Il Porto continua a essere un serbatoio di talento per le big d’Europa

Ogni anno vengono venduti i migliori giocatori, ma i risultati in patria non ne risentono, anzi.
di Redazione Undici

Jorge Nuno de Lima Pinto da Costa ha 84 anni, è il presidente del Porto ed è uno dei mercanti più esperti del calcio mondiale. Ogni anno i top club d’Europa lo contattano per comprare i suoi gioielli, e lui risponde sempre allo stesso modo: «Per vendere un giocatore, noi ci basiamo sempre sulla sua clausola rescissoria». Con queste premesse, inevitabile che il Porto sia una bottega cara. Se n’è accorto l’Arsenal, che ha dovuto sborsare ben 35 milioni per Fábio Vieira, trequartista 22enne da sette gol e 13 assist in stagione. Se il Porto può mantenere questo approccio – e certi prezzi – è perché la merce che vende è di qualità. Basta guardare la lista dei potenziali affari in uscita di questo mercato: : Otàvio, Evenilson, Vitinha, Taremi e Toni Martinez sono tutti nel mirino delle grandi d’Europa.

Ma anche le sessioni del passato sono state piene di affari conclusi tra il Porto e tutte le grandi squadre d’Europa: nel 2017, André Silva e Ruben Neves sono stati ceduti rispettivamente a Milan e Wolverhampton per 38 e 18 milioni di euro; l’anno successivo il Leicester ha pagato 22 milioni per acquistare il terzino Ricardo Pereira, stessa cifra che il Manchester United spese per portare un altro terzino, Diogo Dalot, a Old Trafford; nel 2019 è arrivata la cessione più costosa della storia del Porto, con il difensore centrale Eder Militão che si è trasferito per 50 milioni di euro al Real Madrid, seguito poi dal compagno di reparto Felipe, approdato sempre nella capitale spagnola, ma stavolta sponda Atlético per 20 milioni; il 2020 è stato l’anno dell’attaccante Fábio Silva ai Wolves (40 milioni) e di Alex Telles al Manchester United (15 milioni); e l’ultima pesante cessione è arrivata lo scorso gennaio, quando Luìs Diaz ha raggiunto Jürgen Klopp a Liverpool, che per l’esterno colombiano ha investito ben 47 milioni di euro.

Tutto questo mercanteggiare non ha inficiato il rendimento della squadra. Anche se solo patria, infatti, il Porto è riuscito sempre a vincere almeno un trofeo a stagione nelle ultime cinque stagioni, che poi sono quelle vissute con Sergio Conceição in panchina: il palmarés è stato rimpolpato con tre campionati, due Coppe nazionali e due Supercoppe di Portogallo. Anche quest’anno, nonostante la cessione di Diaz durante la finestra invernale, quest’anno il Porto è riuscito non solo a vincere ancora una volta la Primeira Liga, ma ad alzare anche la Taça de Portugal, ovvero la coppa nazionale, e a eguagliare lo storico record del Milan degli Invincibili allenato da Capello, con ben 58 partite senza sconfitte. Un po’ meno spettacolari i risultati in Europa: il Porto è arrivato terzo nel proprio girone di Champions League e, una volta sceso in Europa League, è stato eliminato agli ottavi di finale dal Lione. Ma la sua rosa continua a essere un serbatoio di talento per le grandi d’Europa.

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