Ali Daei, il marcatore più prolifico nella storia del calcio iraniano, è stato arrestato

E non è l'unico calciatore che sta avendo problemi con la polizia.

Le proteste in Iran non accennano a placarsi, e ormai vanno avanti da settimane. Tutto è cominciato  quando Mahsa Amini, una donna di 22 anni, è morta in carcere a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver indossato il velo come impone la legge islamica in vigore nel Paese. Da allora sono scoppiate delle rivolte molto violente in diverse città del Paese, con le università come centri motori principali della ribellione. Anche il calcio non è stato a guardare: Sardar Azmoun, attaccante 27enne del Bayer Leverkusen e simbolo della Nazionale qualificata ai Mondiali, ha manifestato apertamente – attraverso un post su Instagram – il suo dissenso nei confronti del regime; pochi giorni dopo, un gruppo di calciatori e sportivi locali ha chiesto l’esclusione della rappresentativa dalla Coppa del Mondo che inizierà tra tre settimane – l’Iran è inserito nel Gruppo B con Inghilterra, Stati Uniti e Galles. Anche alcuni ex calciatori di un certo rilievo hanno appoggiato il movimento di protesta: tra questi c’è Ali Daei, vero e proprio mito iraniano, autore di 109 gol in 149 presenze con la maglia della Nazionale – record assoluto per l’Iran e anche su scala globale, prima che Cristiano Ronaldo lo scalzasse dal trono. Secondo quanto riportato da Hengaw, un’organizzazione per i diritti umani legata alla comunità curda, Daei sarebbe stato arrestato dalla polizia religiosa.

L’arresto, stando alla ricostruzione pubblicata dal Times, sarebbe avvenuto a Saqqez, città di 131mila abitanti che si trova nella parte Nord-Occidentale del Paese, a pochi chilometri dal confine con l’Iraq. Saqqez non è un luogo qualsiasi: è dove è nata Masha Amini, e dove martedì si stava svolgendo una marcia di protesta a quaranta giorni dalla sua morte. Nello stesso giorno Daei si trovava in un albergo della città, ma poi pare sia stato portato via dalle forze di sicurezza al termine di un’operazione condotta da una squadra armata. Nei giorni scorsi, all’ex attaccante – tra le altre – di Bayern Monaco e Hertha Berlino, era stato anche ritirato il passaporto, così che non potesse lasciare il Paese. Dopo il ritiro, Daei è diventato allenatore ed è stato anche ct della Nazionale tra il 2008 e il 2009. Il suo allontanamento fu molto contestato, anche perché sembrava evidente l’ingerenza della politica su questa decisione della Federcalcio: si era sempre espresso in modo critico nei confronti di Ahmadinejad, al punto che nel 2019, dieci anni dopo il suo addio come ct, rifiutò di sedersi accanto a lui in occasione di un volo.

Ali Daei non è l’unico calciatore o ex calciatore iraniano arrestato e/o perseguitato dalla polizia: Hossein Mahini, 36enne difensore ancora in attività con 23 presenze in Nazionale, è stato condotto in carcere dopo aver manifestato vicinanza ai ribelli; l’ex capitano dell’Iran Ali Karimi, che oggi ha 43 anni e ha accumulato 127 gare con la maglia della Nazionale tra il 1998 e il 2012, è stato raggiunto da un mandato di cattura anche se vive a Dubai: secondo quanto riportato dal Times, avrebbe confessato ad alcuni suoi amici di sentirsi in pericolo, di credere che gli emissari del regime vogliano rapirlo e riportarlo in Iran, per via del suo sostegno ai rivoltosi.