Tre cose sulla terza giornata di Serie A

La serenità del Milan, la forza dell'Atalanta, l'incertezza in zona salvezza.
di Redazione Undici 05 Ottobre 2020 alle 11:48

Serenità, coerenza e risorse del nuovo Milan

La partita del Milan contro lo Spezia è stata più complessa del previsto, ma nonostante le assenze la vittoria è arrivata ugualmente con tre gol nella ripresa. Le assenze e la necessità di ruotare gli uomini dopo la gara di Europa League hanno spinto Pioli a schierare una formazione inedita e piuttosto giovane: Ibrahimovic e Romagnoli ancora fuori, Calhanoglu, Kessie e Castillejo inizialmente in panchina, e allora sono scesi in campo Brahim Díaz, Colombo, Rafael Leão, Saelemaekers e Tonali, tutti giocatori Under 21. L’età media della squadra titolare rossonera era di 22,1 anni: un dato che dice tantissimo sul progetto rossonero, sulle idee condivise da Pioli e dalla società, e che ovviamente ha influenzato anche l’andamento della gara. Lo Spezia, infatti, ha disputato un buonissimo primo tempo: nonostante l’infortunio di Galabinov, la squadra di Vincenzo Italiano ha tenuto testa al Milan, concedendo poche occasioni e chiudendo gli spazi in maniera intelligente. Nel secondo tempo, poi, Pioli ha inserito Kessié e Calhanoglu: pochi minuti dopo sono arrivati i gol di Leão e Theo Hernández, ma soprattutto è arrivata una dimostrazione di gestione illuminata, di perfetta conoscenza della squadra da parte dell’allenatore emiliano, che ha capito dove intervenire – pure a partita in corso – e ha indirizzato il risultato. La stabilità, la coerenza progettuale, la calma nei momenti difficili: tutte queste cose servivano al Milan per tornare a essere una squadra vera, magari diversa rispetto al passato ma con un futuro interessante, tutto da scrivere. È così che la politica di Maldini e Massara – che hanno deciso di puntare tutto sui giovani di talento, come dimostra anche l’imminente acquisto di Diogo Dalot – può portare buoni frutti, anche in una rosa che resta molto simile a quella dello scorso anno, ma che ha dimostrato di avere delle qualità importanti per oggi, e dei grossi margini di sviluppo per domani.

Basta chiamarla “favola Atalanta”

Tre vittorie nelle prime tre di campionato, un margine di almeno due gol in ogni successo, tredici gol segnati (di cui otto in trasferta): a leggere numeri del genere, il pensiero corre a superpotenze come Manchester City, Liverpool o Psg. Stiamo invece parlando dell’Atalanta, che demolisce anche il Cagliari, rifilandogli cinque gol, e continua una marcia che sembra inarrestabile. Eppure il presidente Percassi non vuole sentire parlare di scudetto, né Gasperini sembra dare troppo peso alla classifica. È l’inizio di campionato, certo, ma l’Atalanta prima – e con il miglior attacco del torneo – non è affatto una sorpresa: siamo ormai pienamente abituati a vederla lì, ai piani altissimi, e pure a giocarsela alla pari con le big della Serie A. Raccontare l’Atalanta come una delle primissime forze del campionato non è più una suggestione, è la realtà: è una squadra con un impianto di gioco collaudato e contro cui nessuno ha ancora capito come prendere contromisure adatte, con un’intensità con pochi eguali, con un ricambio di giocatori coerente e funzionale (Lammers l’ultima scoperta). Del resto, mai l’Atalanta era partita così bene – nelle stagioni precedenti, c’era stato qualche passo falso di troppo nelle giornate iniziali. Non è che adesso tocca agli altri inseguire l’Atalanta?

Arrivate fino all’ultimo gol di Lammers, non ve ne pentirete

Sarà una lotta salvezza molto incerta

Non è una questione di punti, o almeno non solo: dopo tre giornate, per altro non ancora completate, la classifica è ancora troppo corta e troppo poco delineata per capire quali siano le gerarchie della lotta salvezza. Ma le sensazioni, quelle sì, sono già abbastanza chiare: delle tre neopromosse, il Crotone è quella che sembra più in ritardo, per qualità individuale e complessiva, per mancanza di idee tattiche che possano compensare il gap tecnico. Soprattutto quest’ultimo aspetto potrebbe migliorare nei mesi che verranno, ma per il momento la squadra calabrese sembra quella meno attrezzata per poter evitare la retrocessione. Anche perché nel frattempo Benevento e Spezia hanno mostrato di avere una rosa di buon livello (soprattutto i giallorossi di Filippo Inzaghi) e un impianto di gioco ambizioso (soprattutto i liguri di Vincenzo Italiano): le sconfitte – da mettere in preventivo – contro Sassuolo, Inter e Milan sono state bilanciate da prestazioni incoraggianti, e poi dai successi negli scontri diretti contro Sampdoria, Udinese e Bologna. È proprio questo l’aspetto più interessante, ciò che rende e renderà molto intrigante la corsa alla salvezza: i valori sono più livellati rispetto al passato, alle spalle delle squadre impegnate in Europa e del Sassuolo c’è un gruppone dal perimetro indefinito, una condizione rischiosa anche per società medio-borghesi come Fiorentina, Cagliari, Torino, che non hanno iniziato benissimo il campionato e che potrebbero pagare la disabitudine a lottare per certi traguardi. Non è un caso, per esempio, che il Parma sia riuscito a battere il Verona a punteggio pieno: è stato un risultato inatteso che però rappresenta un segnale chiaro rispetto a quello che vedremo, una Serie A destinata a rimanere incerta per molto tempo, probabilmente fino all’ultima giornata, non solo in testa alla classifica ma soprattutto in coda.

Lo splendido gol di Verre ha determinato un altro risultato inatteso di questa giornata
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