Questa è la peggior stagione del PSG da quando c’è la proprietà del Qatar

Il 3-1 incassato in casa dal Lorient è solo l'ultimo sintomo di una malattia molto più profonda.

L’unico gol segnato dal PSG nel corso della sfida casalinga contro il Lorient, e già parlare in questi termini dovrebbe essere un mezzo disastro per la squadra parigina, è arrivato perché il portiere e un difensore della squadra bretone hanno interpretato male la gestualità dell’arbitro: credevano di dover battere un calcio di punizione, hanno lasciato la palla incustodita e Mbappé ha potuto rubarla e depositarla dentro la porta vuota. Questo momento così grottesco non ha cambiato la sostanza delle cose: alla fine il PSG ha perso per 1-3, e così ora si ritrova ad avere soltanto cinque punti di vantaggio sul Marsiglia a cinque turni dalla fine della Ligue 1.

Insomma, i numeri dicono che persino la vittoria del campionato francese – dalle parti di Parigi è considerata una mera formalità – non è ancora stata messa in sicurezza. Basterebbe questo a far definire fallimentare, con buona pace di Giannis Antetokounmpo, la stagione della squadra di Galtier. Non a caso, viene da dire, The Athletic ha pubblicato un articolo in cui la corsa al titolo di Messi, Mbappé e tutti gli altri giocatori del PSG viene definita «stranamente cupa, un cammino fatto arrancando e senza trasmettere alcuna gioia». Anche in questo senso le statistiche sono eloquenti, nel senso che raccontano chiaramente come il 2022/23 sia la peggior annata del PSG da quando c’è la proprietà del Qatar, vale a dire dal 2011. In questi dodici anni solo una volta, ovvero nella stagione 2020/21, il Psg ha messo insieme sei o più sconfitte in campionato, la quota già raggiunta quest’anno: allora furono otto, e il trofeo della Ligue 1 finì nella bacheca del Lille allenato proprio da Galtier. E ancora: sempre guardando al periodo che va dal 2011 a oggi, nessuna squadra era mai riuscita a fare ciò che ha fatto il Lorient, cioè vincere e segnare tre gol al Parco dei Principi nella stessa partita. E non è tutto: il PSG ha subito almeno un gol nelle ultime otto partite di campionato, una striscia negativa che non si verificava dal 1984, e ha perso nove volte in 22 gare di tutte le competizioni disputate nell’anno solare 2023.

Se a questi numeri – oggettivamente negativi, considerando il divario esistente tra il PSG e la totalità dei suoi avversari domestici – aggiungiamo la doppia eliminazione in Champions e in Coppa di Francia, per mano del Bayern Monaco e del Marsiglia, non ci sono più molti dubbi: il PSG sta vivendo un anno davvero pessimo. Sembra incredibile, visto che soltanto qualche mese fa sembrava che questa potesse essere una stagione di svolta in positivo: il clamoroso rinnovo di Mbappé e la permanenza di Messi avevano fatto da preludio a una campagna acquisti diversa dal solito, gestita da Luís Campos in modo più oculato, caratterizzata da acquisti mirati – Soler, Fabián Ruiz, Renato Sanches, Vitinha – e fondati su una certa idea di gioco. Anche l’arrivo di Galtier sembrava poter andare nella stessa direzione, visto che si trattava un allenatore ancora fuori dall’élite ma con una chiara identità. E invece il caos ha regnato sovrano e continua a regnare sovrano intorno al Parco dei Principi: lo dicono i risultati, e ne abbiamo già parlato; lo dimostra la nuova politica dei rinnovi voluta dalla proprietà qatariota, che in qualche modo sta tentando di mettere un freno all’anarchia dilagante; lo conferma anche l’ultima vicenda relativa a Lionel Messi, che non ha ancora esteso il contratto in scadenza a giugno e a quanto pare ha preso un volo per l’Arabia Saudita – nazione della quale è testimonial – senza avvisare il suo club. Insomma, a Parigi nulla è andato e nulla va come dovrebbe. Magari alla fine il titolo nazionale arriverà, ma sarà una magrissima consolazione. Anche perché all’orizzonte si intravede già l’ennesimo anno zero, l’ennesima rivoluzione di mercato che inizierà dalla panchina e cambierà i connotati della rosa. Come in un loop infinito.