Con Folarin Balogun, gli USA stanno facendo le cose per bene in vista dei Mondiali 2026

L'attaccante del Reims, uno dei più promettenti d'Europa, ha scelto di rappresentare gli Stati Uniti, una Nazionale giovane e di qualità.

Il nome di Eric Wynalda rimanda inevitabilmente agli Anni Novanta, quindi agli albori del calcio statunitense: ha partecipato a tre Mondiali (1990, 1994 e 1998) ed era considerato una delle stelle della Nazionale, anche in virtù di un passaggio – non proprio esaltante, in verità – per l’Europa, con Saarbucken e Bochum in Bundesliga. Oggi Eric Wynalda è un allenatore e ogni tanto scrive qualche articolo per il Guardian, sempre incentrato sul soccer USA: nell’ultimo, pubblicato poche ore fa, è sembrato piuttosto ottimista sul futuro della sua Nazionale, al punto da definirla «una seria contender per i Mondiali del 2026». La scintilla che ha acceso questo fuoco di entusiasmo è l’annuncio di Folarin Balogun, attaccante dell’Arsenal in prestito al Reims e autore di 20 gol stagionali, unico Under 21 nelle cinque leghe top ad aver superato questa quota: Balogun ha finalmente sciolto le riserve, nel senso che si è reso eleggibile per la convocazione nella rappresentativa USA.

Per gli USA si tratta di una grande notizia. Per il valore del giocatore, che come detto si è imposto come uno dei migliori attaccanti giovani del panorama europeo. Ma anche perché è la conferma di una tendenza: Balogun, infatti, è uno dei tanti giocatori che ha deciso di rappresentare gli Stati Uniti pur essendo in possesso di una seconda nazionalità – nel suo caso si tratta di quella inglese: è nato a New York ma è cresciuto a Londra – di un Paese rilevante nel panorama calcistico. Come lui, in passato anche Pulisic (Croazia), Dest (Paesi Bassi), i fratelli Tillman (Germania), Musah (Ghana/Inghilterra) e altri giocatori hanno deciso di rendersi convocabili per gli USA. Inoltre, come se non bastasse, Balogun ha chiesto e ottenuto lo switch pur avendo già giocato nelle rappresentative giovanili inglesi, fino all’Under 21, e quindi la possibilità di essere convocato con la Nazionale senior era piuttosto realistica, piuttosto concreta.

Ripetiamo: le parole di Wynalda possono sembrare fin troppo ottimiste, se consideriamo la consistenza storica della rappresentativa americana. La realtà di oggi, però, è un po’ diversa. Da tempo, infatti, il modello del soccer e della MLS ha iniziato a produrre e attrarre giovani di qualità, ed è così che la Nazionale USA si è presentata in Qatar con una rosa giovanissime e di grande prospettiva. I campionati europei sono sempre più pieni di calciatori cresciuti negli Stati Uniti, e il processo di reclutamento giovanile non è ancora finito: è già stato varato un progetto da 90 milioni di dollari per “acquistare” – attraverso il conferimento di borse di studio universitarie – degli studenti spagnoli già avviati al calcio e farli allenare nei college e nelle Academy sparse per il Paese, così da allargare il bacino di talento e quindi andare oltre l’allestimento di una squadra competitiva per i Mondiali 2026. Per quanto riguarda questo aspetto, che inevitabilmente è quello più interessante per i tifosi di tutto il mondo, è evidente che gli Stati Uniti stiano facendo le cose per bene: Balogun ha integrato un reparto offensivo in cui c’erano già Tim Weah, Josh Sargent, Gio Reyna, il già citato Pulisic, Ricardo Pepi; negli altri reparti ci sono giocatori già riconoscibili a livello globale come McKennie, Aaronson, Adams, Robinson, il già citato Dest, Carter-Vickers. Forse manca qualcosa a livello puramente difensivo, ma la crescita del movimento e del valore della Nazionale senior è evidente, percettibile anche per gli scettici. Balogun, per usare la classica metafora di pasticceria, è una gustosissima ed elegantissima ciliegina su una torta che è già piuttosto grossa, farcita bene, bella da vedere.