Denis Zakaria non ha ancora giocato un solo minuto con il Chelsea

L'ennesimo talento bruciato dalla Premier League?

Qualche settimana fa, parlando a The Athletic, Denis Zakaria disse che «quando il Chelsea manifesta la sua volontà di prenderti, non puoi dire no: è un grande club e sa come metterti a tuo agio, io sono arrivato da poco e mi sembra di stare qui da uno o due anni». Chissà se Zakaria pensa ancora che trasferirsi a Stamford Bridge sia stata la scelta giusta, visto come stanno andando le cose: è l’unico della rosa di Graham Potter a non aver giocato neanche un minuto in una partita ufficiale dall’inizio di questa stagione. Al suo posto, l’allenatore del Chelsea (e il suo predecessore, Thomas Tuchel) hanno dato spazio, da titolare e/o da subentrati, a Jorginho, Loftus-Cheek, Kovacic, Kanté, Gallagher e persino Carney Chukwuemeka, 19enne mediano prelevato dall’Aston Villa in estate.

Interrogato sulla questione, Potter ha detto che «Zakaria si sta allenando bene ed è in attesa della sua occasione». In merito al suo futuro, visto che inevitabilmente si parla già di un possibile addio in vista del mercato di gennaio, il manager del Chelsea ha glissato: «Non abbiamo preso alcuna decisione in merito». È tutto molto singolare, quindi: Zakaria è arrivato a Londra nelle ultimissime ore del mercato estivo, anzi il suo acquisto ufficiale è stato annunciato dal Chelsea due ore dopo la chiusura delle liste trasferimenti – ma la Premier League aveva ricevuto tutta la documentazione in tempo. L’affare è stato concluso con la formula del prestito, però Chelsea e Juventus hanno concordato anche una cifra piuttosto alta – 30 milioni di sterline, si dice – per l’eventuale riscatto. Sembrava un’operazione interessante solo formalizzata un po’ in ritardo: Zakaria era ed è un centrocampista fisico che avrebbe potuto avere un grande impatto nel sistema di Tuchel, lo stesso tecnico tedesco – parole dette da Zakaria nell’intervista a The Athletic – sembrava entusiasta di poter contare anche su di lui, ma non l’ha mai schierato, e poi è stato esonerato. L’arrivo di Potter ha trasformato il Chelsea dal punto di vista tattico, ma questo cambiamento non ha incluso Zakaria: l’unico upgrade, se così vogliamo chiamarlo, è la “promozione” dalla tribuna alla panchina in occasione delle ultime due gare di Premier League contro Aston Villa e Brentford.

È naturale e anche legittimo che Tuchel e Potter facciano le loro valutazioni tecniche, ma il caso di Zakaria è davvero emblematico: il Chelsea non aveva bisogno di lui – aveva già sei centrocampisti centrali in organico, senza contare giocatori che possono adattarsi in quel ruolo – eppure l’ha preso in prestito, quando invece moltissimi altri club qualificati alla Champions o all’Europa League di altri campionati (la Liga? la Bundes?) gli avrebbero offerto un ingaggio probabilmente inferiore, ma maggior spazio in campo. Dopotutto parliamo di un calciatore ancora giovane, che compirà 26 anni il prossimo 20 novembre, e che ha già dimostrato – al Gladbach, con la Nazionale svizzera, ma in fondo anche nelle poche partite giocate con la Juve – di poter giocare ad alti livelli. E invece ha deciso di andarsi a imbottigliare in quella Premier League che fagocita completamente il calciomercato ed è il simbolo di un calcio d’élite che è diventato un tritacarne di talento, in attesa di un’occasione che non è ancora arrivata e potrebbe non arrivare mai, e a quel punto dovrebbe cambiare di nuovo squadra e magari fare un passo indietro, e allora avrebbe perso solo tempo. E il vero problema, in fondo, è proprio questo.