Non riusciremo a toglierci dalla testa il gol di Adeyemi

Una cavalcata imperiale, ad altissima velocità, per decidere una partita bellissima.

Borussia Dortmund-Chelsea è stata una partita elettrica, velocissima, spettacolare. Persino gli amanti del calcio più agée hanno dovuto riconoscere – e quindi accettare – che la gara del Signal Iduna Park ha trasmesso tata adrenalina, il divertimento provato grazie ai continui cambi di fronte, alle occasioni create in quantità industriale. È la Champions League, signori: ritmi intensissimi, velocità supersonica ma anche la necessità di essere tecnicamente creativi e tatticamente precisi, con margini di errore ridotti al minimo. Questa sensazione di giostra impazzita eppure controllata è stata alimentata dal fatto che la maggior parte dei giocatori in campo fossero giovani o giovanissimi, quindi fatalmente in grado di assecondare certe richieste, di mangiarsi l’erba verde brillante dell’impianto di Dortmund: il capitano del Borussia era il 19enne Jude Bellingham, ma il punto è che la squadra titolare di Terzic era composta interamente da elementi Under-30; nel Chelsea c’erano Thiago Silva e Koulibaly, entrambi sopra i trent’anni, ma gli altri nove titolari scelti da Potter non raggiungevano questa soglia critica. E poi c’erano Mudryk, João Félix, Havertz, Enzo Fernández, tutti sotto i 25 anni.

Chi ha letto le statistiche e anche chi ha visto la partita sa che, tra le due squadre, sarebbe stato il Chelsea a meritare qualcosa di più. Di certo la squadra di Potter non avrebbe dovuto lasciare la Germania da sconfitta. E invece è andata proprio così, grazie al gol di Adeyemi, un evento tecnico che è destinato a rimanere impresso nella memoria dei tifosi del Dortmund, degli appassionati di calcio di tutto il mondo. E anche degli stessi tifosi del Chelsea, in fondo: quando si assiste a una giocata del genere, così luccicante, è impossibile rimanere insensibili. È impossibile, insomma, negare l’evidenza. Anche se quell’evidenza ti costa una sconfitta in Champions League.

Ma perché il gol di Adeyemi è stato così bello e significativo? Intanto perché il modo in cui è arrivato è coerente con la partita tra Borussia e Chelsea: il risultato di una gara tra due squadre aggressive, a volte fin troppo lunghe e allungate, doveva essere determinato da una grande azione in campo aperto, in verticale. Adeyemi però non si è limitato a correre e incendiare l’erba sotto i suoi piedi, a sfruttare un Chelsea a dir poso sbilanciato: nella sua azione, infatti, ci sono pure un controllo vellutato, diversi tocchi al pallone brevi per invitare Enzo Fernández ad andare in tackle, un tocco ad allungarsi la sfera che brucia il centrocampista argentino, anche perché Adeyemi non perde mai velocità, e a quel punto tenerlo è un’impresa praticamente impossibile. Come se non bastasse tutto questo, una vera prodezza atletica sui 50-60 metri outdoor, ecco l’ultima spennellata sul capolavoro: scatto finale per anticipare l’uscita di Kepa, tocco misurato al pallone per evitare che il portiere spagnolo possa toccarlo, spostamento veloce per riappropriarsi del controllo della sfera e infine appoggio di sinistro nella porta vuota. Davanti a un muro di tifosi che stavano già saltando, giustamente esaltati per ciò che avevano appena visto. È tutto qui, in questo video. Che si conclude con la capriola all’indietro dell’attaccante del Dortmund: un modo spettacolare per suggellare una sequenza davvero spettacolare.

Da vedere e rivedere

Karim Adeyemi ha 21 anni, è stato l’erede – uno degli eredi – di Haaland al Salisburgo e poi pure al Borussia Dortmund. È un talento dalle prospettive enormi, ma finora l’avventura in Germania non è stata così scintillante: quello contro il Chelsea è solo il quinto gol di questa stagione, non proprio tantissimi in 1.242 minuti di gioco complessivi in tutte le competizioni. Su queste cifre pesa sicuramente il fatto che Terzic, tecnico del BVB, lo utilizzi come esterno d’attacco e non come punta pura, e poi c’è anche da dire che in avanti la squadra giallonera ha così tante soluzioni – Brandt, Malen, Hazard, Moukoko, Modeste, Reus, Reyna, ora è tornato pure Haller – che è davvero difficile imporsi. Cioè, appunto, devi essere Haaland per essere inamovibile in un reparto offensivo del genere. E Adeyemi non è Haaland, magari non lo è ancora e potrebbe avvicinarsi al centravanti norvegese, non tanto per caratteristiche – ha una fisicità molto diversa, è decisamente più leggero e sgusciante – o per stile di gioco, quanto per rendimento.

Il fatto che, nell’ultima stagione col Salisburgo, Adeyemi abbia segnato tanto – ma non tantissimo: 23 gol in 44 gare ufficiali – ci dice che il talento realizzativo c’è, esiste. Ora è arrivato questo gol leggendario in Champions League che potrebbe dare un boost alla sua stagione. O anche alla sua carriera, perché no? È la speranza dei tifosi del Borussia e anche della Germania, che con lui, Musiala e Wirtz possono pensare di aver trovato il tridente giusto per i prossimi 10 o anche 15 anni. Ora c’è un indizio in più, e faremo fatica a togliercelo dalla testa.