Postecoglou ha già trasformato il gioco del Tottenham

Gli Spurs sono diventati una delle squadre più divertenti da vedere in Premier League.

Lo scorso 6 giugno il Tottenham annunciava Angelus Postecoglou come nuovo allenatore per la stagione 2023/24. La scelta della dirigenza del club londinese venne accolta da tifosi, media e addetti ai lavori con sorpresa e un certo scetticismo. Il Tottenham, infatti, veniva da una stagione piuttosto deludente, chiusa in ottava posizione con 60 punti e fuori da ogni competizione europea dopo 13 anni. Inoltre nel Nord di Londra iniziavano a susseguirsi le prime voci di mercato legate a un possibile addio di Harry Kane. Addio che poi si è concretizzato due mesi più tardi, al termine di una trattativa lunga e sofferta, con la cessione al Bayern Monaco per una cifra pari a 100 milioni di euro più 20 di bonus.

Il nome e il profilo di Ange Postecoglou, almeno sulla carta, non rispondevano certo alle idee dei tifosi del Tottenham: la brutta stagione 22/23 e l’addio del capitano e uomo-simbolo avrebbe dovuto essere compensato con l’arrivo di un grande allenatore e l’avvio di un nuovo progetto. E invece gli Spurs hanno preso e annunciato un manager australiano che ha trascorso la gran parte della sua carriera tra il suo Paese e il Giappone, per poi sbarcare solo due anni fa nel calcio europeo, attratto dall’offerta del Celtic. Ma perché allora il Tottenham ha deciso di puntare su di lui? È una questione di scelte tattiche, di idee di gioco: più volte Postecoglou ha detto di ispirarsi a Guardiola e ai suoi principi; come Pep, il manager australiano predilige un gioco basato sul dominio dell’avversario con il pallone tra i piedi: «Ci sono alcune cose che non sono negoziabili e la prima è che voglio che le mie squadre abbiano la palla», ha detto Postecoglou in un’intervista nel 2020. «Per me tutto inizia dalla palla, tutto ciò che alleniamo e predichiamo sul come vogliamo giocare inizia dalla sfera rotonda. La nostra filosofia offensiva e difensiva si misura in base a questo»,

Il suo modulo prediletto è il 4-2-3-1, che spesso si trasforma in un 4-3-3. La fluidità tattica è un’altra caratteristica distintiva di Postecoglou, anche perché si tratta di un allenatore che vuole lasciare libertà espressiva ai giocatori: «Nel calcio di oggi è fondamentale avere calciatori capaci di occupare più ruoli e abili nel saper coprire bene più zone del campo», ha detto in un’intervista. «Questo succede, però, se ai giocatori lasci la possibilità di esplorare più aree del terreno di gioco. Ai miei calciatori dico che se c’è spazio devono attaccarlo senza paura, dimenticandosi del loro ruolo predefinito. Poi sta ai compagni capire il movimento e riempire la zona lasciata scoperta». Di conseguenza, «con i miei calciatori cerchiamo sempre di disporci con un modulo mutevole, spesso caratterizzato anche da tanto istinto. Ci sono, infatti, momenti delle partite delle mie squadre in cui è impossibile riconoscere uno schieramento tattico standard e predefinito».

Il Tottenham modellato su queste idee è una squadra che funziona. Almeno fino a questo momento: la squadra londinese ha accumulato 10 punti in quattro gare di Premier e ha messo in mostra un calcio organizzato e pure bello da vedere. In fase di possesso palla, il pensiero principale è quello di avanzare e di muovere bene la sfera, piuttosto che retrocedere o di gestire i ritmi. Non a caso, tutti i titolari scelti da Postecoglou sono bravi nella gestione del pallone, a cominciare al portiere: spesso è proprio Guglielmo Vicario a impostare dal basso l’azione o a verticalizzare per centrocampisti o attaccanti.  Al centro della difesa, poi, ci sono l’ex Atalanta Romero e il 22enne olandese Micky van de Ven, centrale forte fisicamente ma molto abile anche nel costruire gioco da dietro.

A centrocampo i punti di riferimento sono Yves Bissouma e Pape Matar Sarr, che si occupano del recupero dei palloni e del ribaltamento rapido della azione: Bissouma è il mediano più fisico, più bravo nel recuperare la sfera, mentre Sarr è più abile nelle verticalizzazioni, ha caratteristiche più da regista. Di solito l’impostazione dal basso fa in modo che il pallone esca e vada fasce, occupate dai terzini Pedro Porro e dal giovane italiano Udogie, che spesso viaggiano in coppia o si sovrappongono agli esterni offensivi. Nel gioco di Postecoglou, i quarti di difesa non devono solo essere bravi nell’uno contro uno, ma anche nel fraseggiare frequentemente con i giocatori offensivi che occupano la zona centrale del campo. È per questo che, alle spalle della prima punta, l’allenatore del Tottenham ha deciso di affidarsi ad un giocatore che si esalta nello stretto come James Maddison, vera; anche Kulusevski e Son Heung-min, i laterali offensivi, hanno grande qualità in spazi limitati, ma sanno anche galoppare in campo aperto. Per sostituire Kane, Postecoglou ha imposto una svolta radicale, anche dal punto di vista tattico: Richarlison, infatti, non è un centravanti classico, piuttosto è un attaccante di movimento, bravo ad associarsi con i compagni e a creare soazio per i loro inserimenti.

Gli highlights di Burnley-Tottenha 2-5

Nel Tottenham, dunque, non c’è un unico riferimento attorno cui ruota l’intera manovra d’attacco. Quello degli Spurs è un gioco corale e avvolgente, che vede partecipi i calciatori di qualsiasi zona del campo. Lo confermano anche i numeri offensivi della squadra, soprattutto osservando la distribuzione delle reti in queste prime quattro giornate di Premier League: gli Spurs hanno segnato 11 volte, come il Manchester City, e lo hanno fatto con ben sei calciatori differenti – i difensori Romero ed Emerson Royal, il centrocampista Sarr e poi Kulusevski, Maddison e Richarlison. Questa evidente vocazione per il gioco offensivo, però, non fa del Tottenham una squadra squilibrata e poco attenta a difendere la propria area di rigore: nelle quattro partite di Premier giocate finora, gli Spurs hanno mantenuto la porta inviolata in due occasioni. Anche in difesa i meccanismi che regolano la fluidità e la collaborazione tra compagni sono fondamentali per mantenere il giusto equilibrio, per non farsi sorprendere dagli avversari.

Dopo un match d’esordio non proprio semplicissimo contro il Brentford, terminato sul 2-2, il Tottenham ha infilato tre vittorie in successione contro Manchester United, Bournemouth e Burnley. E ora si trova al secondo posto in classifica, a meno due dal Manchester City – la squadra di Guardiola è a punteggio pieno. Postecoglou, ovviamente, ha chiesto calma e pazienza: «È vero ci sono stati segnali davvero positivi in questo avvio, ma è ancora prestissimo per tracciare bilanci e fare considerazioni. Il nostro obiettivo è giocare un calcio bello, divertente e che possa essere apprezzato non solo dai tifosi del Tottenham, anche da tutti gli appassionati». C’è proprio questo aspetto, al centro del racconto del nuovo Tottenham:  una squadra così divertente e scintillante non si vedeva da molto tempo, nel Nord di Londra. E serviva proprio un avvio di questo tipo per fugare i dubbi sul nuovo progetto e riaccendere l’entusiasmo intorno agli Spurs.