Tre cose sulla ventunesima giornata di Serie A

La Juve invincibile, la Roma incompiuta, il nuovo Ansaldi.
di Redazione Undici 28 Gennaio 2019 alle 12:41

La Juventus è invincibile (anche quando non sembra)

Sono oltre 270 i giorni trascorsi dall’ultima sconfitta della Juventus in Serie A. Era il 22 aprile 2018 quando il Napoli vinse allo Stadium, restituendo la sensazione, pur fugace, di un’inerzia del campionato completamente ribaltata. Da allora, la Juventus ha messo insieme in A venticinque risultati consecutivi: un’enormità. La trasferta contro la Lazio è stata, forse, la peggior partita stagionale dei bianconeri: una sconfitta annunciata si è trasformata, poi, nell’ennesima vittoria, e in un’ulteriore coltellata alle costole del campionato. Una Juventus irriconoscibile, priva dell’ordine di Pjanic e della sostanza di Mandzukic, è andata sott’acqua per oltre un’ora, contro una Lazio che ha dominato e che ha rischiato di andare in rete due, tre volte. Il solitario gol di vantaggio non è bastato alla squadra di Inzaghi: la Juve, che per 70 minuti non aveva provato lo straccio di una conclusione, ha ribaltato il risultato. C’entra la profondità della rosa – il primo gol nasce da una grande iniziativa di Bernardeschi e viene segnato da Cancelo, due subentranti – che però non è una novità rispetto agli anni passati; c’è una sicurezza nuova, che fa della Juve una squadra che, anche nelle serate più negative, non crolla mai. Certo, è un ragionamento che aderisce al contesto italiano – in Europa no, una prova del genere la si paga dieci volte su dieci. Però è la prima volta che nella gestione Allegri la Juve termina imbattuta il girone di andata e oltre: l’anno scorso perse la prima gara all’ottava giornata (proprio contro la Lazio), nel 2016/17 alla quarta, nel 2015/16 alla prima e nel 2014/15 alla nona.

I gol di Cancelo e Ronaldo con cui la Juve ha ribaltato la partita dell’Olimpico

La Roma incompiuta

Dopo oltre mezzo campionato, ancora non sappiamo quale sia la vera Roma. Quella che segna tre gol in un tempo a Bergamo, spinta da uno Dzeko ritrovato e dal fraseggio del centrocampo giovane e italiano Pellegrini-Cristante-Zaniolo? O quella dei secondi 45 minuti dell’Atleti Azzurri d’Italia, che non tira mai in porta e si fa rimontare di nuovo (come a Cagliari, come aveva rischiato settimana scorsa contro il Torino)? Il crollo fisico e mentale avuto contro l’Atalanta preoccupa Di Francesco e complica la corsa alla Champions, per la quale alla fine proprio la Dea potrebbe essere favorita: «È assurdo giocare un primo tempo straordinario e poi sparire dal campo», ha detto il tecnico giallorosso. «Non posso accettare di vedere Gómez che rincorre un avversario al 90° per recuperare un pallone e alcuni dei miei che non hanno più corso. Abbiamo perso troppi duelli, loro erano degli animali da battaglia, noi non c’eravamo più». Un problema più psicologico che tecnico o tattico quindi, secondo Di Fra, che ha sintetizzato il problema della Roma così: «Purtroppo la personalità non si compra e noi da questo punto di vista siamo carenti». I problemi principali evidenziati dai giallorossi, che con una vittoria sarebbero saliti al quarto posto in solitaria, sono stati in difesa, con Karsdorp e Marcano in gran difficoltà e Manolas e Kolarov trascinati anche loro nella confusione. Giocare con i giovani è un vantaggio quando diventa spensieratezza e voglia di fare (Zaniolo ha incantato ancora, con due splendidi assist e non solo), è un problema quando si traduce in mancanza di carattere (Kluivert svogliato e irritante, «Me lo mangio», ha detto Di Francesco). La corsa per il quarto posto è ancora apertissima e comprende cinque-sei squadre: i giallorossi sulla carta sono i migliori in tecnica e qualità, ma ora devono davvero decidere chi sono.

Il momentaneo 1-0 giallorosso. Cross di Kolarov, sponda di petto di Zaniolo e Dzeko non sbaglia davanti a Berisha

Nuova vita Ansaldi

Tra i protagonisti del Torino che ha battuto l’Inter c’è un ex nerazzurro, l’argentino Ansaldi. Dopo una prima parte di stagione passata in infermeria per un problema al ginocchio, il 32enne è tornato a fine novembre, riprendendosi il suo posto sulla fascia sinistra nel 3-5-2 di Mazzarri. La squalifica di Meité e i problemi fisici di Baselli però hanno spinto il tecnico dei granata a schierare Ansaldi mezzala nelle due partite contro Roma e Inter. Risultato? Il gran gol al volo dell’Olimpico, l’assist ieri a Izzo e la sensazione di trovarsi perfettamente a suo agio. Contro i nerazzurri Ansaldi ha marcato quasi a uomo Brozovic, bloccando la costruzione di gioco interista, ma ha giocato bene anche in fase di appoggio e ripartenza, risultando il migliore della partita per numero di passaggi chiave (4) e di cross tentati e completati (3), anche se ha perso 4 palloni, come João Mário e Vecino. Qualche giorno fa abbiamo parlato dei terzini di oggi che sono ormai centrocampisti: Cristian Ansaldi ha fatto vedere, in due partite non certo facili, di poter giocare in mezzo al campo, regalando una soluzione in più a Mazzarri e allungandosi forse la carriera.

Cross mancino di Ansaldi e gol di testa di Izzo
>

Leggi anche

Calcio
Ahanor non può ancora essere convocato nella Nazionale italiana, e all’estero non si spiegano come sia possibile
Una situazione paradossale, che accomuna il difensore dall'Atalanta a campionesse come Myriam Sylla. E che in Francia desta più scandalo che in Italia.
di Redazione Undici
Calcio
Grazie a una “campagna acquisti” iniziata cinque anni fa, gli Emirati Arabi Uniti hanno fregato la FIFA e oggi hanno una Nazionale piena di giocatori naturalizzati
A partire dal 2019, gli Emirati Arabi Uniti hanno utilizzato i petroldollari per convincere e naturalizzare giovani promesse straniere, aggirando così i paletti della FIFA. E oggi, grazie a questo, possono andare al prossimo Mondiale.
di Redazione Undici
Calcio
Le qualificazioni UEFA ai Mondiali e agli Europei non piacciono più a nessuno
L'ultima sentenza arriva dalla Football Association inglese, che lancia l'appello "per una profonda revisione del format attuale".
di Redazione Undici
Calcio
Dopo che per decenni i suoi talenti hanno giocato per i Paesi Bassi, adesso il Suriname sta importando giocatori e sta per andare ai Mondiali
Da Gullit e Rijkaard fino a Van Dijk, il Suriname ha "regalato" agli Oranje i suoi migliori campioni. Adesso la situazione si è ribaltata: il Suriname può qualificarsi proprio grazie ai calciatori nati in Europa.
di Redazione Undici