L’incredibile stagione dei Rangers Glasgow

La squadra di Gerrard è a un passo da uno storico titolo nazionale, ma sta facendo benissimo anche in Europa League: merito di un progetto di spessore, e di un manager dall'aura inimitabile.

Delle 43 partite disputate in questa stagione, i Rangers Glasgow ne hanno vinte 36, con sei pareggi e una sola sconfitta, per di più in un match di League Cup; la squadra allenata da Steven Gerrard ha segnato 111 gol e ne ha subiti solo 24; e se, giustamente, si può pensare che il contesto del campionato scozzese non sia così probante o competitivo, va detto che nove vittorie e quattro pareggi sono arrivati nelle 13 gare giocate in Europa League contro avversari come Galatasaray, Benfica e Anversa, tutte squadre che più o meno sono al livello dei Gers, almeno sulla carta. Tutte squadre che, in ogni caso, non sono riusciti a fermarli.

In questo momento, i Rangers sono qualificati agli ottavi di Europa League, ma soprattutto hanno 18 punti di vantaggio sul Celtic a tre giornate dalla fine della regular season, a cui vanno aggiunte altre cinque gare del mini-girone della post-season. In attesa di capire come finirà il percorso europeo, è praticamente certa la vittoria in campionato: se la squadra di Gerrard dovesse fare lo stesso numero di punti dei rivali cittadini nelle prossime tre partite, conquisterebbe matematicamente il titolo nazionale numero 55. A rendere più suggestivo il tutto, ci penserà il calendario: il 21 marzo 2021 è in programma l’Old Firm in casa del Celtic, un derby che a quel punto potrebbe essere determinante per assegnare la vittoria del campionato. Un incubo o un sogno, a seconda del punto di Glasgow da cui si assisterà a questa partita.

Il dominio imposto quest’anno dai Rangers è un risultato incredibile, considerando il background: il fallimento del 2012 aveva costretto la squadra protestante di Glasgow a giocare in quarta divisione, ma soprattutto aveva consentito al Celtic di vincere in scioltezza le ultime nove edizione della Scottish Premiership. Dirigenti e tifosi del club cattolico pregustavano già il decimo trionfo di fila, ma non avevano fatto i conti con una profonda crisi interna, politica e di risultati, e soprattutto con la squadra di Steven Gerrard, che già nelle ultime due stagioni aveva iniziato a ridurre il gap – nel 2018/19 e al momento dell’interruzione del 2019/20, la distanza in classifica tra le due squadre di Glasgow, ovviamente prima e seconda, era di nove e dieci punti.

Per capire l’impatto del cambiamento portato dall’ex capitano del Liverpool, basta confrontare la rosa di oggi con quella dell’annata 2017/18, che si chiuse con un netto 0-5 nell’Old Firm giocato ad aprile 2019: della squadra titolare schierata quel giorno, sono rimasti solo James Tavernier e Alfredo Morelos. Il rinnovamento avviato da Gerrard nell’estate successiva è stato imponente, ed è cominciato con la costruzione di un nuovo staff tecnico: Michael Beale – ex coach di Chelsea, São Paulo e Liverpool – è la figura più influente del team di lavoro di Gerrard, ma l’ex centrocampista della Nazionale inglese ha voluto con sé anche Gary McAllister, leggenda del calcio scozzese e anello di congiunzione tra squadra e società.

Per quanto riguarda i giocatori, sono proprio Tavernier e Morelos i due uomini-simbolo della stagione: Tavernier è il capitano, e in teoria gioca da laterale destro difensivo, solo che con Gerrard è diventato un’arma offensiva di grande impatto, al punto da essere il capocannoniere stagionale dei Gers (17 gol in tutte le competizioni); subito dopo di lui, per numero di gol segnati, c’è proprio Alfredo Morelos, attaccante colombiano che in passato aveva dato segni di limitata tenuta mentale e scarso fair play, per dirla burocraticamente, e che ora si è trasformato in un giocatore dal rendimento certo (13 gol e 12 assist in tutte le competizioni) e pure decisamente più calmo, a giudicare anche dal suo comportamento in campo – nella tiratissima gara di Europa League contro l’Anversa, finita 5-2, ha buttato il pallone fuori per far soccorrere un avversario infortunato quando poteva involarsi da solo verso la porta avversaria. Accanto a Tavernier e Morelos, Gerrard ha costruito una squadra priva di grandi stelle, ma fondata su un gruppo di giocatori affidabili e adatti alla sua idea di calcio: gli investimenti più significativi sono stati quelli fatti per Kent (esterno sinistro ex Liverpool acquistato per 7 milioni), Roofe (attaccante anglo-giamaicano dell’Anderlecht) e Ianis Hagi (acquistato a titolo definitivo dopo una buona stagione in prestito), ma anche giocatori arrivati senza grosse aspettative – i centrocampisti Kamara e Aribo, il terzino Barisic e l’ex Bologna Helander – sono riusciti a diventare una parte importante dei Gers.

Un po’ di azioni interessanti dei Rangers Glasgow in questa stagione

L’uomo più importante, però, sembra essere proprio Steven Gerrard: dopo l’inizio della nuova carriera in panchina nel settore giovanile del Liverpool, l’ex capitano dei Reds sta dimostrando di essere un allenatore vero, anzi un manager dalle grandi potenzialità. Tanti giocatori arrivati a Glasgow negli ultimi due anni (il già citato Roofe, ma anche Connor Goldson, Nikola Katic e Bongani Zungu) hanno affermato che la loro scelta di accettare l’offerta dei Rangers è dovuta proprio alla sua presenza, al fatto che lavorare con lui sarebbe stata un’occasione da non perdere. L’aura e l’influenza di Gerrard, però, non hanno prodotto risultati importanti solo sul mercato, ma anche sul campo: i Rangers praticano un calcio ambizioso e moderno, fondato sulla velocità e sulla tecnica; certo, nelle partite domestiche hanno la possibilità di esercitare un dominio praticamente incontrastato, ma anche nelle serate di Europa League gli uomini di Gerrard hanno mostrato lo stesso approccio tattico, la stessa volontà di recuperare il pallone in zone alte di campo, le combinazioni rapide in attacco ormai tipiche del loro repertorio.

Dopo aver perso 5-0 contro gli uomini di Gerrard, il manager del Ross County, John Hughes, ha detto che «i Rangers sono davvero una squadra del massimo livello: dopo averli affrontati, vorrei che i miei giocatori vadano a casa, rivedano la partita e dicano “è così che si gioca a calcio”». Probabilmente è il complimento migliore che possa essere fatto a un allenatore da un allenatore, in attesa che arrivino i trofei. Per Gerrard è solo questione di tempo, ormai, mentre i tifosi dei Gers sono pronti a celebrare un titolo nazionale dieci anni dopo l’ultima volta. Basterebbe già questo a rendere storica quest’annata, e invece il progetto di Gerrard sembra poter andare più in là di una “semplice” vittoria in campionato, ed è proprio questa la notizia più bella per i Rangers e per tutto il calcio scozzese – a parte l’universo-Celtic, ovviamente.