In Stranger Things Lucas indossa il cappellino di una squadra di ciclismo anni Ottanta di Reggio Emilia

di Redazione Undici 10 Luglio 2019 alle 15:18

La terza stagione di Stranger Things è disponibile su Netflix, in tutto il mondo, a partire dal 4 luglio 2019. Nel quarto episodio, uno dei personaggi della serie, Lucas Sinclair, indossa un berretto che ha davvero poco a che fare con l’ambientazione storica e geografica degli avvenimenti, che si collocano negli anni Ottanta in una cittadina fittizia dell’Indiana (Hawkins). Il cappellino in questione è quello tipico utilizzato dai ciclisti e porta la scritta Ariostea sotto la visiera. Come detto, questa sponsorizzazione c’entra poco con Stranger Things, con l’Indiana degli anni Ottanta: l’Ariostea infatti è una squadra di ciclismo italiana, fondata nel 1984 e attiva fino al 1993.

Ariostea non è solo il nome di una squadra di ciclismo, ma anche di un’azienda di ceramiche con sede a Castellarano, in provincia di Reggio Emilia. L’allora patron Oriello Pederzoli fondò anche la squadra di ciclismo, che partecipò a 10 edizioni del Giro d’Italia e a 4 edizioni del Tour de France. Nell’edizione 1991 del Giro, Massimiliano Lelli conquistò con l’Ariostea la classifica dei giovani. Tra gli altri, i corridori più celebri messi sotto contratto dall’Ariostea furono Adriano Baffi, Moreno Argentin, Giorgio Furlan, Rolf Sørensen e Davide Cassani, attuale ct della Nazionale italiana. L’azienda Ariostea esiste ancora, ed era a conoscenza del fatto che sceneggiatori e costumisti di Stranger Things avrebbero utilizzato il loro marchio. Pochi giorni fa, sui canali social, c’era un rimando proprio alla quarta puntata della terza stagione della serie tv, quella in cui Lucas indossa il cappellino.

Contattati dal sito Lega Nerd, i dirigenti dell’azienda hanno commentato così la scelta della produzione di Stranger Things: «In Ariostea abbiamo accolto con sorpresa e soddisfazione l’inaspettato inserimento nelle riprese. Una divertente fatalità che porta a chiedersi quale siano stati i tour di quel cimelio storico, prodotto negli anni ’80 del secolo scorso nella provincia di Reggio Emilia e arrivato oggi sugli schermi di Netflix».

>

Leggi anche

Altri sport
C’è ancora tanto da sistemare, per l’Italia del curling, in vista di Milano Cortina 2026
Gli Europei hanno lanciato segnali contraddittori, per le rappresentative azzurre: gli uomini hanno fatto bene ma sono usciti tra i rimpianti, dalle donne ci si aspettava qualcosa in più.
di Redazione Undici
Altri sport
La Torcia Olimpica di Milano Cortina 2026, Essential, è un inno al design italiano e racconta il nostro Paese
Intervista a Carlo Ratti, fondatore dello Studio Carlo Ratti Associati e creatore di uno dei simboli più potenti per ogni edizione dei Giochi Olimpici.
di Alessandro Cappelli
Altri sport
Il Villaggio Olimpico di Milano ha una doppia anima, e lascerà qualcosa di importante alla città
WINTER CITY Cosa succede a Milano e e nelle altre località coinvolte nelle Olimpiadi – Dopo la fine dell'evento a cinque cerchi, l'area di Porta Romana diventerà uno studentato a prezzi convenzionati.
di Redazione Undici
Altri sport
I volontari di Milano Cortina 2026 non stanno più nella pelle
Abbiamo parlato con delle persone che saranno fondamentali nello svolgimento dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali: il loro ruolo, le loro aspettative, le loro emozioni in vista di un evento che può cambiare una vita.
di Alfonso Fasano