Guarda Mourinho che dice belle cose di Arteta e del suo Arsenal, nel 2020

«Mikel è molto bravo, se gli daranno fiducia l'Arsenal tornerà a essere l'Arsenal».
di Redazione Undici 18 Gennaio 2023 alle 12:13

Nell’ultima gara di campionato, l’Arsenal ha battuto il Tottenham per 2-0. È stata una vittoria dal peso specifico enorme: i Gunners non hanno solo superato – pure con una certa autorità – i loro storici rivali nel North London Derby, ma hanno anche allargato il vantaggio in classifica sul Manchester City. Ora la squadra di Arteta ha otto punti di vantaggio su quella di Guardiola, un margine non definitivo – in fondo mancano ancora venti partite alla fine della Premier – ma sicuramente importante, a questo punto della stagione. E poi c’è da registrare l’effetto-sorpresa: da anni l’Arsenal stava cercando di risorgere dalle sue ceneri, l’ultima parte dell’era-Wenger e poi la parentesi di Unai Emery avevano in qualche modo cambiato lo status dei Gunners, che sembravano quasi condannati alla mediocrità, al caos, a un ruolo subalterno nel club esclusivo delle Big Six inglesi. Anche l’arrivo di Arteta, proprio in sostituzione di Emery, non aveva portato subito gli effetti sperati, e quindi questo primato in classifica così netto, così meritato, non se l’aspettava quasi nessuno. Tra quelli che l’avevano in qualche modo già visto nel futuro, però, c’era e c’è José Mourinho.

Tutto risale a un altro North London Derby, quello giocato a White Hart Lane nel dicembre 2020: a vincere fu il Tottenham guidato da Mourinho, il risultato finale (2-0 per gli Spurs) fu fissato dai gol di Son Heung-min e Harry Kane. A causa di quella sconfitta, culmine di un periodo a dir poco negativo, l’Arsenal si ritrovò al 15esimo posto in classifica. Eppure Mourinho, nelle interviste del postgara, fu prodigo di complimenti per i Gunners e per il loro allenatore: «Sono una squadra tatticamente valida, ci hanno messo in difficoltà: difendono a cinque, costruiscono a quattro, nella ripresa hanno saputo costruire molti triangoli di gioco e ci hanno posto dei problemi difficili da risolvere. Noi abbiamo meritato la vittoria perché abbiamo giocatori meravigliosi e siamo in un buon momento, ma l’Arsenal ha giocato davvero una buona partita».

Come detto, anche Arteta fece una buona impressione al manager portoghese: «È un buon allenatore e ha plasmato un’ottima squadra. Ora sono un po’ attardati in classifica, ma è evidente che ha grande fiducia nei giovani, che sa guidarli al meglio. Ora non è facile pensarlo o dirlo, ma sono certo che il suo è un progetto importante. Spero che abbia tempo di portarlo avanti, si merita quest’opportunità. Sono sicuro che, con un po’ di pazienza, Arteta porterà di nuovo l’Arsenal a essere l’Arsenal». Insomma, un’investitura in piena regola. Sopra, l’avrete notata, c’è anche la testimonianza video di quell’intervista, in cui si vede Mourinho parlare davanti ai microfoni con la solita espressione sicura. In realtà anche per lui si trattò di un ravvedimento: quando Arteta fu scelto come successore di Emery, infatti, il tecnico portoghese commentò con delle parole piuttosto sarcastiche la sua assunzione. Allora Mou era già manager del Tottenham, mentre Arteta era stato solo l’assistente di Guardiola, e non a caso il portoghese disse che «non vedo motivi per cui un club debba prendere certe decisioni: una volta gli allenatori venivano scelti per il numero di vittorie ottenute in carriera, chi ne aveva di più veniva assunto. Oggi invece si contano le sconfitte, ed evidentemente si preferisce chi ne ha zero». In questo modo, Mourinho aveva criticato il fatto che i Gunners avessero preso un manager senza esperienza. Pochi mesi dopo sarebbe arrivato lo scontro diretto che ha cambiato la sua opinione. Due anni dopo, o poco più, la seconda profezia – quella positiva, per l’Arsenal e per Arteta – è diventata realtà.

>

Leggi anche

Calcio
L’IFAB sta valutando seriamente di estendere i casi di utilizzo del VAR, per esempio sull’assegnazione e la battuta dei calci d’angolo
E i nuovi casi di applicazione della tecnologia potrebbero vedersi già ai Mondiali 2026.
di Redazione Undici
Calcio
Da quando è tornato in Francia, Florian Thauvin è diventato il simbolo del Lens, si è ripreso la Nazionale e adesso anche un incredibile primo posto in Ligue 1
Più della doppietta del sorpasso in vetta sul PSG, pesa il suo modo di interpretare il calcio e lo spogliatoio. Da vero campione ritrovato.
di Redazione Undici
Calcio
Paul Pogba è tornato in campo dopo due anni, e lo ha fatto a modo suo, con stile
Cambi di gioco millimetrici, tocchi di tacco e passaggi no-look. Con la sua corsa leggera e lo sguardo sempre alto, l'ex centrocampista della Juve e della Francia ha esordito con il Monaco. E sembra volersi riprendere tutto.
di Redazione Undici
Calcio
Antonio Conte si è inventato un nuovo Napoli, aggressivo e intenso, ed è l’ennesima volta che succede
Il tecnico azzurro sta risolvendo i problemi e l'emergenza con un nuovo sistema di gioco e dei nuovi concetti difensivi: aggressività, intensità e marcature uomo su uomo.
di Redazione Undici