Viaggio nelle incredibili minusvalenze del Leeds United

Il club che fu di Radrizzani ha fatto dei pessimi affari nelle ultime sessioni di mercato.

Da anni, giustamente, si parla della quantità di denaro investita dalle squadre di Premier League per acquistare i calciatori più pregiati del mondo, e per versargli dei lauti stipendi. Da anni, giustamente, si sottolinea come una squadra inglese di medio-bassa classifica abbia un potere di spesa cinque volte superiore rispetto a una big di un altro Paese. Tutto giusto, tutto evidente, ma anche un’altra cosa è evidente: questa condizione finisce per distorcere visioni e giudizi, nel senso che fare calciomercato è un lavoro complesso e rischioso, in cui non basta spendere più soldi degli altri per essere sicuri di prendere i giocatori giusti. E per “giusti” intendiamo quelli funzionali al progetto tecnico di un club, ma anche quelli in grado di valorizzarsi come asset sul mercato. In questo senso, il caso del Leeds United è davvero esplicativo rispetto a quanto si possa acquistare male, sul mercato calcistico: la squadra che fu di Radrizzani, oggi presidente della Sampdoria, e che da qualche settimana appartiene al gruppo proprietario dei San Francisco 49ers, franchigia NFL, ha lasciato andare otto calciatori in questa sessione di calciomercato, incassando una cifra totale vicina ai 4,4 milioni di euro. Questi stessi otto giocatori erano stati acquistati per una cifra che si aggira intorno ai 140 milioni. Nel frattempo, la squadra è retrocessa dalla Premier League dopo tre stagioni.

Ma andiamo con ordine. I giocatori in questione, quelli lasciati andare in questa finestra estiva di mercato, sono i seguenti: Rodrigo, passato all’Al-Rayyan SC in cambio di 3,6 milioni di euro; Robin Koch e Tyler Roberts, ceduti in prestito (all’Eintracht e al Birmingham) per un incasso totale di poco superiore ai 700mila eurp; Joel Robles, passato al Al-Qadsiah FC in cambio di niente; Marc Roca, Brendon Aaronson e Rasmus Kristensen, tutti ceduti in prestito gratuito al Betis, all’Union Berlin, alla Roma; Adam Forshaw, svincolato a fine contratto. Se torniamo indietro nel tempo, scopriamo che Rodrigo è stato acquistato tre anni fa, dal Valencia, per 30 milioni di euro; che Aaronson, preso un anno fa dal Salisburgo, è costato più di 32 milioni di euro; che per Marc Roca sono stati investiti 12 milioni di euro, finiti nelle casse del Bayern Monaco; che Roberts è stato acquistato dal vivaio del Birmingham in cambio di 2,35 milioni; che Koch è arrivato dal Friburgo per 12 milioni di euro; che anche Kristensen era al Salisburgo, e il suo soggiorno a Leeds è costato 13 milioni di euro. Totale: circa 110 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i milioni versati per gli ingaggi. E meno male che Robles è stato acquistato a costo zero, altrimenti la cifra sarebbe stata ancora più alta.

Negli ultimi mesi, soprattutto in Italia ma non solo, si parla tantissimo di plusvalenze legate al calciomercato. Ecco, noi e il Leeds abbiamo fatto un viaggio nell’altra faccia della medaglia, quella delle minusvalenze, dei colpi di mercato che, a bilancio, hanno fatto segnare solo dei rossi. E che, come detto, hanno generato due salvezze e una retrocessione dalla Premier League. Forse è abbastanza o forse no, ma a questo resoconto va aggiunto anche il caso assurdo di Jean-Kevin Augustin, attaccante francese per cui lo United ha investito 46 milioni, e che ha messo insieme tre partite e zero gol. Ci sarebbero diverse altre storie da raccontare, ma la sostanza non cambierebbe molto. E il punto è proprio questo: essere una squadra di Premier League permette di vivere dei mercati a perdere senza preoccuparsi conseguenze, e infatti ora il Leeds ripartirà dalla Championship, magari centrerà la promozione e l’anno prossimo ricomincerà di nuovo a spendere più o meno nello stesso modo. Senza preoccuparsi delle conseguenze, un’altra volta.