Tre temi su Napoli-Barcellona e Lione-Juventus

Il Napoli senza pressioni contro un Barça che ne ha fin troppe, e poi Sarri al primo grande test europeo.
di Redazione Undici 25 Febbraio 2020 alle 12:16

Il Napoli non ha nulla da perdere, ed è un vantaggio non da poco

Tornando indietro di qualche mese, quando l’urna di Nyon ha sorteggiato il Barcellona per il Napoli, sembrava che per gli azzurri ci fosse poco da considerare: con Ancelotti appena esonerato, una squadra in piena crisi progettuale e tecnica, una caduta libera senza fine in campionato, trovare i mostri del Barcellona era davvero la cosa peggiore che potesse capitare. Oggi, alla vigilia della partita, è davvero impossibile non indicare i blaugrana come i favoriti del doppio scontro, però alcune considerazioni aiutano a osservare con maggiore lucidità quella che potrebbe essere la storia della partita. È vero che il Napoli ha vissuto e sta vivendo una stagione tribolata, ma è pur vero che negli ultimi tempi ha trovato una propria dimensione, di risultati e di identità di gioco – certo, sembra più una toppa che un percorso mirato e studiato. La realtà è che gli azzurri stanno finalmente trovando quell’unità di intenti clamorosamente persa a cavallo di novembre e dicembre, e probabilmente meglio di tutto può illustrare la partita vinta a Milano contro l’Inter in Coppa Italia: una squadra compatta, che ha giocato con straordinaria attenzione, che ha concesso poco e che alla fine è riuscita a spuntarla. Giocare così contro il Barça potrebbe mettere davvero in difficoltà i catalani, che nel frattempo – proprio come il Napoli qualche settimana prima – ha vissuto un ribaltone in panchina e una situazione ambientale spogliatoio-dirigenza decisamente complicata. Perciò, il Napoli parte sfavorito ma non battuto, e godersi una sfida così suggestiva, al massimo delle possibilità, potrebbe essere davvero il primo mattone utile per costruire, magari, un’impresa.

Il Barcellona avrà ancora la nevrosi da Champions?

Le due eliminazioni consecutive del Barcellona dalla Champions League hanno avuto un peso specifico rilevante nell’esonero di Valverde. Uno dei club più vincenti degli anni Dieci del Duemila è stato eliminato consecutivamente da due squadre meno forti sulla carta – Roma e Liverpool – e adesso affronta il Napoli, in quello che è uno scenario non troppo comodo per il Barcellona. La trasferta italiana è un test match per tutti, oltre che per Setién, perché se il tecnico è all’esordio nella competizione e partecipa per la prima volta a questo contesto, il resto della squadra convive ancora con i fantasmi di Roma e Liverpool. Per i blaugrana vincere a Napoli non è un’opzione ma un fondamentale pratico, che serve non solo per cementare l’affiatamento nello spogliatoio ma pure per dimostrare alle concorrenti che il Barcellona è uscito dalla nevrosi da Champions. Il peso dell’Europa per una squadra così vincente crea attorno a Messi e Setién una forte pressione, anche se per ora è stata in parte sgonfiata con i sorrisi del 5-0 all’Eibar. Ma è chiaro che progetto e credibilità di questo nuovo, inatteso corso dei blaugrana passano dai prossimi cinque giorni: la trasferta di Napoli e poi quella contro il Real Madrid, in campionato.

L’ultima gara del Barça in una partita a eliminazione diretta di Champions era finita in un modo impensabile (Shaun Botterill/Getty Images)

Sarri alla prima vera prova europea

Si parla tanto di Sarri, di quello che è cambiato dalla Juve delle scorse edizioni a quella di quest’anno, della capacità di cambiare una filosofia di gioco e plasmare un gruppo secondo quella, e così via. Certo, è un processo che richiede tempo, e non bastano pochi mesi per tracciare un bilancio del lavoro dell’ex tecnico del Chelsea. Ma intanto i risultati raccontano di una squadra che continua a viaggiare a ritmo sostenuto, è prima in campionato e continua la sua marcia nelle altre due competizioni. È indubbio, però, che al di là di come termini la stagione dei bianconeri, l’operato di Sarri verrà valutato in buona parte sui risultati di Champions, che è il terreno dove la Juventus negli ultimi anni ha più cercato di imprimere la sua presenza, fino all’edizione sottotono dello scorso anno che, si può dire, ha indebolito la posizione di Allegri. Così la prima sfida a eliminazione diretta, contro il Lione, diventa l’occasione per incuriosirci su cos’è la Juventus di Sarri oggi. I francesi non sono certo l’avversario più temibile – certamente l’Atlético nei gironi aveva un peso specifico diverso, e i bianconeri hanno interpretato al meglio le due sfide contro i colchoneros – però sarà interessante capire quanto la Juventus riesca a dominare il gioco, a controllare le fasi di gara, in definitiva a determinare a piacimento l’esito del match.

La Juventus si affida ancora a Ronaldo, che nella passata edizione di Champions aveva segnato tutte le cinque reti bianconere nella fase a eliminazione diretta (Isabella Bonotto/AFP via Getty Images)

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