per ogni calciatore, partendo da ricerche fatte su un ampio numero di calciatori. Tutte le unità della nostra area, i preparatori atletici, i nutrizionisti, gli psicologi, lavorano insieme per uno scopo applicativo: pensare un allenamento individuale preparato appositamente per sviluppare al meglio le caratteristiche fisiche, tecniche e psicologiche di tutti i giocatori».

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La Nazionale, però, non allena i ragazzi tutto l’anno, e non tutti i club possiedono le strutture e le professionalità necessarie a continuare questo tipo di lavoro anche lontano da Coverciano. Lo ammette anche Di Salvo, che però è pronto a scommettere su questa nuova generazione, sulla forza di una passione condivisa: «Il giovane calciatore dell’Under 15 che lavora con il nostro metodo deve maturare una coscienza, crearsi una serie di abitudini che valgano anche nel suo club, nella vita di tutti i giorni. È il nostro obiettivo, ma dipende soprattutto dalla volontà dei ragazzi. Noi crediamo tanto in loro». Volontà, coscienza, lavoro. Un termine che possa racchiudere tutti questi significati potrebbe essere “entusiasmo”. Non ci sta male, dopotutto.

Foto di Cosimo Piccardi.