Il declino di Antoine Griezmann

L'attaccante francese non segna da cinque mesi.

Nel 2018, quando la Francia vinse il Mondiale, si discuteva animatamente di chi sarebbe stato il prossimo Pallone d’Oro. Con Messi e Ronaldo fuori gioco, il premio che France Football assegna al miglior giocatore della stagione era tornato infatti in bilico: c’era chi diceva Kylian Mbappé, alcuni indicavano Raphael Varane, altri volevano incoronare la strepitosa cavalcata di Luka Modric, capace di portare la sua Croazia fino alla finale della Coppa del Mondo, poi persa per 4-2 contro la Francia. In tanti, poi, erano iscritti al partito di Antoine Griezmann, il vero catalizzatore offensivo della squadra di Deschamps. Alla fine il premio lo vinse – meritatamente – Modric, e al terzo posto, dietro l’immancabile Ronaldo, si classificò proprio Antoine Griezmann. In quel momento l’attaccante dell’Atletico Madrid era uno dei giocatori più forti al mondo, protagonista assoluto del trionfo iridato francese (quattro gol e tre assist nelle sette partite giocate in Russia) e con una valutazione di mercato, secondo Trasfermarkt, di circa 130 milioni di euro. E fu più o meno per quella cifra (120 milioni) che, dopo 264 presenze e 138 gol in cinque anni, Griezman nell’agosto del 2019 lasciò Madrid per trasferirsi al Barcellona. Tanti club l’avevano cercato prima degli Azulgrana, al punto da spingere l’Atlético a rinnovargli cinque volte il contratto prima di ogni stagione vissuta in maglia rojiblanca, ma poi alla fine l’ambizione di mettersi alla prova con uno dei migliori club del mondo – e con Messi, ovviamente – prese il sopravvento. Com’era giusto che fosse per un calciatore riconosciuto come un fuoriclasse assoluto sulla platea internazionale.

Al Barcellona, però, le cose non sono andate esattamente come speravano Grizou e i tifosi blaugrana. I due anni di Griezmann al Camp Nou sono stati infatti deludenti: le Petit Diable ha subito un’involuzione che in parte è sicuramente dovuta ai problemi che hanno avvelenato le ultime stagioni del Barça, a una crisi finanziaria e societaria che è diventata anche tecnica e tattica. Griezmann è stato travolto dai cambi in panchina – Quique Setién per Valverde, poi l’arrivo di Koeman – e non si è mai ambientato davvero in maglia azulgrana, non si è mai sentito realmente al centro del gioco, anche per un feeling non proprio immediato con Lionel Messi. Alla fine delle sue due stagioni al Barcellona ha raccolto 35 gol e 17 assist in 102 presenze, e la scorsa estate l’attaccante francese è tornato all’Atlético Madrid. Con la formula del prestito e a un costo a dir poco ridicolo.

Neanche il ritorno a casa è servito a ritrovare il miglior Griezmann. Anzi, il suo declino è proseguito anche all’Atlético. Non a caso, i numeri della sua seconda avventura con il Cholo Simeone sono davvero miseri se confrontati con quelli di tre anni fa: otto gol e sette assist in 36 partite giocate in tutte le competizioni. Come se non bastasse, la crisi – di gioco e gol – attraversata da Griezmann sta continuando in Nazionale: il pareggio (1-1) della sua Francia contro la Croazia dello scorso sei di giugno, ha allungato fino a 21 partite il suo digiuno da gol. Complice anche un infortunio che lo ha tenuto fermo per un mese e mezzo, l’ultimo gol di Griezmann risale allo scorso sei gennaio, quando l’Atlético Madrid vinse per 5-0 in Copa del Rey contro il Rayo Majadahonda, club terza divisione spagnola.

Insomma, Griezmann è reduce da più di cinque mesi senza segnare: è il periodo senza gioie personali più lungo della sua carriera. Per ritrovare un momento simile, bisogna risalire ai tempi della Real Sociedad, dieci anni fa, quando non trovò il gol per 16 partite consecutive, circa quattro mesi e mezzo. L’involuzione di Griezmann è certificata anche dalla sua valutazione di mercato: sempre secondo Transfermarkt, il suo valore infatti non supera attualmente i 30 milioni di euro: una cifra irrisoria se si pensa all’investimento fatto dal Barcellona appena tre anni fa.