C’è un legame più che sospetto tra il Chelsea e l’Arabia Saudita

Molti giocatori in esubero a Londra hanno ricevuto offerte dalla Saudi Pro League: ecco, non è proprio un caso.

Dopo aver vissuto una delle stagioni peggiori della sua storia, chiusa senza trofei e al 13esimo posto in Premier League, il Chelsea può dedicarsi a una nuova sessione mercato. In cui dovrà certamente assecondare i desideri del suo nuovo manager, Mauricio Pochettino, ma l’obiettivo principale è un altro, almeno all’inizio: vendere, vendere il più possibile, così da abbassare il monte ingaggi – siamo oltre i 270 milioni di euro, secondo le rilevazioni di Sportac – ed evitare di incorrere sanzioni legate al Fair Play Finanziario, sanzioni praticamente certe se consideriamo il mercato pirotecnico fatto nell’ultimo anno. La lista dei giocatori già “tagliati” da Pochettino è nutrita e prestigiosa: secondo quanto riportato da diversi giornali, nell’elenco ci sono N’Golo Kante, Kalidou Koulibaly, Hakim Ziyech, Pierre-Emerick Aubameyang, Romelu Lukaku, Edouard Mendy. Molti di questi giocatori, se non tutti, negli ultimi giorni sono stati accostati a club dell’Arabia Saudita. Non può essere un caso. E infatti non lo è.

Ma andiamo con ordine, ricordando che qualche giorno fa il governo – cioè il Re – dell’Arabia Saudita ha annunciato una nuova era calcistica, fondata su enormi investimenti. In sintesi, ma potete cliccare qui se volete approfondire: il fondo PIF (acronimo di Public Investment Fund), lo stesso fondo sovrano che ha acquisito e gestisce il Newcastle, ha acquisito il 75% delle quote azionarie dei quattro club più seguiti della Saudi Pro League, vale a dire Al Hilal, Al Nassr, Al Ittihad e il neopromosso Al Ahli; in questo modo, i club avrebbero – avranno, anzi hanno già – un budget praticamente illimitato per convincere i migliori giocatori del calcio europeo a trasferirsi in Arabia Saudita. Il punto è che esiste un legame molto stretto tra lo stesso PIF – quindi tra l’Arabia Saudita – e la proprietà del Chelsea: come spiegato su Twitter da Ben Jacobs, giornalista della CBS, PIF ha investito anche in Clearlake Capital, un fondo di private  equity che ha affiancato Todd Boehly nell’acquisizione del Chelsea dopo la fine dell’era-Abramovich. Da qui è facilissimo rimettere insieme i pezzi: il Chelsea, come detto, ha molti calciatori in esubero, e quindi starebbe approfittando di questo rapporto diretto per piazzarli in Arabia Saudita, anche perché i contratti in questione sono molto onerosi, e quindi non ci sono grandi possibilità di trovare dei club acquirenti nel calcio europeo.

Non a caso le cifre riportate dai giornali sono impressionanti, al di là del fatto che queste operazioni avvengano a parametro zero, oppure in cambio di soldi per i cartellini: N’Golo Kanté, per dire, pare che stia per firmare un contratto da 100 milioni a stagione con l’Al-Ittihād; Kalidou Koulibaly, invece, sarebbe vicino ad accettare l’offerta delll’Al-Hilal, un triennale da 30 milioni all’anno. Anche Mendy e Ziyech sembrano aver ricevuto proposte simili e ci stanno pensando, mentre si dice che Lukaku si sia impuntato con il suo club: vuole soltanto l’Inter, e non prenderà in considerazione offerte in arrivo dall’Arabia Saudita. Questa eccezione non cambia la sostanza delle cose: il Chelsea ha un problema di calciatori in eccesso, ma ha trovato e pare stia sfruttando un canale non proprio ortodosso per risolverlo. “Poco ortodosso”, in questo caso, è una definizione esatta: nei rapporti tra PIF e Chelsea non c’è nulla di illecito, visto che parliamo di una partecipazione azionaria non di maggioranza. E quindi, in sostanza, nessuno può far niente, nessuno può impedire questi scambi di calciatori, questi aiuti reciproci. In ogni caso, sarà interessante capire fino a dove sarà spunto questo legame.