L’equilibrio di Marco Odermatt

Lo sciatore svizzero ha un rapporto speciale con le vittorie. Come si fa a essere il migliore di tutti? Con un po’ di leggerezza.

Marco Odermatt rende perfettamente il concetto di equilibrio. La scorsa stagione è stata quella della definitiva consacrazione del 25enne svizzero: oro alle Olimpiadi in gigante e Coppa del mondo generale lasciando il norvegese Kilde a quasi 500 punti. Inoltre ha dominato la coppa di gigante. Anche in questa conversazione con Undici, il campione svizzero esibisce la centralità che è uno dei suoi punti di forza sugli sci. Assieme al divertimento e all’essere rilassati. «Scervellarmi troppo non mi fa bene» è la sua ricetta. Eppure alle Olimpiadi di Pechino diede prova di grande forza mentale. Dopo aver vinto la prima manche, dovette attendere cinque ore per la seconda discesa. Un tempo enorme, in cui i nervi vengono messi a dura prova. Raccontò di aver provato persino a dormire. Oggi offre l’immagine di un atleta più rilassato, consapevole. Anche dei cambiamenti che le vittorie comportano, soprattutto lontano dalle piste. In questa stagione è partito altrettanto forte. È dal 2019, da quando Hirscher si è ritirato ponendo fine al suo dominio, che nessuno sciatore riesce a vincere due Coppe del mondo consecutive. Nel 2020, vinse Kilde, nel 2021 Pinturault e lo scorso anno Odermatt. «So che posso farlo di nuovo», ci ha detto in questa intervista. 

Qual è il percorso da compiere per superare il confine tra chi è un ottimo sciatore e chi è un campione che riesce a conquistare gli obiettivi importanti?

Questa stagione è iniziata in modo perfetto. Per avere successo, moltissimi pezzi del mosaico devono combaciare. Come base per il successo hai bisogno di un ambiente perfettamente coordinato e di una buona squadra. Ciò che fa un campione è probabilmente un misto di ambizione e rilassatezza. Forse io sono un po’ più rilassato degli altri. Ma so anche quando spingere sull’acceleratore. Voglio dare tutto e divertirmi allo stesso tempo. Se mi scervello troppo, non funziona per me.

È diverso competere da outsider rispetto a competere da uomo da battere? Avverti più responsabilità?

Sono più calmo. Ho già vinto la “sfera di cristallo” una volta e so che posso farcela ancora. Ho molte ambizioni: ho fatto un altro passo avanti nel reparto velocità in questa stagione. Affronto le gare una alla volta e cerco di dare il meglio. Se ci riesco, allora starò là davanti. Ma non posso controllare nient’altro, quindi non me ne preoccupo.

Quanto è cambiata la vita da vincitore dell’oro olimpico e di una Coppa del mondo? Intendiamo per quanto riguarda gli impegni lontani dalla pista: gli sponsor, le aziende partner, gli eventi extra-sci.

Dal punto di vista sportivo non è cambiato niente: nello staff intorno a me tutto è rimasto com’era prima, e ho lavorato molto bene nella preparazione alla stagione. I cambiamenti più grandi sono stati lontani dalle piste: la mia presenza mediatica è molto aumentata dopo le vittorie, e anche le aspettative su di me. Il mio tempo libero è diventato ancora più prezioso. Alla fine, comunque, è tutta una questione di organizzazione.

Quali sono secondo te i tuoi punti di forza, quelli in cui ti senti molto sicuro, e quali invece i tuoi obiettivi di miglioramento?

Ho un’età in cui posso migliorare ancora in tutte le aree. La mia più grande forza è certamente una certa rilassatezza unita però all’ambizione, e la volontà di fare sempre la miglior performance possibile.

Quanto è complicato riuscire a tenere alta la concentrazione per un’intera stagione? Fai dei lavori particolari dal punto di vista mentale? Oppure segui il tuo istinto?

Per essere al top in tre discipline, la stagione è lunga e stancante. Quindi devi fare una buona economia delle tue energie. Ma la vittoria della Coppa del mondo generale mi ha anche dato una certa sicurezza, una certa calma. So che le cose stanno funzionando al meglio, con me, con il mio team. Ovviamente lavoro anche a livello mentale, in primis per me stesso. A volte capita anche di scambiare opinioni con gli esperti di questo settore.

Pensi che il mondo dello sci stia sottovalutando l’emergenza climatica? Cosa ne pensi, visto che la montagna è il tuo lavoro?

La preparazione di questa stagione ha già mostrato quanto l’aumento delle temperature stia già influenzando gli sport invernali, e probabilmente i problemi si intensificheranno in futuro. Le condizioni di allenamento sui ghiacciai di Zermatt e Saas Fee non erano ideali durante quest’estate così calda. Anche le prime discese a Zermatt sono state annullate per problemi meteo, il che ha posto la questione, fondamentale, di quando sia il momento giusto per iniziare la stagione. In definitiva, il cambiamento climatico colpisce l’intera società, e gli sport sulla neve ne sono parte. Io cerco di fare la mia parte nella vita di tutti i giorni per un futuro più sostenibile.