Il Fuenlabrada neopromosso in Segunda gioca nello stadio Fernando Torres

L'impianto ospita 3mila spettatori, e dovrà essere ampliato per la nuova categoria.
di Redazione Undici 14 Giugno 2019 alle 16:14

Il calcio di club in Spagna non ha ancora terminato la stagione 2018/19: sono ancora in corso i playoff promozione dalla Segunda División alla Liga, come quelli dalla terza serie (la Segunda División B) alla Segunda División. Il Fuenlabrada, però, è già certo di un posto nel prossimo campionato cadetto. Dopo il primo posto nel girone A della regular season, ha battuto il Recreativo Huelva e poi il Racing Santander nei playoff, accedendo per la prima volta al torneo di seconda divisione. Un successo storico per un club piccolissimo, espressione di un comune di 194mila abitanti alle porte di Madrid. Uno dei pochi motivi per cui il Fuenlabrada era già emerso dall’anonimato delle serie minori spagnole era – ed è – il nome dello stadio, intitolato a Fernando Torres. L’ex attaccante di Liverpool, Chelsea e Atlético Madrid è nativo proprio di Fuenlabrada, anche se non ha mai militato con la squadra locale – prima di entrare nel settore giovanile dell’Atléti ha giocato per un certo periodo nel Rayo Vallecano.

L’impianto è stato inaugurato nel 2011, con un’amichevole tra la squadra di casa e l’Atlético Madrid. Nel 2017, il Real Madrid ha giocato un match di Copa del Rey, finita 2-0 per le merengues. Può ospitare circa 3mila spettatori, solo che ora dovrà essere sottoposto a un importante intervento di ristrutturazione per poter ospitare le partite della Segunda División. Il club ha tempo fino al 18 agosto per adeguare lo stadio agli standard richiesti per la categoria superiore: i lavori comporteranno l’installazione delle postazioni per le telecamere per la trasmissione televisiva, di un impianto di illuminazione più potente, di altre strutture essenziali per il gioco e il rispetto della sicurezza (la sala Var e per l’analisi video, il laboratorio per l’antidoping, le aree ad accesso facilitato per i tifosi). L’aggiornamento del Fuenlabrada non sarà solo una questione strutturale: i club che conseguono la promozione in Segunda División devono anche cambiare il proprio statuto sociale, trasformandosi in SAD (Sociedad Anónima Deportiva).

Jonathan Praena, presidente del Fuenlabrada ha dichiarato a El País: «Il lavoro da fare è enorme, abbiamo tempo fino al 18 agosto e faremo il possibile per riuscire a debuttare nel nostro stadio il prossimo 17 agosto. Ci stiamo preparando per questo evento da tre anni, siamo una delle nove città spagnole con squadre d’élite nel basket e nel calcio, e tutte le altre hanno almeno mezzo milione di abitanti». Come il Fuenlabrada, anche il Rayo Majadahonda, lo scorso anno, ha dovuto adeguare le sue strutture fisiche e societarie per l’esordio in Segunda División. Anche il Rayo proviene dalla cintura metropolitana di Madrid, ed è retrocesso al termine dell’ultimo campionato, con 45 punti in 42 partite.

>

Leggi anche

Calcio
Ahanor non può ancora essere convocato nella Nazionale italiana, e all’estero non si spiegano come sia possibile
Una situazione paradossale, che accomuna il difensore dall'Atalanta a campionesse come Myriam Sylla. E che in Francia desta più scandalo che in Italia.
di Redazione Undici
Calcio
Grazie a una “campagna acquisti” iniziata cinque anni fa, gli Emirati Arabi Uniti hanno fregato la FIFA e oggi hanno una Nazionale piena di giocatori naturalizzati
A partire dal 2019, gli Emirati Arabi Uniti hanno utilizzato i petroldollari per convincere e naturalizzare giovani promesse straniere, aggirando così i paletti della FIFA. E oggi, grazie a questo, possono andare al prossimo Mondiale.
di Redazione Undici
Calcio
Le qualificazioni UEFA ai Mondiali e agli Europei non piacciono più a nessuno
L'ultima sentenza arriva dalla Football Association inglese, che lancia l'appello "per una profonda revisione del format attuale".
di Redazione Undici
Calcio
Dopo che per decenni i suoi talenti hanno giocato per i Paesi Bassi, adesso il Suriname sta importando giocatori e sta per andare ai Mondiali
Da Gullit e Rijkaard fino a Van Dijk, il Suriname ha "regalato" agli Oranje i suoi migliori campioni. Adesso la situazione si è ribaltata: il Suriname può qualificarsi proprio grazie ai calciatori nati in Europa.
di Redazione Undici