La Federcalcio danese vuole che la Fifa indaghi sui lavoratori morti nei cantieri degli stadi in Qatar

È la terza protesta ufficiale nei confronti dell'emirato, e della Coppa del Mondo 2022, dopo quelle di Norvegia e Svezia.

La Scandinavia è il grande avamposto di protesta nei confronti dei Mondiali in Qatar. Anzi, si può dire che i Paesi nordici siano stati gli unici a muoversi concretamente, a protestare in maniera formale contro gli abusi subiti dai lavoratori migranti nell’emirato. Prima era toccato ai club e alla Federcalcio norvegese, poi è stato il turno di quella svedese. Ora è la Danimarca a esporsi in maniera netta, con una lettera inviata dalla Federazione di Brøndby alla Fifa: Jesper Møller e Jakob Jensen, rispettivamente presidente e Chief Executive Officer, hanno chiesto ufficialmente «una piena attuazione della riforma del diritto del lavoro che in realtà è già stata approvata in Qatar, ma non ha portato i miglioramenti attesi. È necessario garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e dei diritti umani, anche dopo la fase finale dei Mondiali, e questo vale non solo per coloro che lavorano negli stadi e le infrastrutture, ma anche per gli hotel, il settore dei servizi, ecc.».

Nella lettera, i vertici della Federazione danese si dicono «contrari all’assegnazione dei Mondiali al Qatar», e «critici nei confronti della situazione relativa ai diritti umani nel Paese. Abbiamo sollevato questa critica per diversi anni con le parti interessate, e nelle ultime settimane abbiamo anche avuto diversi incontri con tifosi, partner commerciali e altri stakeholder, così da intensificare la pressione sulla Fifa. Non crediamo che i miglioramenti desiderati per i lavoratori migranti siano stati raggiunti, e quindi vogliamo agire subito, in certi casi oggi è meglio di domani». Inoltre, è chiaramente esplicitata la richiesta per cui «le libertà fondamentali della persona siano rispettate prima, durante e dopo la fase finale nel 2022, ad esempio la libertà di stampa e di espressione del pensiero».

Infine, un’altra parte molto significativa della lettera riguarda le indagini da compiere sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori impiegati per la costruzione degli stadi e delle altre infrastrutture che ospiteranno le partite, le squadre e/o altri eventi legati ai Mondiali: «Chiediamo un’indagine completa sul reale numero di morti tra i lavoratori migranti in Qatar, come scoperto dal quotidiano inglese The Guardian in un reportage pubblicato a marzo 2021, e sulle cause di questi decessi. Ci aspettiamo di ricevere al più presto un report investigativo indipendente che faccia luce sull’intero processo di avvicinamento alla fase finale». La lettera completa è consultabile a questo link.