Justine Lindsay è la prima cheerleader apertamente trans nella storia della NFL

In una lega non proprio progressista, si tratta di un evento importante nel rapporto con le minoranze.
di Redazione Undici 09 Giugno 2022 alle 12:28

Justine Lindsay ha fatto e farà la storia della NFL. Perché a fine marzo ha comunicato di essere entrata a far parte dei Topcats, la squadra di cheerleader dei Carolina Panthers. E perché, nello stesso post Instagram in cui ha annunciato di essere un membro dei Topcats, ha anche dichiarato di essere la prima cheerleader apertamente transgender della lega. Si tratta di una svolta epocale, per il football e soprattutto per Lindsay: come spiegato in un’intervista a BuzzFeed News, nessuno era a conoscenza del fatto che lei fosse una donna trans. «Neanche la mia migliore amica, che per me è come se fosse mia sorella», ha aggiunto. «Era un segreto che tenevo nascosto a tutti, nessuno ne era a conoscenza a parte i membri della mia famiglia».

Come spiegato anche dallo stesso BuzzFeed, non esiste un albo ufficiale delle cheerleader NFL, quindi non c’è certezza assoluta che Justine Lindsay sia la prima cheerleader trans. Ciò che è sicuro è che lei è la prima a comunicarlo ufficialmente, e infatti si è detta «molto spaventata» ma anche «felice di ciò che ho fatto: ho mostrato al mondo che certi steccati possono essere superati, che certe porte possono essere sfondate. Ho detto alla gente: “Ehi, noi siamo esseri umani che vogliono migliorare noi stessi come tutti gli altri, non persone che si esprimono solo in base alla propria sessualità”». Chandalae Lanouette, responsabile dei Topcats, ha spiegato che «Il mio obiettivo è creare una squadra che incendi il campo, e che sia composta da esseri umani in grado di essere amici tra loro, di aiutarsi e sostenersi a vicenda. Lindsay aveva scritto di essere trans nella sua domanda per entrare nei Topcats, ma sono il suo talento e la sua essenza ad averla portata in squadra, non la sua storia».

L’ingresso di Lindsay nei Topcats ha dunque un significato importantissimo, e non solo perché si tratta di una persona transgender: le squadre di cheerleader NFL non sono un esempio di inclusione e tolleranza, visto che solo di recente gli uomini sono entrati nei roster e che le donne nere e appartenenti ad altre minoranze continuano a essere selezionate in numero inferiore rispetto alle bianche, e a quelle che rispettano un certo canone di bellezza. Lindsay, invece, è nera e porta i capelli rasati a zero. Quando il suo nuovo allenatore le ha detto che avrebbe potuto mantenere la stessa acconciatura, ha reagito con grande sollievo. Anche perché «in questo modo avrei potuto ispirare delle ragazze che soffrono per il fatto di non avere capelli». Insomma, la sua storia può essere un esempio. Anzi: deve esserlo. Da qualsiasi punto di vista.

>

Leggi anche

Altri sport
Diverse piste da sci italiane hanno aperto in anticipo, anche quelle dove si svolgeranno alcune gare di Milano Cortina 2026
Una buona notizia per gli operatori turistici e per tutto il settore-movimento, quando siamo alle porte di un inverno importantissimo per lo scii italiano.
di Redazione Undici
Altri sport
I test event per la pista di slittino, bob e di skeleton di Milano Cortina 2026 sono andati piuttosto bene, ed è un’ottima notizia
Un passo importante verso le Olimpiadi Invernali, per una delle infrastrutture-simbolo dell'evento a cinque cerchi.
di Redazione Undici
Altri sport
La nuova Virtus Bologna è nelle mani di Carsen Edwards
Intervista con il playmaker americano, subito protagonista e uomo-squadra con le Vu nere.
di Francesco Gottardi
Altri sport
La partita NFL a Madrid ha avuto un grande impatto economico, e non solo per il Bernabéu
Un volume d'affari da 150-170 milioni di euro, gestito alla perfezione e riassunto in un dato: nel weekend di NFL, in bassa stagione, a Madrid nove camere d'albergo su dieci erano piene.
di Redazione Undici