L’inizio perfetto di Enzo Maresca con il Leicester City

Sei vittorie in sei partite, nel nome di Guardiola.

Lo scorso 28 maggio il Leicester City è retrocesso in Championship dopo nove stagioni consecutive in Premier League. Un evento che ha segnato la fine di un percorso indimenticabile, e non solo per l’incredibile titolo vinto nel 2016: la proprietà thailandese, per quanto inevitabilmente fiaccata dalla tragica morte del presidente Vichai Srivaddhanaprabha, è riuscita a ricostruire una squadra di valore, capace di vincere la FA Cup e di sfiorare la finale di Conference League nello stesso anno, il 2022. Nessuno pensava che un anno dopo le Foxes sarebbero ritornate in seconda divisione, ma è vero pure che il pessimo campionato 2022/23 – chiuso al terzultimo posto, con soli 34 punti raccolti in 38 giornate – ha rappresentato l’apice di una crisi che ha travolto il club e l’intera comunità cittadina. Per risollevarsi, il City ha deciso di attuare un importante rinnovamento all’interno della propria rosa: il mercato  è stato a dir poco pirotecnico, con 13 cessioni e 11 nuovi acquisti. E questa squadra nuova di zecca non poteva che essere affidata a un nuovo: Enzo Maresca.

Scendendo nello specifico, l’idea di base è stata quella di ringiovanire in maniera decisa la squadra, ma anche di liberarsi di tanti ingaggi pesanti: lo scorso anno l’età media delle Foxes era di poco inferiore ai 28 anni, mentre quest’anno si aggira attorno ai 25 anni, anche se in rosa ci sono ancora gli stagionati Marc Albrighton e Jamie Vardy, tra i protagonisti della vittoria in Premier del 2016. Tra coloro che sono rimasti nonostante la retrocessione, troviamo anche l’attaccante Kelechi Iheanacho e il centrocampista Dennis Praet, due talenti evidentemente fuori scala per la Championship. Accanto a loro sono stati inseriti nuovi elementi giovani e di qualità: l’italiano Cesare Casadei, in gol all’esordio stagionale contro il Reading; Callum Doyle, difensore 19enne proveniente dal Manchester City; l’attaccante inglese Kasey McAteer, promosso direttamente dalla squadra U21 del club.

Forse anche per questo la scelta per la panchina è ricaduta su Maresca: l’ex centrocampista di Juventus e Siviglia si è formato, come tecnico, all’interno dell’Academy del Manchester City – ha allenato l’Under 23 nel 2020/21 – e quindi ha un certo ascendente sui giovani. Non ha vissuto una grande esperienza a Parma – esonerato dopo 13 partite – nella stagione 2021/22, ma poi è tornato al City e ha vissuto la conquista del Triplete accanto a Pep Guardiola, con il ruolo di assistente tecnico. Ed è evidente come abbia appreso tanto alla corte del tecnico catalano: il suo Leicester, infatti, applica molti dei principi tattici amati e praticati da Guardiola, a cominciare dalla ricerca ossessiva del possesso palla e dal modulo di riferimento – ovviamente il 4-3-3. Il metronomo delle Foxes è un’altra vecchia conoscenza del calcio italiano: Harry Winks, reduce dall’esperienza non proprio felice alla Sampdoria. Ma è dalle corsie laterali che nascono le situazioni più pericolose create dal Leicester, grazie a talenti offensivi di qualità come Mavididi, Marcal-Madivadua o McAteer. Anche la scelta del centravanti ricalca un po’ le teorie di Guardiola: piuttosto che una prima punta di peso, Maresca è solito schierare Iheanacho, un attaccante mobile e fantasioso – con Jamie Vardy alternativa di gran lusso. Anche la fase di non possesso è modellata sulle teorie di Guardiola, si basa infatti  sulla volontà di andare a prendere alti gli avversari, cercando di recuperare il pallone appena lo si perde.

La cosa più importante è che tutte queste idee stanno funzionando molto bene. Il Leicester, infatti, ha iniziato la stagione in modo perfetto: quattro vittorie in quattro gare di campionato, sette gol fatti e tre subiti contro Coventry, Huddersfield, Cardiff e Rotherham; a questi quattro successi vanno aggiunte anche due affermazioni in Coppa di Lega, in casa del Burton e del Tranmere (entrambe per 0-2). È chiaro che la strada è ancora lunga, la Championship è una lega massacrante (23 squadre, 46 partite più eventuali playoff) e spesso le grandi favorite finiscono per rimanere imbottigliate, ma le premesse per vivere una grande stagione ci sono davvero tutte.